BRIE2MARAT | Giovane per definizione. Vivace laboratorio di idee e talenti per uffici stampa e giornalisti impigriti. Il contesto storico-sociale spinge verso una deriva elitaria (di figli di papà). Questione di forma e di sostanza. Ma certe sere riesce ancora a donare meraviglie a basso costo. Va beh, comunque la si pensi, il teatro off arriverà da metà giugno nella capitale.
Torna il Roma Fringe Festival, marchio registrato che proprio in questi giorni ha terminato di raccogliere le adesioni al bando: 20 euro per partecipare, 330 quelli da versare se si sarà fra i 60 gruppi selezionati. Per spese di segreteria il primo obolo, per “spese di gestione dei palchi con i relativi service, dei tecnici e del personale addetto al corretto e regolare svolgimento del festival” (estratto dal bando) il secondo. Ovvero per l’organizzazione dello stesso. Spostamenti, vitto e pernottamento sono esclusi, ma delle tre repliche garantite in una settimana in una sala da 100 posti, ci si può tenere l’incasso (cara grazia: ma quante belle figlie Madama Doré). Cinque euro il biglietto. Che forse gli artisti in scena non dovranno pagare…
Questo il succo de “la grande vetrina italiana del teatro off” (dal sito). Certo che se il Roma Fringe Festival è “la grande vetrina italiana del teatro off” vuoi non esserci? E vuoi davvero star lì a far notare la sempre più diffusa e disdicevole consuetudine di far pagare l’iscrizione? E in fondo che cosa sono 330 euro per partecipare da protagonisti alla “grande vetrina italiana del teatro off” e aver la possibilità di vincere i premi in palio? Chissà cosa avrebbe detto mio nonno. Se gli avessero detto che per costruire le strade come aveva sempre fatto, ora gli operai dovevano pagarsi gli strumenti da lavoro e affittare il tratto da asfaltare. Chissà che avrebbe detto di questo concetto tutto contemporaneo di pagare per lavorare. Lui con quelle mani grosse come 1Q84 di Murakami, sempre chiaro in testa chi sfrutta e chi prova a non farsi sfruttare, il padrone mai chiamato con altro nome. Che la busta paga non si prende ringraziando. Eh già, nonno.

Ma qui ti fanno le pacche sulle spalle, mica bruscolini. L’ego ribolle. Partecipi alla “grande vetrina italiana del teatro off”, occasione unica, hai pure una pagina web e puoi gestire la tua comunicazione/promozione (anzi, sei calorosamente invitato a farlo). Chissà cosa avrebbe detto mio nonno. Probabilmente si sarebbe versato ancora un po’ di dado liquido nella minestra, indeciso se cercare di capire o di farmi capire. Dietro gli occhi, una manciata di parole, chiare e leggibili come il murales sotto casa mia: “Ma trovati un lavoro, cazzo…” (cit. Fabri Fibra).

1 COMMENT

  1. […] – Drammaturgia in cerca del nuovo realismo di Simone Nebbia (Teatro e Critica, 28 marzo) mondocane#2 – Il lavoro nobilita di Marat (PAC – Paneacquaculture.net, 29 marzo) Congratulations Mr Lepage! Il regista […]

Comments are closed.