GIANPIERO AVATANEO | Ospitato all’ombra della Mole Antonelliana nell’ IIS Amedeo Avogadro, è andato in scena il 28 Aprile nell’ambito del festival teatrale torinese Concentrica Open School lo spettacolo La Foresta, un progetto de I Pesci (l’attore Fiorenzo Madonna e il regista Mario de Masi) & ORTIKA (l’attrice Alice Conti e Alice Colla), progetto vincitore del premio Antonio Neiwiller nel 2020 e finalista del premio InBox edizione 2021. Si tratta di una produzione di Teatro della Caduta e Theatron Produzioni, con la complicità de L’Asilo.

Concentrica, quest’anno alla sua nona edizione, è la rassegna che con il progetto Open School porta in sei serate il teatro in tre diverse scuole torinesi (oltre all’ istituto Avogadro partecipano il Convitto Nazionale Umberto I e il liceo Berti) facendo in modo che si incontrino due mondi apparentemente distinti e a volte troppo distanti (la scuola e il teatro), ma che hanno entrambi bisogno di rinnovarsi e sicuramente di ritrovarsi. Il progetto permette ai ragazzi frequentanti gli istituti coinvolti di conoscere direttamente la macchina teatrale da dietro le quinte ed essere molto vicini agli attori, alla creazione in senso ampio.

Lo spettacolo viene ospitato in un luogo inusuale: non siamo in un classico teatro adibito alle rappresentazioni ma in un’aula più simile a un corridoio. Appena tutte le luci si spengono diventa immediato ripensare alle paure che ciascun spettatore ha sicuramente provato prima di quell’interrogazione col professore più temuto.

La scenografia, molto semplice e minimale con un solo telo nero, permette agli attori di mimetizzarsi perfettamente nel buio e di spostarsi sul palco mentre di tanto in tanto abbagliano il pubblico in sala, facendo un flash con un accendino e contemporaneamente ridendo in maniera strana, grottesca.

Poi, all’improvviso, sulle note di Escape Velocity dei Chemical Brothers si accendono le luci (preciso il disegno delle atmosfere di Alice Colla) e si svela la presenza dei due attori che indossano costumi riconducibili a colpo d’occhio agli Anni 90: iniziano a giocare con le fiamme. La loro foresta buia è un viaggio nella dipendenza, quasi verso l’overdose: i due, un ragazzo e una ragazza, non si conoscevano prima, forse sono appena usciti da una festa. Dentro una danza per certi versi un po’ sgraziata ma combinata a dialoghi penetranti, decisi, ci fanno capire, con la loro dialettica pungente, spesso satirica, perché più di qualcuno cadeva (e cade tuttora) nella trappola della droga.

Per tutto lo spettacolo gli intensi Alice Conti e Fiorenzo Madonna rimangono plateali nel gesto, sia quando i loro personaggi sono sotto l’effetto della droga (pensano di parlare con Dio, coi morti, hanno paura di vivere e/o morire, rivedono flash del loro passato) sia quando vanno alla disperata ricerca di una dose per mantenere questo stato di estasi che forse è l’unico che permette loro di stare meglio.
Un po’ come Dottor Jekyll & Mister Hyde la dicotomia fra i due stati andrà avanti per tutta la rappresentazione, fino al movimento danzato finale eseguito sulle note di Heroes di David Bowie, in cui i due ragazzi si stringeranno in un caldo abbraccio. Loro paiono essere riusciti a uscire dalla foresta. Qualcun altro probabilmente no. Alla base della scrittura, infatti, pare ci sia proprio una vicenda reale, di due giovani ritrovati abbracciati, senza vita, portati via proprio da un’overdose.
Una replica coinvolgente, complice anche il fatto che la drammaturgia tocchi corde ben precise, immediatamente comprensibili, specie da chi ha attraversato gli anni bui della larga diffusione dell’eroina, che pare tornare ora drammaticamente a circolare fra i giovani.

A fine spettacolo non è mancato il momento cruciale della rassegna, ovvero il dialogo post-spettacolo tra gli studenti della scuola e il regista Mario de Masi (autore, fra gli altri, dello spettacolo Pisci ‘e paranza): racconta loro della nascita de La Foresta, spiegando che si trattava di un progetto in mente da diverso tempo, legato anche alle proprie origini napoletane (evidente il riferimento alla città partenopea quando vengono citati nello spettacolo I puffi, le tristemente famose basi dello spaccio a Secondigliano). L’idea ha subito una decisa accelerata dal momento in cui ha incontrato Alice Conti, la quale nel confronto con i ragazzi ha tenuto a specificare come nello spettacolo si volesse anche parlare di dipendenza dall’amore. Il confronto è continuato con i giovani presenti a interrogare e interrogarsi.

La chiara percezione è che lo spettacolo abbia, oltre alla già segnalata pregnanza della parola, anche un particolare potenziale insito in una abilità di adattamento tanto al luogo fisico in cui viene rappresentato sia ai diversi tipi di pubblico che lo osservano (cifra questa anche delle scelte artistiche di Concentrica).
Alla capacità dello spettatore di lasciarsi trasportare nel buio corrisponde poi quella degli attori di prenderlo per mano, catapultandolo catarticamente all’interno dell’opera e, vista anche l’assenza di materiale scenografico sul palco, questo avviene con la sola forza della convincente prova di recitazione.

Di seguito il video realizzato, nell’ambito del progetto Open School dagli studenti della scuola, al termine della replica, in cui sono raccolti i commenti di alcuni spettatori.

 

LA FORESTA

con Alice Conti, Fiorenzo Madonna
regia e drammaturgia Mario De Masi
scrittura scenica Alice Conti, Fiorenzo Madonna
aiuto regia Serena Lauro
disegno luci Alice Colla
foto di scena Ivana Fabbricino, Tommaso Vitiello
produzione Teatro della Caduta e Theatron Produzioni con la complicità de L’Asilo