FRANCESCA DI FAZIO | Un telo bianco appeso al centro della sala, come lo schermo di un cinema. Appena davanti, una distesa di oggetti, alcuni molto noti come un mazzo di fiori, altri inconsueti, di cui si fatica a dare una definizione. Alcune lampadine qua e là, delle grandi lenti ottiche, dei barattoli di latta. Semplici marchingegni artigianali vengono azionati uno alla volta, qualcuno darà un effetto ottico particolare, altri emetteranno un suono.
Ma il tableau-lumineux di Flop prende vita in un silenzio quasi assoluto, un silenzio in cui è l’azione manuale dell’artista a dare vita ad ogni meccanismo. In scena è solo lui, alto, sottile, i capelli arruffati, indosso un grembiule da artigiano: è il “brico-luminologue”.

Inizialmente è proiettata sul telo l’ombra di una natura morta: una bottiglia, qualche tazza, dei bicchieri e un mazzo di fiori che sono posti su un tavolino, illuminati da una luce alle loro spalle che ne proietta l’ombra sulla tela. A poco a poco qualcosa comincia a mutare: l’ombra del piccolo mazzo di fiori diviene colorata, finché non distinguiamo chiaramente i fiori rossi, quelli gialli, gli steli verdi…l’ombra, da sempre in bianco e nero, magicamente si colora. Attraverso lo stesso (misterioso) meccanismo vediamo apparire i colori delle decorazioni su una tazzina da caffè, poi un bicchiere, poi ancora una candela di cui vediamo sulla tela la fiammella agitarsi coi suoi colori cangianti e così via, qualcosa che non smette di stupire pur nel suo ripetersi, un artefatto di cui rimane un mistero l’origine, pur se si mostra ai nostri occhi nel suo farsi. «L’objectif ici, notamment pour les enfants, est qu’ils puissent voir l’image et l’origine de l’image en même temps».

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Un cinema che si mostra nel suo farsi, un’illusione visiva che si crea nello stesso momento in cui la si osserva, un quadro che diviene immagine in movimento: questa è “Dal Vivo!”, l’ultima creazione di Flop, artista francese appartenente al Groupe ZUR che dal 1988 esplora le diverse possibilità d’incontro della forma pittorica e di quella cinematografica.
Presentata all’interno di Impertinente – Festival delle figure animate, tenutosi al teatro delle Briciole di Parma, “Dal Vivo!” è una performance tout public, capace di ammaliare adulti e bambini che hanno applaudito a lungo, senza smettere di sorridere.

All’inizio era una natura morta, un insieme di oggetti posti su una tavola, quindi l’interno di una casa. Sul telo appare poi un piccolo paesaggio esterno composto da una casa, un traliccio della corrente, una collina e un alberello. Dall’interno della natura morta si è passati all’esterno, un esterno che si fa vieppiù vasto e indefinito: il cielo azzurro che circondava la piccola casa si colora delle luci delle costellazioni, stelle appaiono in un’onirica visione dell’universo. Rimane tuttavia una traccia dell’uomo: nell’avvicendarsi dei colori, sul telo vi è anche la piccola ombra di un’impronta digitale, la stessa che inizialmente si intravedeva su un bicchiere.

In questo incontro di luce e materia Flop costruisce un percorso, un calmo andare dal chiuso all’aperto, una rappresentazione luminosa che da semplice e concreta diviene qualcosa d’altro, si fa intrigante e più complessa, arriva ad essere eterea e concreta come i sogni.