Incertezza_500X300ELENA SCOLARI | E se vi dicessero che gli elettroni modificano il loro comportamento quando sanno che li stiamo osservando? “È uno scherzo”, direste, “non possiamo attribuire un comportamento umano a un oggetto scientifico, che diamine”! E invece è proprio così, cari lettori, e Andrea Brunello di Arditodesìo, attore e regista con un Ph.D. in fisica teorica, ce lo spiega nel suo “Il principio dell’incertezza”, spettacolo-lezione sulla meccanica quantistica.

La meccanica quantistica? Ehm… già. Non fingeremo di aver veramente capito che cos’è questa disciplina, ma possiamo dire di aver capito quanto basta per rimanere affascinati dallo spettacolo. Richard Feynman, premio Nobel per la fisica nel 1965, ne è l’ispiratore, con i suoi scritti e le sue umanissime correlazioni tra indagine scientifica e indagine filosofica.

La scena è piuttosto spoglia, un paio di sgabelli (bruttini, per la verità) e tre grandi pannelli, due saranno lavagne su cui proiettare le formule e uno, traslucido, rivelerà il musicista Enrico Merlin, in dialogo con Brunello, che in abiti trasandati come si conviene ad ogni scienziato rispettabile, è un bonario professore che prova a spiegarci alcuni difficilissimi concetti tramite alcuni esperimenti famosi quali la doppia fenditura, gli universi multipli e il paradossale gatto di Schrödinger, che merita di essere raccontato: prendete un gatto, mettetelo in una scatola, nella scatola mettete anche una particella radioattiva e un contatore Geiger collegato a un distributore di veleno. Chiudete la scatola. La particella, nel giro di un’ora, ha le stesse probabilità di decadere e quindi di azionare il contatore Geiger che fa uscire il veleno e ucciderebbe il gatto oppure di rimanere nel suo stato e lasciare la situazione com’è. Ma finchè noi non apriremo la scatola non sapremo cos’è successo, e quindi per noi il gatto sarà sia morto che vivo nello stesso tempo! Fantastico. Si chiama sovrapposizione di stati, bello, no? Questo paradosso spiega la faccenda della privacy degli elettroni: osservare il loro comportamento influenza l’esperimento, come aprire la scatola del gatto.

Nella buona drammaturgia dello spettacolo, il gatto e la teoria dei many-worlds sono anche gli elementi che introducono il nocciolo più teatrale e più emotivo: scopriremo infatti che la bambina dello scienziato ha subito un grave incidente, ma “ci sono cento miliardi di galassie, in un’altra potrebbe essere salva”! Qui il professore farà una scelta determinante e qui capiamo quanto lo studio delle cose del mondo cerchi leggi che spieghino, con la fisica, ma anche che la oltrepassino: la metafisica.