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RENZO FRANCABANDERA | Non sarà sfuggito neanche agli internauti più distratti il conflitto scoppiato in rete fra supereroi della musica.

Rita Pavone, cantrice della ribellione contro il potere costituito (“la storia l’ha insegnato che il popolo affamato fa la rivoluzion” – da Viva la pappa col pomodoro – 1964), ha scagliato su Twitter la sua alabarda spaziale contro il gruppo rock americano dei Pearl Jam, reo durante un concerto di aver sostenuto l’iniziativa #apriteiporti, a favore della pietà umana verso i migranti.

“Ma farsi gli affari loro no???” ha tuonato la cantante dalla sua base spaziale in Svizzera, (da decenni in realtà ben lontana dai porti, e forse anche dal fisco, dello stivale), ansiosa di argomentare in modo sofisticato sul complesso tema dei grandi movimenti di massa nel mondo dell’economia globalizzata.

Rita non è nuova al confronto a distanza con le grandi rock band. Agli annali sono passate le interviste con le quali la Paul Anka in gonnella sosteneva che nel brano San Tropez del disco Meddle dei Pink Floyd, lei stessa sarebbe stata citata nel verso «I hear your soft voice calling to me / Making a date for Rita Pavone». Afferma in particolare che nell’estate del 1973, mentre lavorava sulla Costa Azzurra, le venne segnalata nel parterre  la possibile presenza di alcuni membri del gruppo dei Pink Floyd. Anni dopo, caso vuole che in un libro sui Pink Floyd edito dalle edizioni Arcana, riprendendo il testo di San Tropez, la cantante avrebbe ritrovato proprio la frase di cui sopra.

Ma l’album Meddle è di ben due anni precedenti al presunto incontro riportato da Pavone, e il verso, in realtà, recita: «[…] later by phone» (come riportato nelle pubblicazioni ufficiali) e non: «[…] Rita Pavone». L’errore deriva dalla faciloneria di alcune pubblicazioni italiane degli anni Settanta e forse dallo scherzo di un traduttore. Ma nonostante le evidenze, lei ha continuato a dare la sua versione dei fatti, probabilmente per interesse autopromozionale.
La cosa importante è che comunque in questo nuovo titanico conflitto a distanza fra la Pel di carota della musica italiana e i giganti del rock, la pepata cantante abbia avuto il sostegno niente meno che del ministro degli Interni del governo italiano Matteo Salvini, il quale non ha mancato, dedicando, come ogni giorno, il suo tempo alle questioni più scottanti, di farci sapere: “Io sto con Rita Pavone“. Sempre su Twitter, ovviamente.

È importante essere al riparo dai nemici della pace, e di essere difesi da Leghe di supereroi di questa portata. È anzi, giusto regalare loro ancora mezz’ora di traffico internet gratis, come propone l’altro campione della lotta al regno del male Di Maio.

Cosicché, tenendo chiusi i porti e avendo tempo per navigare più tranquillamente (in rete), possano infliggere, post dopo post, il colpo di grazia anche ai Rolling Stones e ai Led Zeppelin. L’Italia non è più sola.