violet_shoahANDY VIOLET | Mi fanno ridere (amaramente) coloro che pubblicano il loro pensiero sulla Shoah aggiungendo il classico “…perché non debba più ripetersi”.
Ora, comprendo bene che informarsi su eventi non correlati direttamente col nostro piccolo, bieco, meschino ecosistema sotterraneo di vermetti vivacchianti è talora non facile, visto che suddetto ecosistema si fa forza di un’informazione (e formazione) parziale, edulcorata, infettata da cattolicismi, disinteressata a tutto ciò che non incida sui possessi neocoloniali dell’Europa, o ancor peggio, connivente per opposti motivi, ma la stragi sistematiche, gli eccidi e la pulizia etnica si ripetono quotidianamente in ogni parte del globo: cosa pensano sia successo in Yugoslavia a cavallo tra gli anni ’80/’90? Cosa pensano succeda in Siria? Cosa pensano succeda in Africa? Cosa pensano succeda in certe teocrazie islamiche? E che cos’è la legge anti-gay in Russia?
Non pensino, lor signori, che il loro deretano cattolico, capitalista ed eterosessuale sieda su un capitolo chiuso della storia, giacché, se non se ne sono ancora accorti, il nostro Paese brulica dei germi della coercizione e della violenza di Stato, e la storia recente è stata un susseguirsi di tentativi di colpi di Stato passati per la stragrande maggioranza inosservati, ma tutti afferenti ad un deleterio intreccio di ideologie distopiche e animalesche brame di potere.
Pertanto, ricordino pure, si commuovano, dicano la loro parola di cordoglio, ma non pensino di esserne fuori, né la ritengano una nebulosa minaccia futuribile: ci siamo dentro fino al collo.