RENZO FRANCABANDERA | Quelle cose che capitano anche un po’ per fortuna, oltre che per caso.
Viaggi, spostamenti, incastri, e così ci si trova incredibilmente nel momento giusto e al posto giusto. E che posto!
Va bene la Sicilia, va bene Messina.
Ma LO STRETTO!! Il tratto di mare che separa Calabria e Sicilia è segnato dalla presenza di due mari che si incontrano, confluiscono nell’incredibile equilibrio idrodinamico di questo luogo, che fonde i mari che ribollono a poche decine di metri dalla spiaggia per correnti tumultuose e inarrestabili, note già ai tempi di Omero.

img_7915
Non conoscevo questo posto incredibile, per raggiungere il quale occorre percorrere mezz’ora di macchina verso nord sulla panoramica costiera, dall’approdo dei traghetti a Messina, fino, appunto, a Capo Peloro.
Vedendo lo stretto dall’alto i colori mostrano chiaramente le differenti masse d’acqua presenti. Se si potesse guardare oltre la superficie del mare, vedremmo la “sella”  di un monte i cui opposti versanti hanno pendenze assai differenti. Nel mar Tirreno, infatti, il fondale digrada lentamente fino a raggiungere i 1.000 m nell’area di Milazzo e, per trovare i 2.000 m di profondità si deve oltrepassare l’isola di Stromboli. Nella parte meridionale (mare Ionio), invece, il pendio è molto ripido e a pochi chilometri dallo stretto è possibile registrare già la profondità di 500 m tra le città di Messina e Reggio, poco dopo i 1.200 m più a sud (punta Pellaro), fino ai 2.000 m di profondità al centro della linea che congiunge idealmente capo Taormina a capo d’Armi. Qui vive o è presente il 95% delle specie viventi nel Mar Mediterraneo.
Le Sirene dell’Odissea erano figure mostruose, che ben poco avevano a che fare con il dolce viso della piccola protagonista disneyana. Ricordavano piuttosto, nel loro famelico cibarsi di navi alla deriva, le mostruose creature che, quando le mareggiate sono violentissime e le correnti ascensionali percorrono vorticose i duemila metri che separano la profondità dell’abisso marino poco distante dalla superficie, vengono portate a riva dagli schiaffi delle onde, e che non è raro incontrare d’inverno sulla battigia.
Non sapevo nulla.

Qui voleva che arrivassi Gigi Spedale quando mi ha invitato, insieme al “padrone di casa” Massimo Barilla, per Horcynus Festival 2019, anche in ragione della concomitante replica in un’unica serata dell’intera trilogia Santa Samantha Vs. di Rosario Palazzolo, una delle figure più interessanti del teatro siciliano (e non solo), che grazie alla disponibilità del Festival e del Teatro Biondo di Palermo, è riuscito a rendere possibile in un’unica serata i tre spettacoli; sforzo non facile né dal punto di vista organizzativo né da quello recitativo, essendo stato “riallestito” in una serie di spazi non convenzionali e anche per taluni versi modificativi dell’atmosfera “teatrale” degli stessi.
Ci dedicheremo alla trilogia di Palazzolo con un focus a parte, volendoci qui soffermare sul Festival e sull’occasione incredibile fornita dalla programmazione artistica in un luogo dalla morfologia e dalla storia così millenaria, ma ancora così viva, ancorché poco conosciuta finanche dai siciliani.

