LAURA BEVIONE | L’ostinata volontà di portare l’arte del circo e della danza a un pubblico il più vasto possibile è più forte dello sforzo organizzativo immane e della responsabilità gravosa imposta dall’emergenza Covid-19: ecco, allora, che il festival internazionale Mirabilia non dà forfait spostando l’appuntamento al 2021 bensì offre una quattordicesima edizione ricca e percorsa dal ragionevole entusiasmo del direttore artistico Fabrizio Gavosto e del suo staff, compresi i giovani volontari.

Difficoltà oggettive e tenace passione che l’inaugurazione, martedì scorso, della sezione del festival ospitata – per la prima volta – dalla città di Cuneo, ha vividamente testimoniato.

Nel tardo pomeriggio Arturo Brachetti – tagliando, insieme al sindaco della città piemontese, un nastro rosso portato da alcuni acrobati – ha dato inizio a questa prima parte della rassegna, definendola appunto «la più coraggiosa di sempre, che vuole guardare avanti nonostante tutto e regalare al pubblico, ancora una volta, un’emozione».

E sicuramente toccante e duraturo rimarrà negli spettatori il ricordo delle due performance programmate per questa serata inaugurale, pensata all’insegna del circo contemporaneo francese.

Foto di Andrea Macchia

Il primo spettacolo, ospitato sul palco del Toselli, piccolo e accogliente teatro all’italiana nel centro storico di Cuneo, è Concerto pour deux clowns, della coppia di musicisti-acrobati-clown francesi Julia Moa Caprez e Igor Sellem, in arte Les Rois Vagabonds.

Un sipario rosso, un enorme lampadario di cristallo, due bauli scuri e tanta voglia di divertire e stupire sono gli ingredienti di una messinscena composita e grintosa, durante la quale i due artisti ricorrono con disinvolta naturalezza ai propri eclettici talenti: musicisti – violino e vari strumenti a fiato – e cantanti – lei sfoggia una sicura voce da tenore -, ma anche acrobati e mimi e, soprattutto, clown, capricciosi e coriacei, malinconici e sognanti.

Un susseguirsi senza soluzioni di continuità di numeri musical-acrobatici, in cui un’ampia e lunga gonna rossa può innescare destrezze e trucchi inattesi e il lampadario diventare altalena per voli arditi; mentre le note del Bolero di Ravel sono occasione di un irresistibile crescendo di eterogenei virtuosismi.

Foto di Andrea Macchia

La coppia – affiancata, nel finale, dal figlio, piccolo ma già risoluto clown fisarmonicista – colma il teatro di spensieratezza e gioia di vivere ma anche di commozione e nostalgia.

Foto di Andrea Macchia

Un’atmosfera diversa quella creata, invece, dalla storica Compagnie Rasposo,  diretta dal 2012 da Marie Mollien, decisa a continuare la tradizione della propria famiglia. Nel proprio chapiteau la compagnia ha proposto, in prima italiana, Oraison, progetto sostenuto nel 2019, in fase di creazione, anche da Mirabilia attraverso la Residenza Artistica Multidisciplinare #Performing Lands.

Foto di Andrea Macchia

Uno spettacolo inquieto e oscuro, che non consola bensì invita a riflettere sul lato in ombra del nostro mondo. Un lavoro che non concede il benefico della catarsi ma, al contrario, procede in senso inverso, con un inizio festoso all’insegna di lustrini e passi di danza insegnati agli spettatori, improvvisamente interrotto da un inatteso black-out. Da quel momento lo chapiteau pare restringersi: dominano la semioscurità e l’effetto “foschia” generato dall’uso di velari a circoscrivere lo spazio in cui agiscono i quattro performer – tre artisti circensi e una musicista, che è pluristrumentista e cantante.

Funamboli e acrobati, ricorrono a cerchi e coltelli da lancio per scrivere una drammaturgia salda e convincente che, nata prima dell’esplosione della pandemia, ne anticipa il diffuso sentimento di smarrimento e incertezza, vulnerabilità e incredulità.

Foto di Andrea Macchia

Il copricapo bianco da Pierrot triste, la biacca che si scioglie, la macchina dei pop-corn, i pesanti abiti settecenteschi per la “parata” finale: Marie Mollien ritrae un universo languidamente decadente, incapace di riconoscere il proprio imminente sfacelo ma, all’opposto, ostinatamente legato a uno stile di vita anacronistico e non più sostenibile.

La lotta dell’uomo contro la realtà che lo incalza, obbligandolo ad assumersi responsabilità ognora incautamente schivate: ecco la donna che costringe a terra l’uomo ricorrendo ai coltelli da lancio, una sequenza allo stesso tempo agghiacciante e struggente.

Foto di Andrea Macchia

La Compagnie Rasposo, disinvolta e implacabile, invita gli spettatori a non ignorare la realtà in cui viviamo, a riconoscere i segni di malessere e disequilibrio, a conquistare, insomma, una consapevolezza che, sola, può aiutare l’umanità a salvarsi.

Che uno spettacolo di circo, oltre a sbalordire e a divertire, riesca pure a far riflettere, in maniera tutt’altro che superficiale ovvero velleitaria bensì con sincera e accorata adesione, è un risultato raramente raggiunto e che testimonia tanto della responsabile serietà di Marie Mollien e dei suoi compagni, quanto della bontà della direzione artistica di Mirabilia nella scelta di uno spettacolo  non “facile” né immediato bensì intelligentemente “difficile” e profondamente emozionante.

CONCERTO POUR DEUX CLOWNS

di e con Igor Sellem, Julia Moa Caprez
supporto tecnico Sacha Pinget, Florian Euvrard
produzione Les Rois Vagabonds, in collaborazione con Région Franche Comté, Département du Jura, Commune de Chaux des Crotenay

ORAISON

testo, regia e luci Marie Molliens
sguardo coreografico Denis Plassard
assistente alla regia Fanny Molliens
costumi  Solenne Capmas Création
musiche Françoise Pierret
suono Didier Préaudat, Gérald Molé
interpreti Robin Auneau, Zaza Kuik “Missy Messy”, Marie Molliens, Françoise Pierret
produzione Compagnie Rasposo

Teatro Toselli e Chapiteau Rasposo, Cuneo
1 settembre 2020