ROBERTA RESMINI | È una commedia graffiante, sapida di metafore, decisamente divertente Sognando la Kamchatka della Compagnia Teatro Binario 7 andata recentemente in scena al Teatro Libero a Milano.
Lo spettacolo racconta la storia di tre amici: Filippo (Marco Ripoldi), autista di auto di lusso, perdutamente innamorato di Claudia, che lo ha lasciato quattro anni prima. Nicola (Massimiliano Loizzi), un ex idealista rivoluzionario che sta cercando, da anni, di pubblicare un libro autobiografico. I suoi sogni se li è portati via un incidente che lo costringe ora su una sedia a rotelle. Diego (Corrado Accordino), un uomo di 47 anni che sta ancora cercando di diventare un attore affermato e trascorre le sue giornate a fare provini per le pubblicità anziché impegnarsi in un lavoro concreto.
I tre si incontrano a casa di Filippo per una partita a Risiko, il celebre gioco di società che simula la guerra, con carri armati e conquiste di territori, attraverso strategia d’azione e fortuna nel lancio dei dadi. Fin dall’inizio emergono le fragilità e le frustrazioni dei tre protagonisti: l’amore non corrisposto e irrisolto, una professione che non funziona e la conseguente dipendenza economica dai genitori e dagli amici, la disabilità.

FB_IMG_1552605144468-e1553684074789Due guerre si inscenano in parallelo: alla guerra del tutti contro tutti che si combatte sul tabellone del Risiko e si acuisce nel momento in cui gli amici si contendono la regione russa della Kamchatka, si sovrappone una guerra personale, di cui Claudia, personaggio solamente nominato – vaga presenza di lei solo l’anello che Filippo vorrebbe darle per suggellare il loro amore –, è il motore.

La serata trascorre tra attimi di finta armonia, in cui i tre brindano alla loro amicizia, a momenti in cui si domandano cosa li tenga uniti e se abbia ancora senso il loro rapporto. Viene spontaneo, per i tre, domandarsi che cosa rappresenti un amico: solamente un’ancora, una voce gentile, una spalla sicura o colui che, proprio perché ci conosce profondamente, quando vuole ferire sa dove e come colpire. La partita a Risiko diventa il mezzo per scoperchiare falsità e piccole ipocrisie del loro rapporto; come in ogni amicizia a tre si creano e si sfaldano alleanze, si incorre in collusioni. Si emettono sentenze nei riguardi delle frustrazioni altrui, in un valzer di piccole malignità e di cortesie, rotture e riconciliazioni, fino all’epilogo finale, quando si scopre il vero motivo della rottura della storia tra Filippo e Claudia.

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L’ironia è la chiave di uscita da una situazione difficile da gestire come quella che investe i personaggi in scena. Di certo l’umorismo non manca a Massimiliano Loizzi e Marco Ripoldi, anime del collettivo comico Il Terzo Segreto di Satira, che la regia di Corrado Accordino riesce bene a valorizzare, lasciando alla loro complementarità il ritmo dell’azione scandita da siparietti scorrevoli, che non manca di isolare i personaggi negli “a parte” riservati ai loro pensieri – e ben sottolineata nel gioco di luci, puntuali nell’allargarsi o mettersi a fuoco su un personaggio nel momento delle sue confessioni. Il risultato è un ritmo sempre sostenuto, pur con con alcuni momenti di maggior lentezza per prendere fiato, tra battute amare, uscite intelligenti e stacchi musicali.

Efficace la scelta dei costumi (di Chiara Maria Vitali, che cura anche la scenografia) che concorre a caratterizzare i personaggi: Filippo indossa un completo marrone e una camicia bianca, è elegantissimo ma stona con gli altri due amici; Diego,  in “camicia da fricchettone” e pantaloni casual e Nicola con tuta nera e sabot grigi. La scenografia  tripartita permette di scandire i momenti della pièce: vede al centro un tavolo dove gli amici passano la maggior parte del tempo e, alle spalle, una finestra con appesi dei palloncini colorati; un tavolino con bibite e patatine e un giradischi, dove a turno i tre si dirigono per allontanarsi dalla scena principale; una poltrona dove si fermano a pensare a voce alta, in una riflessione che investe anche lo spettatore.

FB_IMG_1553002118968È una commedia leggera che pone, tuttavia, questioni serie. Prima di tutto quelle riguardanti i rapporti umani: l’amicizia, quella matura, che si sviluppa da adulti, in cui l’amico rappresenta la figura consolatoria ma è anche colui che sprona e che ha la sincerità di affrontare le situazioni più scomode e, talvolta, imbarazzanti; l’amore e il tradimento e, con essi, la necessità di elaborare situazioni traumatiche per riuscire a vivere una vita non fatta di illusioni; infine, il tema della felicità nella realizzazione delle proprie aspettative. Temi esistenziali ma affrontati in chiave giocosa.

Se l’ironia rende lo spettacolo fin dalle primissime battute esilarante, non altrettanto riuscita è, a nostro avviso, la caratterizzazione dei personaggi che paiono essere abbozzati, non delineati nel dettaglio, lasciando la sensazione di uno spettacolo sicuramente godibile e ricco di belle intuizioni che, tuttavia, non esprime a pieno il suo potenziale.

 

SOGNANDO LA KAMCHATKA

drammaturgia e regia Corrado Accordino
con Corrado Accordino, Massimiliano Loizzi, Marco Ripoldi
assistente alla regia Valentina Paiano
scene e costumi Maria Chiara Vitali
Produzione Compagnia Teatro Binario 7
Spettacolo sostenuto nell’ambito del progetto Next 2018 – Laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo