ROBERTA RESMINI | Il Festival di teatro popolare di ricerca L’Ultima Luna d’Estate giunge alla sua ventiduesima edizione, tracciando un itinerario di spettacoli e letture diffusi per le province di Lecco e di Monza-Brianza. La rassegna, in programma da giovedì 29 agosto a domenica 8 settembre, si articola in vari spazi, molti dei quali non teatrali, riconfermando l’idea di un teatro che tenta di abitare luoghi non usuali quali cascine, corti, ville e agriturismo: luoghi con caratteristiche peculiari che vanno a esaltare il dialogo con il territorio, grazie ai rapporti con i produttori, coinvolti in una serie di eventi come gli aperitivi teatrali che uniscono lo spettacolo in atmosfera “campagnola” a degustazioni di ottimi vini e prodotti del luogo.

L'ultima luna foto

L’attenzione al locale e alla Provincia, attraverso una proposta di spettacoli rivolti a tutti che si esprimono in formule attraenti, non perde di vista nemmeno quest’anno temi di portata globale: quello attorno a cui ruotano gli oltre venticinque appuntamenti di questa edizione, sotto la direzione artistica dell’attore e regista Luca Radaelli, è l’esilio nei suoi molteplici significati. Un festival che diventa, dunque, uno strumento per indagare i valori profondi che ci appartengono come esseri umani e che ci pone di fronte a interrogativi di grande attualità.

A Luca Radaelli abbiamo chiesto di raccontarci il tema di questa edizione 2019.

Luca_Radaelli4L’esilio è un allontanamento contro la propria volontà. Romeo viene allontanato da Verona per aver ucciso Tebaldo. Il Decameron nasce dai racconti di alcuni giovani esiliati da Firenze a causa della peste. In esilio muoiono gli oppositori di un regime; sempre che trovino qualcuno disposto ad accoglierli in quanto profughi e/o rifugiati, come ci racconta Brecht nei Dialoghi di profughi. È un esilio l’emigrazione – raccontata da Gianmaria Testa e Giuseppe Cederna in Da questa parte del mare – , quella delle boat people de La nave dolce, quella di chi si nasconde nei camion; ma anche quella di chi ha un regolare permesso di soggiorno, di chi se ne va perché il lavoro sta scomparendo, come in Piccola società disoccupata di Rémi De Vos, o in cerca di una professione adeguata ai propri studi: i cervelli in fuga. Il Mistero buffo ci narra poi del più celebre degli esilî, quello che costrinse Gesù in Egitto.
Nessuno sceglie di andarsene a cuor leggero dal luogo dove è nato, cresciuto, dove ha casa, amici, affetti, dove si è formato assorbendo cultura, lingua, costumi. Bisogna sradicarsi, bisogna adattarsi, integrarsi, provare «come sa di sale lo pane altrui e come è duro calle lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale» (da Dante, un altro che l’esilio lo ha provato).

Un tema certamente attuale, visto il periodo storico che stiamo vivendo

Un tema sempre attuale, semmai. L’esilio è forse una condizione imprescindibile dell’uomo. Costretto a spostarsi fin da quando il sapiens si è imposto nel mondo, perennemente in marcia in cerca di condizioni di vita migliori. E non si è perennemente in fuga da se stessi, dalla propria identità, dai propri limiti, dalla propria condizione umana? Come se sempre cercassimo un altrove – la cima di un monte, un’isola deserta, il paradiso, la luna – dove trovare finalmente pace. Forse, allora, il teatro è il luogo dove far scoppiare queste contraddizioni, dove far risuonare la parola, la lingua di chi s’è allontanato. Il luogo dove cercare un approdo.

Anche quest’anno il cartellone presenta un fitto programma di appuntamenti. Quali quelli imperdibili?

