ESTER FORMATO | In una videointervista di qualche tempo fa per il lettori di PaneAcquaCulture, Eugenio Monti Colla – scomparso da qualche anno – ci raccontava il mondo visionario del suo Teatro di Figura, portato in auge proprio dalla sua nota e blasonata famiglia milanese che da circa tre secoli dà vita a migliaia di marionette.

Una Divina Commedia per  marionette, in scena al Piccolo Teatro di Milano, è il primo spettacolo che vedo dopo lunghi mesi in cui ho letteralmente accantonato  l’idea del teatro; non ci sono attori in carne e ossa, ma pupazzi a grandezza naturale dai fili sottili, quasi invisibili e collegati a un misterioso piano superiore dell’assito dove si sta praticando l’atavica arte del burattinaio. Non è la celebrazione del settecentesimo anno dalla nascita di Dante che spinge a vederlo  – direi che questo è solo pura coincidenza – quanto piuttosto la voglia di riscoprire qualcosa di semplice e immediato, stabilire un primo contatto con il teatro in una delle sue forme più primitive, eppure – trattandosi anche di Dante – enormemente complessa.

Nessun progetto sembra tanto ambizioso per la famiglia dei Colla, se solo pensiamo che sono conosciuti in tutto in mondo per aver portato in scena Shakespeare e le opere liriche; puri capolavori di prezioso artigianato in cui i materiali prendono letteralmente vita e offrono allo spettatore la possibilità di inabissarsi in un vivido mondo immaginario.

Lo è anche per Dante e Virgilio. Il loro viaggio naturalmente parte dalla selva oscura il cui spazio si estende oltre la quinta, oltre la metratura del palcoscenico, varcando per così dire i confini del definito. Attraverso un piccolo campione di terzine originali sulle quali viene riscritta una drammaturgia “piana” che rende accessibile a tutti l’opera dantesca, si procede verso l’incontro con le più note creature infernali e verso i quadri più immaginifici della Commedia. Compaiono a mo’ di visioni, i quattro grandi poeti del Limbo, le anime che aleggiano di Paolo e Francesca, Farinata, i dolorosi sterpi di Pier delle Vigne; sfilano gli infelici e inquietanti inquilini delle Malebolge, dando adito allo spettatore di viaggiare all’interno di un quadro tridimensionale e multiforme.
Un aspetto che sorprende è l’assenza di movimenti meccanici delle marionette, provviste di un volto e di un costume che caratterizzano altamente i personaggi del poema; al contrario, la minuziosa attenzione al minimo gesto sfata un luogo comune sul teatro di figura, talvolta inteso come uno spettacolo per sua natura sclerotico. E invece, sia per la grande arte dell’Atelier Colla, sia per l’altissima qualità di formazione e delle varie maestranze, sorprende quanto siano preminenti l’azione e la dinamicità all’interno di questo tipo di spettacolo. Così volteggiano demòni infernali sui quali Dante e Virgilio salgono a volo, galleggiano nel tossico aere del primo regno, prima di ritornar a vedere le stelle, mentre il nostro sguardo si perde già verso la montagna del Purgatorio che sorge nell’illusione prospettica della quinta del teatro.

Non è teologia o allegoria, è la trasformazione in un sogno fantasy che porterà l’eroe Dante al miglior lieto fine mai esistito: diventare padrone di se stesso.

Questa dei Colla è una Commedia rarefatta, agli orli del sogno, tanto per citare Pirandello, che evita riduzioni banali a vantaggio di una lettura essenziale e agevole a tutti noi. D’altro lato, rivela sorprendentemente anche una sua concretezza e cioè quella di rendere la Commedia non monumento da commemorare, né una trafila di celebrazioni occasionali inutili. Quello che importa è di avvicinare le nostre vite contemporanee all’esperienza umana e intellettuale insita nel poema, non certo all’intrinseca filosofia e alla teologia. Il Paradiso terrestre, la processione allegorica che culmina in Matelda e in Beatrice, il passaggio dal Purgatorio al Terzo Regno sono frutto di un cambiamento insito nell’individuo Dante. Un viaggio, una vita, un’avventura affinché  ognuno di noi conquisti l’immenso regno della propria anima e del proprio intelletto.

Un po’ come con Pinocchio, anche stavolta dei fantocci animati da abilissimi marionettisti ci ricordano cosa significa essere liberi e artefici del nostro destino.

 

UNA DIVINA COMMEDIA
riduzione e adattamento per marionette su appunti di Eugenio Monti Colla

tratta da La Divina Commedia di Dante Alighieri
musica di Danilo Lorenzini
scene, sculture e luci di Franco Citterio
costumi di Cecilia Di Marco e Maria Grazia Citterio realizzati dalla Sartoria della Compagnia
i marionettisti Franco Citterio, Maria Grazia Citterio, Piero Corbella, Camillo Cosulich, Debora Coviello, Carlo Decio, Cecilia Di Marco, Tiziano Marcolegio, Pietro Monti, Giovanni Schiavolin, Paolo Sette
apprendiste marionettiste Veronica Lattuada, Michela Mantegazza
voci recitanti Loredana Alfieri, Marco Balbi, Carlo Decio, Lisa Mazzotti, Riccardo Peroni, Gianni Quillico, Franco Sangermano
Fiando Ensemble diretto da Marco Seco
direzione artistica musicale Daniele Sozzani Desperati
strumentisti: flauto/ottavino, Ilaria Ronchi; clarinetto primo Filipe Esteves; clarinetto secondo/clarinetto basso Flavio Fazio; sassofono tenore Luca Volontè; tromba Daniele Moretto; corno Ezio Rovetta; pianoforte Luca Esposito; soprano Rosy Anoush Svazlian; theremin Daniele Sozzani Desperati; violoncello Fabio Moreddu
tecnico del suono Paolo Sportelli – Il Borgo della Musica – Milano
registrazione effettuata presso Palazzina Liberty Dario Fo e Franca Rame di Milano
direzione tecnica di Tiziano Marcolegio
regia di Franco Citterio e Giovanni Schiavolin
Nuova produzione 2021 ASSOCIAZIONE GRUPPORIANI – Comune di Milano – Teatro Convenzionato Next Laboratorio delle Idee – Regione Lombardia
Realizzato con il sostegno del Comitato Nazionale per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri

Visto il 15 giugno 2021 al teatro Grassi, Milano

Per altri suggerimenti “danteschi” su PAC  Kinkaleri e Dante