Parlare di arte in questo luogo senza comprendere la vertigine naturale che si prova a pelle è praticamente impossibile. Occorre che si conosca qualcosa, e la si impara facilmente al Museo d’Arte Contemporanea Horcynus Orca (MACHO), curato da Martina Corgnati, un progetto di ricerca sulle arti visive dei contesti culturali e geo-politici mediterranei, intrapreso dal momento stesso della nascita della Fondazione Horcynus Orca, insieme alla scoperta, grazie ad uno scavo archeologico facilitato dall’azione della Fondazione stessa, delle basi dell’antico e grandioso faro di età romana, all’epoca secondo nel Mediterraneo per grandezza solo a quello di Alessandria, e riprodotto persino sulle monete che fece battere qui, dopo la morte di Cesare, fra il 42 e il 40 a.C., Sesto Pompeo, che occupò l’isola.
Davanti a queste acque fu poi sconfitto alcuni anni dopo dalle armate guidate da Marco Vipsanio Agrippa nel 36 a.C. e fedeli ad Augusto, futuro imperatore. Della vicenda si può leggere un vivo ancorché romanzato resoconto nel bellissimo e documentato Augustus, frutto della geniale penna di John Williams.
Ancora oggi in questo luogo sorge il nuovo faro. È a pochi metri da quello romano, sulle cui rovine era stato costruito quello che a lungo resistette e fu a più riprese fortificato, fino al 1800; poi caduto via via in abbandono è stato recuperato proprio dalla Fondazione, che ne ha fatto la meravigliosa sede del museo, le cui attività espositive sono sempre state concepite non come evento occasionale e passeggero, ma come strumento di arricchimento permanente del territorio e di sviluppo di una collezione, aperta a comprendere tutti i generi artistici e i linguaggi della creatività contemporanea e che si compone anche di lasciti e donazioni, fino a creare una collezione costituita da un centinaio di opere, esposte nel percorso di visita permanente, e da un archivio video di circa 500 titoli, con opere di oltre 200 artisti. Oltre ad un ambiente con una raccolta delle specie degli abissi sottomarini presenti nello Stretto (come nell’immagine precedente).
Un luogo da visitare. Una delle dieci cose da non perdere assolutamente in questo angolo di Sicilia.

Guardiamo dal basso la torre antica e la costruzione dell’architetto Morandi, una delle due, le gemelle che si parlano ai due estremi dello Stretto. Il Macho è davvero un punto di eccellenza di dimensione internazionale nell’ambito dei linguaggi contemporanei di quest’area. Nelle sale ottocentesche del complesso monumentale è anche ospitata SALAMARE una infrastruttura interattiva immersiva 3D, realizzata nell’ambito di un progetto di ricerca cofinanziato dal MIUR: si tratta di un ambiente scenografico interattivo dedicato agli archivi della Fondazione, dotato di due tavoli sensibili e di uno schermo per la visione di gruppo con proiezioni su tutte le pareti e che, oltre a valorizzare l’archivio della Fondazione, viene di volta in volta messa a disposizione degli artisti per le loro creazioni;

E ci troviamo qui per Metamorfosi, l’edizione 2019 di Horcynus Festival, una rassegna  multidisciplinare fra cinema, musica, arti e teatro che quest’anno ha la Spagna come paese ospite, con appuntamenti che proseguono fino a Settembre, tra Messina e Mirabella Imbaccari (CT), organizzato come sempre della Fondazione Horcynus Orca e della Fondazione di Comunità di Messina, quest’anno in collaborazione con l’Ambasciata di Spagna in Italia e la Fondazione con il SUD.

Il calendario di appuntamenti si è aperto, nell’ambito dell’Horcynus Social Festival, con la proiezione del film Primula Rossa, diretto da Franco Jannuzzi e prodotto dalla Fondazione di Comunità di Messina e da alcuni membri del Distretto Sociale Evoluto: la Fondazione Horcynus Orca ed Ecos-Med. La produzione è stata supportata da Radical Plans e ha visto la collaborazione della Fondazione Con il Sud, di Manachuma, di Talento dinamico e di Ecosmedia che cura la distribuzione. Notevole nel complesso Arcipelaghi della visione, la sezione cinematografica del Festival, iniziata il 26 luglio e proseguita per tutta la durata del festival con proiezioni di cinematografia indipendente e sociale.

Dopo alcuni eventi programmati dal 21 luglio in avanti fra i quali Sfrimma – le poesie di Enzo Mancuso (Mesogea 2019),  un omaggio al poeta (qui alcune liriche) con Massimo Barilla, Carlo Guarrera, Enzo e Lorenzo Mancuso, in collaborazione con SabirFest, e il reading poetico-teatrale Parole in battere e levare, di e con Massimo Barilla, musiche di Luigi Polimeni, a cura di Mana Chuma Teatro, arriviamo nel cuore della sezione teatrale MigrAzioni tra terra e mare per la trilogia di Palazzolo, preceduta il 3 agosto da F-Aìda, reading teatrale con Salvatore Arena e Massimo Barilla, accompagnati dal vivo da Luigi Polimeni, sempre a cura di Mana Chuma Teatro. 