Decretare quale spettacolo si possa ritenere imperdibile è sempre una scelta personale. Certamente merita lo spettacolo di apertura con Giuseppe Cederna e il poetico Da questa parte del mare, viaggio struggente, lirico e ruvido – per storie e canzoni – sulle migrazioni umane e sulle radici e il senso dell’umano, tratto dal libro di Gianmaria Testa. Degna di menzione la prima nazionale di Dissipatio H.G., uno spettacolo per attore e trombone, tratto dall’omonimo sorprendente romanzo di Guido Morselli e interpretato da Guido De Monticelli (al trombone Alessandro Castelli), con una lezione introduttiva su Morselli a cura del Professor Franco Minonzio. Un’altra prima nazionale è il nuovo spettacolo di TIB Teatro, per la regia di Daniela Nicosia: La nave dolce, ispirato all’omonimo film di Daniele Vicari sullo storico sbarco di 20.000 albanesi a Bari sulla nave Vlora nel 1991; ancora fatti storici, perché su questi serve riflettere, in Stelle di Maggio di Rizzi/Scala, uno spettacolo popolare nello stile dei cantastorie che tesse un filo da Portella della Ginestra a Piazza Fontana. Altri debutti sono Fly me to the moon del Jet Propulsion Theatre, drammaturgia di Andrea Brunello con Laura Anzani e Ettore Distasio, storia di una relazione d’amore all’ombra del potente missile Saturno V e del Progetto Apollo (a introdurre lo spettacolo sarà l’astronomo Loris Lazzati) e Angst – il dramma perfetto, di e con Giulietta De Bernardi e Diego Dioguardi, viaggio negli abissi di un’esistenza, un cammino che rivela la parte piu fragile dell’io, quella che trema nell’incertezza e nell’ossessione dei sensi di colpa.
E ancora l’intervento del filosofo, accademico e politico Massimo Cacciari lunedì 2 settembre proprio sul tema esilio e Dialoghi di profughi – da Bertolt Brecht di Chille de la Balanza, un’amara e divertente riflessione su potere e populismo; Con me in Paradiso, a cura di Teatro Periferico, racconto di due moderni ladroni in fuga, messo in scena con alcuni immigrati: il padrone di una ex fabbrica e un extracomunitario, che si ritrovano a tu per tu con un personaggio a loro sconosciuto – Gesù – inseguito da una folla inferocita.
Una prospettiva “d’altura” che racconta chi ha scelto la montagna come luogo di osservazione eccentrico e ne ha fatto spazio per la propria ribellione ne I Ribelli della Montagna, di e con Luca Radaelli e Ruggero Meles. Il gran finale è affidato al Decameron – un racconto italiano in tempo di peste di Tullio Solenghi (produzione Teatro Pubblico Ligure, con il patrocinio dell’Ente Nazionale Boccaccio).
Diversi sono anche gli appuntamenti per i più piccini, da Sganapino e le farse delle teste di legno con I Burattini di Christian Waldo a Cecco l’Orsacchiotto di Pandemonium Teatro e Alice del Teatro dei Navigli.

Tantissimi, dunque, gli spettacoli per farci riflettere.

E per farci sognare. Proprio come diceva Eschilo: «So come gli uomini in esilio si nutrano con sogni di speranza». D’altra parte, è la frase da cui parte questa ventiduesima edizione.

Quest’anno il festival accoglie un’importante novità. Ci vuoi dare qualche anticipazione?

Novità di quest’edizione è la sezione Luna Crescente: spazio dedicato alle compagnie under 30 per mostrare nell’ambito del festival il loro lavoro. Tre le compagnie selezionate: Alessandro Sesti con Ionica, spettacolo realizzato vivendo sotto scorta insieme ad Andrea Dominijanni, testimone di giustizia che vive in Calabria a Sant’Andrea Apostolo dello Jonio; Micronecta Scholtzi con (Quale) Inferno_reloaded, in cui la parola, attraverso i versi danteschi originali, entra in relazione con una drammaturgia sonora con la quale s’intende ampliare la sensorialità dei versi, trasformandoli in corpo vivente; Live presenta Il tè delle tre, in cui si racconta di tre donne comuni ma con caratteristiche quasi surreali, (Linda, maniaca di ordine, igiene e pulito, Ursula, ninfomane ed eterna bambina e Sofia, narcolettica che crede di essere vissuta nel III secolo in Cina in una vita precedente). Il giudizio del pubblico decreterà la compagnia che porterà lo spettacolo completo all’edizione 2020 del festival. Un’occasione unica per scoprire nuovi talenti e comprendere la direzione che sta prendendo lo spettacolo dal vivo.

Un teatro vivo, che parla al pubblico, che si apre e invita lo spettatore con proposte sempre nuove e stimolanti. Il Festival è ideato e organizzato da Teatro Invito, in collaborazione con il Consorzio Brianteo Villa Greppi, ed è realizzato con il contributo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Regione Lombardia e Fondazione Cariplo, dei Comuni di Bulciago, Carnate, Casatenovo, Lesmo, Lomagna, Missaglia, Montevecchia, Osnago, Sirone, Sirtori, Usmate Velate, Unione dei comuni Lombarda della Valletta, Viganò, la collaborazione del Parco di Montevecchia e del Curone e della Provincia di Lecco. Sponsor principale del Festival è Acel Energie.

 

L’ULTIMA LUNA D’ESTATE
29 agosto – 8 settembre
Direzione artistica Luca Radaelli

Qui il programma completo