RENZO FRANCABANDERA | Il format si ripete, dialogando spesso con realtà che si occupano di benessere e meditazione nelle diverse geografie in cui la proposta si ripropone, da Bologna a fine settembre fino a Vicenza e Trieste in questa prima metà di Ottobre.
PEREGRINI – A riveder le stelle è un viaggio esperienziale nella commedia dantesca incentrato sul XXXIII canto del Paradiso, a cura della compagnia Theandric con la collaborazione organizzativa di centri yoga, spazi e associazioni che si occupano di meditazione e mindfulness.

Come Dante nella Comedia, l’esperienza performativa intende calare i partecipanti nelle vesti di Peregrini, per poi avviare una camminata meditativa (noi abbiamo seguito quella che si è svolta nel Parco Talon di Bologna), con l’impiego di una tecnica di meditazione, il distacco dai pensieri, il lasciarli fluire. In un dialogo con la natura e con se stessi, i partecipanti vengono invitati ad entrare in relazione con il testo dantesco ma ancor più con una pratica di dialogo con la geografia e la natura, individuati come veicolo per arrivare a parlare con noi stessi.

Parliamo di questo progetto di arte pubblica e condivisa, senza barriere di accesso, e che mira a far riflettere sul contributo che l’arte e la meditazione hanno sulla salute psicofisica dell’individuo, della coesione sociale, della consapevolezza ecologica nel rapporto tra persona e ambiente, con Maria Virginia Siriu, regista e direttrice artistica di Theandric Teatro, ideatrice del progetto in collaborazione con Tiziano Cerulli, attore, psicologo, istruttore di mindfulness ad approccio immaginale e di Ilaria Montis, istruttrice di mindfulness, archeologa e guida turistica. Un team con competenze specifiche e complementari che ha reso possibile un work in progress, a cui si sono uniti attori, musicisti, performer.

Virginia, il tuo modo di creare dentro lo spazio semico del teatro è atipico, sempre meno risponde alla descrizione di spettacolo. Perché? 

Mai prima d’ora il limite tra l’essere umano e il suo ambiente ma anche tra il vivente e la macchina è stato indagato e messo in discussione, dalla cibernetica alle neuroscienze. La pandemia stessa è un esperienza che non si era mai verificata prima e demarca il superamento di una soglia nell’interazione tra l’individuo e la natura.

Le categorie universali astratte con cui si poteva parlare fino all’altro ieri di gnoseologia, arte, politica sono state vuotate di senso. Non si può dire oggi di percezione come lo si faceva nell’antica Grecia. Neppure in ambito teatrale.
Chi è lo spettatore? Una persona seduta in una sedia, immobile, al buio, alla luce del sole? Come si evolve la relazione tra attore e spettatore? Come si modifica questa relazione rispetto allo spazio, alla distanza tra i corpi? Il nostro corpo è un’unità definita, separata da ciò che lo circonda? È possibile mettere in stand by la mente? Come la meditazione modifica la percezione del reale?

La risposta a queste ed altre domande mi porta ad analizzare ogni singolo elemento della mia arte, a ridefinirne i processi, i tempi, gli spazi, le “unità minime” da plasmare nella creazione dell’evento artistico.

Le ultime creazioni del tuo progetto culturale, come Peregrini, si spingono poi fin verso un approccio olistico, meditativo alla pratica dell’incontro, del cammino. Che pubblico vi segue? Pensi sia sufficiente un momento così limitato temporalmente per creare spazi di reale apertura della coscienza? 

Il pubblico di Peregrini è variegato e trasversale, la sua composizione dipende anche dalla rete di organizzatori che di volta in volta si definisce. Si va dagli amanti del teatro o delle discipline olistiche, ai curiosi tout court.
Peregrino, dal significato della parola latina, indica colui che non era cittadino, colui che non godeva della protezione del diritto romano, lo straniero, l’altro. In un certo senso siamo tutti peregrini, ospiti di passaggio sul pianeta terra; possiamo camminare insieme, indipendentemente dalla lingua, etnia, età, sesso, religione, status sociale. E possiamo tutti meditare. Non serve alcuna preparazione o allenamento pregresso. Quindi la risposta all’ultima domanda è sì. Capita continuamente, anche alla persona che non ha mai neppure sentito parlare di meditazione, di sperimentare una percezione extra-quotidiana di apertura della coscienza. Da un punto di vista tecnico si può favorire questa esperienza con uno studio accurato del territorio, delle distanze, della luce, dell’acustica dei luoghi.