3D727A49-B60F-44AF-A665-D0A5D772F6CC.jpeg

Un lavoro ibrido, nato da una scrittura letteraria e poetica che racconta di una faida familiare che porta un giovane alla scoperta di sé, della sua identità, e delle forze interiori più nascoste, in un’antro archetipico della memoria. Il reading, affidato alla bella interpretazione di Salvo Arena, sta cercando la sua strada verso la scena, dove ovviamente molte cose si modificheranno, sia nel testo che nel portato recitativo e musicale. È proprio questo pezzo di ricerca fra la parola letteraria e il luogo teatro la parte che forse maggiormente interessa Barilla, che anche in questa mise en espace pare, con la sua presenza, sospeso fra testo e teatro, fra letteratura e scena. Una posizione senza dubbio complessa, artisticamente scomoda e coraggiosa, ma anche foriera di sviluppi interessanti, se indagati con profondità e spirito d’avventura.

PER SAPERNE DI PIÙ

IL FESTIVAL A SETTEMBRE

A settembre sono in programma, nuovamente a Messina, l’Horcynus Edu e l’Horcynus Lab Festival. La sezione Educational, che ha il compito di massimizzare sul territorio messinese l’impatto sociale ed educativo degli esiti del lavoro di ricerca della Fondazione di Comunità e della Fondazione Horcynus Orca, dal 16 al 29 settembre ospita la Scuola del documentario di impegno civile a cura di Paolo Benvenuti e Federico Vitella, in collaborazione con il Dipartimento Cospecs dell’Università di Messina.

L’Horcynus Lab, l’articolazione del Festival che ha l’obiettivo di costruire, a partire dalla Sicilia e da Messina, cooperazioni strategiche per promuovere e condividere policy di trasformazione e di sviluppo umano sostenibile, esperienze, pratiche, paradigmi e prototipi tecnologici, sociali ed economici esplicitamente orientati a sperimentare processi di trasformazione e metamorfosi in diversi territori della sponda sud del Mediterraneo e in altre aree del sud del mondo, si apre il 24 settembre con la consegna del Premio Horcynus Orca a Filippo Giorgi, già componente dell’IPCC, il panel intergovernativo che nel 2007 ha vinto il Nobel per la pace e il seminario “L’uomo e la farfalla. Scenari globali e cambiamento climatico”. Dal 25 al 27 settembre, il Parco Horcynus Orca ospiterà poi la II edizione del seminario internazionale della Scuola Euro-Mediterranea di economia etica, bellezza e pace (SEMER), ancora incentrato sull’attualissimo e drammatico tema dei mutamenti climatici e sulle conseguenze socio-economiche, incluso il fenomeno delle migrazioni.

Con questo tema si intreccia anche la sezione “Punteggiature di Arte Contemporanea” del Festival, curata da Martina Corgnati, che il 24 settembre si apre con l’inaugurazione di un’installazione di Giovanna Giachetti, ospitata dal Museo d’Arte Contemporanea Horcynus Orca. Dal 25 al 28 settembre, in programma una serie di seminari con ospiti internazionali (Raffaella Spagna, Andrea Caretto, Anne de Carbuccia, Ananda Banerjee, Massimo Spadoni, Begoña Zubero Apodaca): incontri con artisti che – tramite performance, laboratori o lezioni frontali e proiezioni tematiche – presenteranno il proprio lavoro, che nasce in contesti molto diversi, sui temi del paesaggio e della valorizzazione ambientale attraverso l’arte.

NOTE
La Fondazione di Comunità di Messina nasce dal partenariato di alcune tra le principali reti sociali, educative, istituzionali e della ricerca scientifica del proprio territorio e importanti attori e network sociali nazionali ed internazionali.
Gli attori locali coinvolti (oltre il Comitato Promotore della Fondazione di Comunità di Messina), in qualità di soci fondatori sono:

Fondazione Horcynus Orca
Fondazione Padre Pino Puglisi
Consorzio Sol.E.
Ecos-Med

e inoltre:
Confindustria Messina, oggi fortemente impegnata nella lotta al racket e nella promozione della legalità
ASP di Messina, che da anni sperimenta modelli evoluti di welfare comunitario.
Accanto a questa ampia rete locale sono stati co-fondatori della Fondazione di Comunità importanti organizzazioni nazionali:

Banca Popolare Etica
Parsec, cluster romano della rete nazionale CNCA
Associazione Culturale Pediatri

La Fondazione di Comunità di Messina nasce:
con l’alto patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, concesso dall’ultimo Governo Prodi;
sotto gli auspici della Cassa delle Ammende del Ministero della Giustizia Italiano e della Fondazione con il Sud.

in partenariato strutturato con Caritas Italiana, con REVES (la principale rete europea per la promozione dell’economia sociale e solidale) e con SEFEA (la Società Europea delle Finanziarie e delle Banche Etiche ed Alternative).

1 COMMENT

Comments are closed.