Altri Mondi - spettacoloLAURA NOVELLI | Per parlare di teatro stavolta è doveroso partire da ciò che (con un certo margine di ambiguità) teatro non è. L’idea di dedicare un articolo al progetto di cui leggerete qui di seguito nasce, infatti, da tre traiettorie convergenti: il vertice G7 di Taormina svoltosi a fine maggio e l’annuncio della rottura degli Accordi di Parigi sul clima lanciato provocatoriamente da Donald Trump; una trasmissione radiofonica dedicata all’affascinante libro di Stefano Mancuso (scienziato di fama mondiale, direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale di Sesto Fiorentino e professore all’Università di Firenze) intitolato Plant Revolution. Le piante hanno già inventato il nostro futuro (Giunti Editore) e infine una e-mail con la curiosa notizia di tre attori che girano l’Italia in bicicletta per raccontare piante, pianeti, animali, uomo e sviluppo sostenibile. Ho messo insieme le diverse tessere del puzzle e ho appuntato sulla mia agenda una bella frase, anch’essa frutto di ascolti radiofonici, citata da uno studioso di cambiamenti climatici: “Bisogna guardare il mondo con gli occhi di chi verrà perché un mondo a misura di bambini è un mondo a misura di tutti”.

Futuro, memoria, infanzia, occhi: dalla scienza al teatro il passo è davvero breve. Dunque sono tornata ai tre attori. E nello specifico al coraggioso progetto della compagnia romana SemiVolanti (www.semivolanti.it) che si chiama Altri Mondi Bike Tour (www.altrimondibiketour.it) e che, grazie al contributo di alcuni sponsor, ad una campagna di crowfounding e alla sinergia con la società Mobil Green Power di Reggio Emilia, è partito il 31 maggio da Siracusa per approdare prossimamente in Italia centrale. “Un progetto a impatto zero – si legge nei materiali stampa – che è già diventato una rete di buone pratiche”.

E’ lo stesso Valerio Gatto Bonanni, ideatore regista e interprete, insieme con Giulio Bertorelli e Mauro Milone, dello spettacolo itinerante e “iperscientifico” a spiegarne la genesi. “L’idea di questo progetto è nata addirittura tre o quattro anni fa durante il periodo del Teatro Valle Occupato. Un gruppo di artisti, tra cui noi, iniziò ad interessarsi a temi scientifici, pur non avendo studi specifici alle spalle; sentivamo la forte esigenza di affrontare questi argomenti portando il teatro in giro per l’Italia; di ritornare, in un certo qual modo, a un teatro di tipo sociale. Giulio, Mauro ed io già allora eravamo tutti e tre ciclisti urbani e così abbiamo pensato innanzitutto ad un format in cui potessimo utilizzare la bicicletta. Per prima cosa abbiamo organizzato delle serate di bike-sharing e creato una ciclo-officina interna e, contestualmente, continuava il nostro appassionato studio di tematiche scientifiche. Sempre più ci siamo addentrati in letture di settore e abbiamo fatto straordinarie scoperte. Motivo per cui ci è venuto naturale immaginare un lavoro di divulgazione scientifica che, però, non fosse né noioso e pesante né didascalico.

Come è costruito il testo del lavoro?

Possiamo senza dubbio parlare di una drammaturgia di narrazione, anche se lo spettacolo si apre a tanti momenti ludici e divertenti (ciò è d’altronde in perfetta linea con lo stile del gruppo, fondato nel 2004 e dedito inizialmente al teatro per i bambini, cui si sono poi affiancati la produzione di performance e azioni psicomagiche in luoghi insoliti e la messa in campo di progetti speciali ideati per il Teatro Furio Camillo di Roma, ndr). Alcuni lo hanno definito un cabaret scientifico perché fa ridere e non annoia. Affrontiamo essenzialmente tre tematiche principali: le piante (la loro capacità di stringere relazioni sociali, di sopravvivere e comunicare), gli animali (tra cui l’uomo) e l’universo, finendo ovviamente con il tema cruciale della sostenibilità ambientale.

La bicicletta entra in diversi modi e forme in questo progetto. Non è solo un mezzo di trasposto per voi artisti in tour. Quali ruoli ha?

Per prima cosa la bicicletta rappresenta energia pulita e mobilità sostenibile. Noi ci spostiamo in bici per le varie tappe del tour (per ora abbiamo girato la Sicilia ma saremo presto nel Lazio e in Campania). Inoltre, però, grazie alla collaborazione della società Mobil Green Power e alla Energy Cargo Bike, chiediamo agli spettatori di pedalare perché attraverso la loro pedalata si produce l’energia elettrica che alimenta le luci e la fonica di Altri Mondi. Ciò, mentre noi attori parliamo proprio di energia pulita e del futuro del nostro pianeta: un bel corto circuito quindi tra la forma e il contenuto dello spettacolo.

Quanto del materiale che usate nel testo proviene o è ispirato ai libri del professor Stefano Mancuso?  

Gli studi di Mancuso ci hanno aperto un mondo sconfinato di conoscenze e rivelazioni. Non solo l’ultimo libro, Plant Revolution,  ma anche il precedente, che si intitola Verde brillante. Sensibilità e intelligenza del mondo vegetale (sempre edizioni Giunti), sono state letture fondamentali per noi. Mancuso è uno scienziato  geniale, che studia le piante da vent’anni anni e attraverso i suoi saggi abbiamo capito che la piante comunicano, hanno più sensi di noi, hanno più strategie di sopravvivenza dell’uomo. Noi dipendiamo molto più da loro di quanto loro dipendano da noi e dagli animali e in più esse hanno dei sistemi di funzionamento chimici che le fanno essere una specie di alieni in mezzo a noi. Alieni da imitare.