Dagli incontri con il Living Theatre a oggi, la società attorno è molto cambiata, si è digitalizzata, divide la realtà dalla realtà aumentata. Non si rischia che il teatro sia un vizio borghese? 

Il teatro si trasforma, a volte lentamente, ma non muore. Con il Living il teatro esce dagli edifici storici per andare nelle piazze, nelle fabbriche e incontrare nuovi pubblici. Quando torna in quei vecchi edifici non lo fa nello stesso modo di prima.
E quei teatri all’italiana, ancora borghesi, spesso chiusi su sé stessi, fanno parte della nostra storia, come l’archeologia greca. Il volto anonimo della burocrazia trova ogni pretesto per farli chiudere e lasciarli all’incuria e all’abbandono. È un fenomeno dilagante in tutta Italia, di cui si parla ancora troppo poco.

Ma il teatro ha trovato altri luoghi e modalità di attuazione. Peregrini va in scena nelle strade, nei parchi e nei luoghi naturali. Il teatro va dove si gioca la nostra partita per la sopravvivenza: l’ambiente, la natura, il pianeta. Un tempo era la divisione delle risorse tra classi sociali, oggi tra nord e sud del mondo.

La ricerca sui limiti del vivente, è la stessa sia che la si guardi in rapporto alla macchina o alla fisiologia del cervello per attivarne nuove funzioni.

Avete sempre definito il vostro come teatro politico, nonviolento. Che necessità avete di specificarlo nella vostra pratica? Pensi che altri, altrove, facciano teatro diversamente? E se sì, in cosa sta la differenza? 

Tutto il teatro è politico, alcune produzioni artistiche si integrano con lo status quo o perlomeno non lo mettono in discussione, altre fanno emergere dei conflitti, rompono un determinato equilibrio.
Quando l’artista si prende la responsabilità dell’impatto della propria opera sulla comunità, il sistema sociale, la produzione artistica diventa un opera politica.

Il termine “nonviolento”, per me indica una categoria ancora viva, significante. E non riguarda una qualità della produzione artistica di Theandric, in contrapposizione con altre, ma è una domanda sempre sottesa al nostro lavoro: ciò che ho fatto accresce o diminuisce complessivamente la violenza nel mondo? La esplicitiamo per tenere viva l’attenzione e il dialogo su questo aspetto dell’esistenza.

peregrini siriu 1

Collaborate ora in maniera piuttosto continua con figure che si occupano di psiche, neuroscienze. Eppure tutto resta in qualche modo tradizionale nel vostro codice, ancestrale. Pensi sia una direzione controcorrente che resisterà o sono forme di resistenza per cercare di difendere codici che comunque fra alcuni decenni non esisteranno più per come si sono tramandati per generazioni, esattamente come si stanno estinguendo moltissime lingue? 

Il teatro è già una forma d’arte complessa che accoglie in sé diversi linguaggi: la musica, la parola, il gesto, l’immagine, l’espressione corporea. A seconda degli stili questi linguaggi si combinano in modo differente, rinnovando i propri codici. Quel quid ancestrale si rivela o si nasconde nelle diverse combinazioni in modo non lineare. Peregrini è ad uno stadio ancora iniziale del processo. L’elemento maggiormente trasformativo è dato dall’introduzione della meditazione camminata. Peregrini è un rito, nuovo, che si è andato definendo dal 2018, con un gruppo più assiduo di praticanti, né officianti né spettatori. E’ anche un modello con diverse possibilità di modulazione. La fila dei peregrini, in camminata meditativa dentro il tessuto urbano, rompe con il silenzio il frastuono cittadino e genera una domanda di senso, moltiplicando gli sguardi e i livelli di interazione. Il partecipante è accolto e accompagnato nell’elaborazione dell’esperienza da figure ibride, che comprendono la regia e la mindfulness.