MARTINA VULLO | «Non ci vuole niente, sa, signora mia, non s’allarmi! Niente ci vuole a far la pazza, creda a me! Gliel’insegno io come si fa. Basta che Lei si metta a gridare in faccia a tutti la verità. Nessuno ci crede, e tutti la prendono per pazza!» …Con queste parole il signor Ciampa, di fantasia pirandelliana, ne il berretto a sonagli si rivolge a una Beatrice prossima, suo malgrado, all’internamento. Ma in un contesto quale quello teatrale è realmente così semplice mettere in scena la delicata condizione della follia? E soprattutto quanto è labile il confine che delimita quest’ultima da ciò che siamo soliti chiamare normalità?

untitledDa tale interrogativo prende le mosse Delirio bizzarro: ultimo lavoro del duo Giuseppe Carrullo/Cristiana Minasi, andato in scena il 22 e 23 Ottobre all’Arena del Sole di Bologna, in occasione del festival Vie. Fra l’asetticità del bianco di una scenografia essenziale (il prospetto di una casa sullo sfondo, delle sedie e un grande tavolo) due personaggi incrociano le proprie vite: Sofia (completo viola, tacco nero basso, capelli legati) che lavora all’interno del centro di salute mentale Il Castello e il paziente Mimmo, che lei – con l’inflessione sicula che ne caratterizza il parlato – chiama affettuosamente “Mimmo bello”. Con registro comico, a tratti farsesco,  i due si mostrano alle prese con la quotidianità: la donna, immersa nella frenesia del lavoro, è perennemente interrotta dalla suoneria dei cellulari. Fra una scartoffia e una chiamata tiene a bada lui: quel “Mimmo bello” che, con la voce alta e il fare allegro, sembra un eterno Peter Pan. Col suo completo chiaro ed elegante esordisce pronto per una recita che, si scopre poi, essere stata cancellata.. lui però si esibirà lo stesso, sul posto, con Sofia per testimone. Si è preparato per il “cuntu di li cunti” della storia di Stidduzzu: giovane incantato dalle stelle che, per la brama di inseguirle, abbandona la sua casa lasciando la madre in preda alla disperazione. Mimmo, come i pazzi definiti da Pirandello, non conosce filtri e dice ciò che sa.
untitledbisÈ così che questo cunto non tarda ad iniziare: si tratta di una storia amara raccontata con spensieratezza e narra di imbrogli per ottenere la pensione di invalidità, di una nonna già morta da un anno che risulta sua accompagnatrice e di farmaci prescritti con facilità prima di essere ritirati dal commercio. Alla follia riconosciuta di Mimmo si contrappongono la vena malinconica, la corsa contro il tempo e le piccole nevrosi di Sofia, che grazie alle domande del suo compagno di scena, si espone progressivamente. I confini si fanno così labili e i personaggi appaiono più simili. Mimmo – scopriremo – è la diminuzione di Cosmo. Ripenseremo allora alla storia di Stidduzzu, quando a conclusione lo ritroveremo a centro scena, poggiato a un tavolino, nell’atto di  “volare”, mentre una notte stellata è proiettata sullo sfondo.
Ironico e tenero al contempo, Delirio Bizzarro, mescola sapientemente l’affilata arma dell’ironia (tanto più leggera quanto tagliente) con il fiabesco dispositivo del cunto, per dare vita a un felice connubio in grado rendere allo stesso tempo, la riflessione sulla pazzia e sui suoi confini, una cruda denuncia di carattere sociale e il senso dell’empatia con cui ci gli interpreti si sono misurati all’argomento. Un’empatia nata dagli scambi e dai dialoghi avuti dagli artisti con diversi pazienti di cliniche psichiatriche, durante il proprio percorso di ricerca di autenticità.

Simili premesse ha avuto il lavoro di un altro duo teatrale – Quotidiana.com –  per la costruzione di sPazzi di vita (la follia non è un refuso). Creato ad hoc per l’edizione 2016 del festival Orizzonti dedicata alla Follia, lo spettacolo, che nasce dagli appunti di Roberto Scappin e Paola Vannoni in un periodo di lavoro in una casa di cura, vede gli attori cimentarsi in una riproposizione puntuale di gesti, posture, parole e tic osservati nei sofferenti psichici, con l’obiettivo di catturarne gli aspetti più comici e leggeri. immagine-spazzi-di-vita-2-1024x724Anche in questo caso umorismo e riflessione convivono nello spettacolo, ma i due momenti sono tendenzialmente separati e ai dialoghi surreali, quasi simil-beckettiani, dei personaggi in scena si alternano registrazioni proiettate in cui gli attori, svestiti da ogni personaggio, ragionano su questa condizione.

Percorsi differenti nati da premesse simili che trovano espressione in una comicità che fa sorridere, mentre lascia nella bocca il retrogusto dell’amaro.

Delirio Bizzarro
spettacolo Vincitore Forever Young 15.16 
di e con Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi
scene e costumi: Cinzia Muscolino, scenotecnica: Pierino Botto
disegno luci: Roberto Bonaventura
produzione Carullo-Minasi e La Corte Ospitale 

sPazzi di vita (la follia non è un refuso)
di e con Roberto Scappin e Paola Vannoni
coproduzione quotidiana.com e OrizzontiFestival.Fondazione
con il sostegno di Regione Emilia Romagna