Il progetto è sostenuto, oltre che da numerosi sponsor e partner, anche da una  campagna di crowfoundig. Come è andata?

Premettendo che in Italia questa forma di finanziamento partecipato dal basso fa fatica a decollare rispetto a quanto succede in alcuni Paesi esteri, siamo abbastanza soddisfatti. Certamente, prima di lanciare la campagna, ci siamo dati un gran da fare per costruire una serie di soggetti sostenitori attorno al progetto e, complessivamente, abbiamo raccolto circa 4.500 euro. Non male.

In quali tipologie di luoghi vi siete esibiti fino ad adesso?

Abbiamo fatto un tour di dieci giorni in Sicilia (tra le altre tappe cito Siracusa, Sortino, Catania) e siamo sempre stati ospitati da associazioni o realtà che realizzano buone pratiche ambientali e iniziative di cittadinanza attiva. Ad esempio, a Siracusa, lo spettacolo si è svolto presso la sede di Legambiente che ha in piedi dei progetti importanti nel mar Egeo e organizza visite guidate, oasi naturalistiche e molte altre iniziative. Così come in tutte le località toccate da giro. Abbiamo constatato che c’è tutta un’Italia che si muove in questo senso e che è ancora troppo sommersa. Dopo la Sicilia saremo a Scauri, il 9 luglio, e poi nella Terra dei Fuochi in Campania, laddove cioè c’è chi distrugge il territorio ma anche chi lo difende alacremente.

Il pubblico come ha reagito durante queste repliche?

Molto bene. Cerchiamo in ogni modo di rendere l’argomento brioso e leggero; abbiamo costruito varie scenette e cerchiamo di esprimere concetti difficili in modo molto semplice. Mi sembra che il lavoro funzioni e sempre più mi convinco che il teatro debba parlare di tematiche sociali e debba essere portato laddove la gente solitamente non ci va. Ogni sera, dopo la nostra replica, ci siamo fermati a parlare con gli spettatori. Si parlava di tutto. Di libri letti. Della vita. Non era il solito pubblico che frequenta le sale teatrali cittadine. E sono stati momenti di scambio meravigliosi.

Il progetto si intitola Altri mondi? In che senso declinate questa espressione?           

Diamo al titolo una triplice valenza. Innanzitutto, come accennavo prima, raccontiamo come le piante rappresentino per noi degli alieni, un altro pianeta, un altro mondo rispetto a quello animale. Poi raccontiamo altre galassie, altri sistemi solari. Facciamo esplicito riferimento, per esempio, alla notizia del febbraio scorso in cui la Nasa ha annunciato la scoperta di un intero sistema solare con sette pianeti simili al nostro, sei dei quali si trovano in una zona temperata in cui la temperatura è compresa fra zero e 100 gradi. Praticamente il più grande sistema planetario mai scoperto e con tanti possibili sosia del pianeta azzurro. Dobbiamo quindi cominciare a pensare che la vita nell’universo non sia prerogativa della Terra; anzi,  potrebbe essere più antica di quanto ipotizzato finora dagli astrobiologi. Infine altri mondi perché, se vogliamo che il nostro pianeta resista alle aggressioni che gli abbiamo procurato fino ad oggi, dobbiamo tutti cercare di prendercene cura, di sentirci responsabili, consapevoli che un altro mondo è possibile. Il vero paradosso è che il danno più grave non lo facciamo alla Terra ma solo a noi stessi e alle generazioni future. La Terra è molto più antica di noi e ha resistito a prove assai complesse come le glaciazioni. Se l’uomo scomparisse, in appena cinquecento anni, la natura sarebbe in grado di mangiare tutto quello che egli ha prodotto, anche ciò che ha prodotto di sporco e inquinante.

Cosa hai imparato come artista e come uomo da questa esperienza?

Sto capendo sempre di più che gli artisti dovrebbero stare nel loro tempo, lavorare nella direzione di una reale utilità sociale, ritornare a fare azioni artistiche, teatrali nel nostro caso, che siano realmente politiche. Mi sembra che viviamo in tempi di forte individualismo e di aridità nelle relazioni umane; poter incontrare persone autentiche e luoghi diversi è molto arricchente. Poi mi ha fatto piacere scoprire tante realtà italiane così dedite alla cura dell’ambiente e della natura. Modelli di buone pratiche che andrebbero fatti conoscere e disseminati ovunque.

ALTRI MONDI BIKE TOUR

Ideazione e regia: Valerio Gatto Bonanni

Illustrazioni: Guido Bertorelli

Scenografie e luci: Marco Guarrera

Attori: Guido Bertorelli, Mauro Milone, Valerio Gatto Bonanni

Videomaker: Tiziana Tomasulo

Organizzazione: Camila Chiozza

Ufficio stampa: Carla Romana Antolini, Marica Di Pierri

Social media manager e crowdfunding: Amarilda Dhrami

Produzione: SemiVolanti

Energy Cargo Bike

Idea: Raniero Terribili, Valerio Gatto Bonanni

Realizzazione: Raniero Terribili, Marco Bonilauri + Mobile Green Power

Durata spettacolo: 45 minuti

9-14 luglio Lazio e Campania

Scauri Minturno

ospiti dei vulcanici organizzatori del Bicicletterario

Terra dei Fuochi (Orta di Atella, Caserta)

ospiti di LInk, associazione universitaria molto attiva per i cambiamenti sociali e ambientali dei propri territori.