imagePAC | Siamo in diretta dal PICCOLO teatro di Milano per la consegna dei premi Ubu. Vi lasciamo quindi alla lettura del comunicato con i nomi dei vincitori. 

 

A trionfare come “Migliore spettacolo dell’anno” è Lehman Trilogy – drammaturgia di Stefano Massini, regia di Luca Ronconi – l’ultima creazione del grande maestro scomparso lo scorso febbraio, mentre lo spettacolo era ancora in scena al Piccolo Teatro Grassi di via Rovello.

Lehman Trilogy è anche Premio Ubu, come “nuovo testo italiano o ricerca drammaturgica”, per il lavoro di scrittura e ricostruzione di Stefano Massini.

La “Miglior regia” è andata a Massimiliano Civica per lo spettacolo Alcesti un particolare adattamento da Euripide, messo in scena per Fondazione Pontedera Teatro e Atto Due.

Il premio al “Miglior progetto artistico o organizzativo”, è stato vinto dal Progetto Ligabue Arte marginalità e follia a cura di Mario Perrotta.

Pari merito per il premio al “Miglior allestimento scenico”: Romeo Castellucci per Go Down, Moses e Marco Rossi per Lehman Trilogy.

Il “Miglior progetto sonoro o musiche originali” ha confermato il talento di Gianluca Misiti per lo spettacolo I giganti della montagna, nonché il lungo sodalizio artistico con il regista e attore Roberto Latini.

“Miglior attore o performer” e “Miglior attrice o performer”, sono rispettivamente: Massimo Popolizio per la sua interpretazione in Lehman Trilogy, regia di Luca Ronconi, e Monica Piseddu che nella scorsa stagione si è distinta in ben tre spettacoli: da Alcesti di Massimiliano Civica, a Natale in casa Cupiello di Eduardo De Filippo con la regia di Antonio Latella e sempre con quest’ultimo il lavoro da Fassbinder Ti regalo la mia morte, Veronika.

Al giovane attore, di origine siciliana, Fabrizio Falco è andato il premio “Miglior attore o performer under 35”. A soli 27 anni, Falco ha già all’attivo un percorso denso (dall’Accademia Silvio D’amico al Centro Teatrale Santa Cristina passando per I Sei personaggi, fino a Lehman Trilogy sempre con la guida di Luca Ronconi) e, al Festival di Venezia 2012, il premio speciale dedicato a Marcello Mastroianni come attore “rivelazione”.

Lo sguardo internazionale degli Ubu ha rivelato, quest’anno, un’attenzione verso la scrittura di Alan Bennett, il cui testo Il vizio dell’arte (The Habit of Art ) – messo in scena da Ferdinando Bruni e Francesco Frongia – è il miglior “Nuovo testo straniero” del 2015.

Il Premio Ubu come “Miglior spettacolo straniero presentato in Italia” è andato a Das Weisse vom Ei/Une île flottante regia di Christoph Marthaler (produzione Theater Basel, Théâtre Vidy-Lausanne) recentemente in scena alla Biennale Teatro 2015, dove il regista svizzero ha ottenuto anche il Leone d’oro alla carriera.

I tre premi speciali Ubu 2015 sono andati a:

Giuliano Scabia per la ricerca, che dura da più di cinquant’anni, sulla drammaturgia e sull’essenza del teatro, un percorso nel fantastico e nel teatro popolare d’arte che individua nella scrittura una via di conoscenza, facendo incontrare poeti e presenze naturali.

Carla Pollastrelli per la fondamentale opera di diffusione del pensiero di Jerzy Grotowski attraverso la traduzione e la pubblicazione integrale dei suoi scritti per i tipi di Casa Usher.

Olinda per la creazione, nel bosco e nei padiglioni dell’ex manicomio Paolo Pini di Milano, di un vivo festival di teatro che confonde le distanze e indaga le differenze a partire dalla consapevolezza che “Da vicino nessuno è normale”.

 

L’opera consegnata ai premiati – ideata da Margherita Palli e realizzata da Alice De Bortoli – è un gioco figurativo in cartoncino che prende ispirazione dall’immaginario di Alfred Jarry e fonde tra loro una serie di omaggi storici. Si tratta di un panciuto Ubu roi i cui organi interni prendono vita, come in certi antichi libri di anatomia, aprendo le varie parti della pagina. Là, nelle interiora del sovrano patafisico, si citano tre grandi protagonisti della storia del Premio Ubu: Emanuele Luzzati con la sua scatola in terracotta, Franco Quadri con le storiche coppe da competizione, Alighiero Boetti con il quadro del 1979.

 

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