RENZO FRANCABANDERA | Si è tenuto dal 9 al 18 giugno il progetto artistico territoriale diffuso MILANO OFF FIL FESTIVAL, un festival che dal quartiere Isola si è allargato quest’anno a tutta la città e in particolare ai teatri più piccoli, spesso periferici, a volte quasi sconosciuti, con l’obiettivo di aumentare la Felicità Interna Lorda di tutti i partecipanti.

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La serata inaugurale con diversi volti noti di spettacolo e musica, come Enrico Bertolino, Raul Cremona, Enrico Intra e tanti altri sul palco dell’Unicredit Pavilion in una serata a ingresso libero dal titolo “Milano creativa tra storia e attualità”, poi da quel momento in poi il festival si è ramificato in 14 luoghi diversi fra teatri, sale di quartiere, centri culturali, ospitando, nella logica del festival off, le diverse compagnie, grazie all’intuito di Renato Lombardo, da oltre trent’anni organizzatore di eventi legati al teatro e alla musica jazz internazionale, e organizzato dall’associazione culturale Milano Off, in partenariato con il festival internazionale Avignon Le OFF, In scena! New York Italian Theatre e Palco Off.
La direzione artistica della sezione Off è curata da Francesca Vitale.

Delle 50 compagnie partecipanti al festival abbiamo potuto assaggiare poco ma possiamo testimoniare un gusto e una presenza molto ampia delle realtà italiane e lombarde in particolare, ma non mancavano le compagnie straniere, con spettacoli anche di un qualche rilievo, come nel caso di Stones, in scena al Teatro Verdi.
Nelle 400 repliche totali dei 50 spettacoli selezionati si cerca sopratutto di creare una rete innovativa e virtuosa di spazi per le arti performative, polo attrattivo per un nuovo pubblico: Stecca 3.0, Teatro Verdi, Isolacasateatro, Spazio Lambrate (Sala Grande, Sala Musica, Sala Prove), Teatro La Scala della Vita, Spazio DiLà, FE Fabbrica Esperienza, Corte dei Miracoli, Teatro Libero, Teatro Linguaggicreativi, Teatro del Borgo, Teatro della Memoria.

Abbiamo visto tre proposte, volutamente diverse tra loro: Stones/Pietre del gruppo israeliano ORTO-DaRevoluclown proposta improvvisamente-teatrale dell’omonima compagnia di trascinanti clown di base a Barcellona composta da Oscar Fernandez, Florencia Della Valle, Sarah Allworthy e Jesús Soler Pau Alís,  acquasumARTE con Audio Video Memory Experience progetto site-specific tra docufilm e performance partecipata.

'1.1 Revoluclown.jpgRevoluclown è uno spettacolo in cui gli spettatori, fra improvvisazione e performance urbana di stile situazionista, vengono portati a imaginare un’ipotetica azione eroica di riconquista dello spazio teatrale, da cui con un espediente giocoso vengono fatti uscire. Una azione in cui da fruitori singoli, oggetto di ironica vessazione da parte del gruppo di performer che agiscono secondo schemi linguistici e d’azione di stampo anarcoide-demenziale, diventano gruppo compatto che invade la strada, il parco, il quartiere, affermando una presenza che diventa istanza culturale. La creazione pur con qualche calo di tensione e variabilità dovuta alle dinamiche dell’improvvisazione, mantiene una sua spaesante capacità di coinvolgimento e divertimento, lasciata ovviamente anche alla volontà del pubblico di farsi complice, di giocare. Si legge in controluce l’istanza politica, affermata per gioco ma che resta nella memoria dell’esperienza.

19105848_814196228736377_815310183919374936_n.jpgSul tema della memoria e dell’esperienza gioca in maniera definita e lucida Audio Video Memory Experience, una creazione site specific sul quartiere Isola che viene vissuta da uno spettatore per volta. Attraverso l’uso di  piccoli tablet e audiocuffie, si viene guidati in un percorso di pochi isolati ma denso della storia degli ultimi cinquant’anni della zona. Un quartiere con un’identità precisa fra piccolo artigianato, momenti di sovversione sociale, isolamento dal resto del contesto urbano e piccole figure della mala, diventati Masaniello di rivolte di quartiere. Il tutto raccontato attraverso un collage di video d’archivio, memorie e interviste capaci di entrare nell’emozione del partecipante, che sovrastato dalla modernità architettonica e dalla memoria del tempo, torna al punto di partenza con una sensazione molto nitida e precisa di quello che ha vissuto e del territorio oggetto d’indagine. In un tempo in cui le pratiche di narrazione multimediale della storia dei territori abbondano, questo gruppo creativo rivela una capacità e una sensibilità assolutamente particolare e ricca. Da seguire.

unnamed-1.jpgConcludiamo con una delle visioni di punta di questa edizione del festival, lo Stones del collettivo israeliano ORTO-Da. Composto da artisti di strada travestiti da statue immobili, questo complesso scultoreo prende vita e racconta fra ironia e dramma le vicende della Shoa. Il dramma del nazismo e della persecuzione della comunità ebraica viene raccontato senza parole ma con gesti, allusioni, simboli che vengono agiti in pochi metri quadri di allestimento, grazie ad un sapiente uso delle luci e del movimento. Lo spettacolo che dura un’ora e dieci circa ha una prima parte sofisticata e molto bella, in cui davvero la poesia viene creata dal nulla e con nulla. Le forme, le composizioni umane, restituiscono una dolorosa capacità di insinuarsi, con l’ironia tipica dell’ebreo che rilegge la sua storia. Più annacquata e meno icastica la parte finale, che si allunga fra ammiccamenti pop e combinazioni d’immagine meno risolte e profonde.

 

REVOLUCLOWN

Regia Revoluclown

Interpreti Oscar Fernandez Florencia Della Valle Sarah Allworthy Jesús Soler Pau Alís

Costumi Gisela Moda

Produzione Revoluclown

 

A.V.M.E.

Una produzione AcquasumArte

web: www.acquasumarte.it

e mail: info@acquasumarte.it

 

STONES

Autore
una creazione di Yinon Tzafrir – drammaturgia Yifat Zandani Tzafrir

Regia
Yinon Tzafrir, Daniel Zafrani

Interpreti
Avi Gibson Bar-El, Mott Sabag, Hila Spector, Nimrod Ronen, Michael Marks, Yinon Tzafrir

Luci
Uri Morag

Musiche
Daniel Zafrani, Yinon Tzafrir

Costumi
Tova Berman

Produzione
ORTO-DA Theatre Group