LAURA BEVIONE | Debutterà l’8 dicembre al Teatro Gobetti di Torino lo spettacolo multimediale Queer Picture Show, ideato dalla regista Irene Dionisio – nei giorni scorsi insignita del premio Giuseppe Bertolucci quale migliore regista europeo under 35 – con la collaborazione per la drammaturgia di Francesca Puopolo, l’interpretazione del Premio Ubu Giovanni Anzaldo e le video scenografie degli AuroraMeccanica.

Una performance innovativa che assegna anche un ruolo significativo al pubblico e che mira a raccontare una particolare corrente cinematografica, quella, sviluppatasi tra la metà degli anni ’80 e i primi ’90 del secolo scorso, del New Queer Cinema. Per approfondire l’innovativa natura del progetto abbiamo parlato con la regista, Irene Dioniso, e la drammaturga Francesca Puopolo.

Provenite da campi artistici differenti: com’è avvenuto il vostro incontro?

ID:Ho conosciuto Francesca grazie al periodo triennale di direzione artistica al Lovers Film Festival, lo storico festival LGBTQI di Torino. Sono rimasta subito colpita dal suo punto di vista drammaturgico, registico e umano. Competente, erudito, lucido, ma anche profondamente militante. Quando abbiamo iniziato a progettare con Maria Luisa Brizio la messa in produzione del progetto Queer Picture Show e lei mi ha invitato a contattare Francesca per la co-scrittura è subito venuta naturale la collaborazione. Scrivere insieme la drammaturgia di Queer Picture Show è stata una meravigliosa avventura umana e professionale. È stato un lungo lavoro che ha portato a una drammaturgia complessa e ambiziosa, lo devo ammettere, e che sicuramente dovrà affrontare ulteriori sfide durante le prove dello spettacolo e la messa in scena.

FP: Nel 2018 sono stata contattata da Altera APS per collaborare al progetto Queer Picture Show, come professionista in campo teatrale e come drammaturga. Quando Maria Luisa Brizio mi ha spiegato il corpus del progetto mi sono immediatamente appassionata al tema e ho deciso di accettare.

Foto di Daniele Salaris

Il vostro progetto è incentrato sul New Queer Cinema: quali aspetti di questa corrente cinematografica ritenete significativi e per quale motivo?

Il New Queer Cinema ha generato un cambiamento epocale nella narrazione cinematografica delle esistenze delle persone lesbiche, bisessuali, transgender e omosessuali, fino a quel momento relegate in una rappresentazione pietistica o ridicolizzante, quando non dichiaratamente patologica, o comunque condannate a un finale tragico. Todd Haynes, Derek Jarman, Rose Troche, Cheryl Dunye, Gus Van Sant e gli altri registi che hanno generato “la nuova onda” di cinema queer hanno cancellato stereotipi e pregiudizi, presentando una narrazione realistica delle vite dei personaggi, ispirata alla effettiva realtà quotidiana, lontana dalle macchiette e dalle morti “esemplari” a cui i personaggi LGBTQI sembravano condannati. Le produzioni indipendenti sono aumentate con il proliferare di festival cinematografici a tema, fino a raggiungere realtà importanti come quella berlinese o il Sundance Film Festival. Questa nuova corrente, destinata soprattutto a un pubblico LGBT, è riuscita a catturare l’attenzione di un’utenza  più variegata, interessata a produzioni d’avanguardia e a basso costo, attraverso la sperimentazione di nuovi linguaggi, la rivisitazione dei generi tradizionali e l’abbattimento dei tabù su orientamenti sessuali e identità di genere.

La performance sarà multimediale: concretamente, come si svilupperà in scena?

ll progetto è nato proprio dall’incontro con Antonio Pizzo, professore associato di Discipline dello Spettacolo all’Università di Torino, tra i fondatori della cattedra di Storia dell’Omosessualità dell’Università di Torino e appartenente al CIRMA (Centro di Ricerca Interdipartimentale per la Multimedialità e l’Audiovisivo). Abbiamo subito pensato che l’incontro tra teatro, cinema e intelligenza artificiale fosse una modalità per divulgare in maniera partecipata i temi legati al cinema e alla militanza LGBTQI.

Nel processo di scrittura abbiamo dato un personaggio e una personalità a DoppioGioco – piattaforma digitale e interattiva progettata dalla squadra Cirma – che ringraziamo vivamente. DoppioGioco diviene la vox populi e il senso comune, giudicante e a volte castrante. Ma mai esterno al corso della Storia.

Un’attenzione particolare mi pare sia riservata al pubblico: in che modo sarà coinvolto?

La drammaturgia contemporanea si orienta sempre più verso la multimedialità e l’interazione multidisciplinare, spesso anche in direzione di un coinvolgimento attivo e innovativo del pubblico nella performance. Queer Picture Show non fa eccezione: il software DoppioGioco, appositamente progettato dall’équipe del CIRMA, permetterà agli spettatori di “prendere parte” alla rappresentazione in una modalità stimolante e inaspettata. Il pubblico interagirà con i singoli quadri dello spettacolo attraverso una vera e propria votazione che indirizzerà il racconto secondo differenti linee drammaturgiche. Questo aspetto renderà il pubblico componente fondamentale della narrazione.

Foto Daniele Salaris

Per finanziare il vostro progetto è stata lanciata una campagna di crowdfunding: ci potete raccontare com’è nata e come sta andando?

ll progetto è finanziato dalla Compagnia di San Paolo, come vincitore del bando Ora! Creazioni di cultura contemporanea, vinto nel 2018. Il debutto dello spettacolo, previsto per aprile 2020, è stato cancellato a causa del lockdown: questo naturalmente ha generato una serie di problematiche legate all’allungamento dei tempi di produzione e un conseguente aumento delle spese.

Pertanto, Queer Picture Show è stato selezionato per partecipare al bando Crowdfunder35,  un’iniziativa a cura di Funder35, volta a mobilitare il territorio di pertinenza circa l’importanza della cultura, dell’arte, dell’integrazione sociale e della collaborazione tra realtà differenti, ma appartenenti alla medesima rete territoriale interconnessa. Il crowdfunding è ancora in corso ed è un’ottima opportunità per sostenere ulteriormente il progetto, lo spettacolo e il lungo e complesso lavoro delle tante professionalità coinvolte. Oltre a offrire la possibilità di avere i biglietti per il debutto dello spettacolo che sono tra i rewards.


QUEER PICTURE SHOW

di Irene Dionisio
regia Irene Dionisio
scritto da Irene Dionisio, Francesca Puopolo
videoscenografie Aurora Meccanica
sound Sweet Life Faktory
sistema interattivo CIRMA
voce Francesca Puopolo
interprete Giovanni Anzaldo

https://www.eppela.com/it/projects/27338-queer-picture-show