unnamed.jpgRENZO FRANCABANDERA | E’ certo un passaggio autorale singolare quello che ha spinto Michele Santeramo, fra i nostri più apprezzati drammaturghi, a scrivere un testo per il teatro, di cui si fa anche interprete narratore, in cui il celebre artista scienziato Leonardo si trova davanti ai dilemmi dell’eternità.

Innanzitutto perché l’operazione, prodotta da Fondazione Teatro della Toscana – Teatro ERA di Pontedera, con cui l’artista e scrittore è in collaborazione da alcuni anni, è un ibrido teatrale che più che al rito dello spettacolo guarda al rito della favola, del novellare.

In secondo luogo perché la scrittura, pur nell’adattamento scenico e nella leggerezza ironica che lo permea, preserva le caratteristiche del dialogo filosofico, dell’operetta morale, adatta ad un pubblico di diverse età. La riflessione a cui Leonardo Da Vinci l’opera nascosta si spinge riguarda il tema della vita eterna, in un controluce che si bagna nella lettura de L’ordine del tempo del fisico Carlo Rovelli, estrapolandone una singolare aporia, su cosa l’uomo sarebbe disposto a cedere per prolungare all’infinito la sua esistenza. E’ un dilemma che ha affascinato la scrittura da sempre e sono innumerevoli i rimandi possibili.

Ma qui restiamo sul piacevole fatto teatrale, lo scrittore che legge se stesso al pubblico (aiutato dalle suggestioni delle bellissime illustrazioni di Cristina Gardumi), interpretando una storia nella classica modalità dell’affabulazione. E l’operazione nella sua semplicità riesce, sia perché davvero l’apparato iconico di corredo è notevolissimo, sia perché la drammaturgia ha piani diversi ma si presta in modo particolare proprio a questa modalità. Potrebbe essere un piacevole libro, di un personaggio astratto, geniale ma imbranato, colto nel guardare alle cose terrene della vita, ma pronto a interrogarcisi con una cifra assoluta, filosofica, che come tutte le cose filosofiche si scontra poi con il reale. Così Leonardo scoprirà l’elisir di lunga vita, il segreto della vita eterna, ma alla fine si rivelerà inapplicabile, perché nessuno vorrà sottostare alla dura legge che la ricetta prevede, ovvero la rinuncia ad ogni emozione, passione, azione; perché sarebbe di fatto uguale ad una morte eterna.

Di questa operazione e della recente attività artistica abbiamo parlato con Michele Santeramo in questa video intervista realizzata presso il Teatro Era di Pontedera, nei giorni del debutto nazionale.

LEONARDO DA VINCI  L’opera nascosta

di e con Michele Santeramo

regia Michele Santeramo

immagini Cristina Gardumi

luci Fabio Giommarelli

Produzione Fondazione Teatro della Toscana