GRETA MARIA CAMPISI* | Torniamo allo Spazio Zut!, nell’ambito di Umbria Factory Festival 2022per Étoile di Drama Teatro, uno spettacolo di Stefano Vercelli e Rita Frongia, su drammaturgia della stessa Frongia. Vercelli è attore che ha attraversato tutta la sperimentali teatrale degli anni Settanta e Ottanta e lavora in questo caso in co-creazione registica con la drammaturga.
Due teli bianchi e stretti lontani tra loro fanno da sipario. In mezzo ai due teli, la scena. Si intravedono due gambe nude accavallate, poi una voce fuori campo sospira e ansima. Per un attimo l’attore in scena e la voce dall’alto sospirano insieme e l’attore, colto nell’intimità della sua vestaglia da notte, compie una serie di movimenti convulsi, che sembrano seguire il ritmo dei sospiri e della musica e in questa ritmica troviamo, per poco, una logica, che presto svanisce: la musica pop comincia a riprodursi sopra i sospiri in reverse, la voce dell’attore non esce, ci parla muto, a gesti.
Cerchiamo il senso che precede il giudizio, ma lui si pettina i capelli bianchi, inclinando il corpo. Abbandonare il giudizio, entrare nel delirio (o nel sogno?) di un uomo che accende due sigarette e non le fuma, ma ci danza, che si avvicina il bicchiere alla bocca e non beve e lascia intendere che no, non farà niente di ciò che ci aspettiamo e a noi resta solo capire che alla fine non importa e ci abbandoniamo senza aspettativa alla sua ultima danza da prima ballerina.
Osserviamo lo spettacolo di un corpo anziano che si abbandona al rovesciamento dei ruoli, fino a diventare un carillon in tutù a petto nudo, ma col viso e col corpo di un Cristo morente, che si esibisce e non sa per chi. Mostra un tentativo di avere le ali e poi, come un oggetto, come un carillon, sopra una ninna nanna, si rompe e ci lascia con tutta la potenza che suscita la pietà.

Étoile. Foto di Antonio Ficai

Armunia, Compagnia Abbondanza Bertoni, Nerval Teatro, invece, presentano Doppelgänger nell’Auditorium Santa Caterina. Un progetto che pone in dialogo due fisicità differenti, rappresentate da Francesco Mastrocinque, attore con disabilità appartenente al Laboratorio Permanente di Nerval Teatro, e Filippo Porro, ballerino e performer. Lo spettacolo, come si ricorderà, ha ottenuto il premio UBU come miglior spettacolo di danza 2021.

In un abbraccio nella penombra, due corpi, uno trasporta l’altro, nel silenzio della creazione. Dalla posizione fetale che li incastra, i due si staccano e si creano, e nella creazione provano a conoscersi. Nello sviluppo della loro storia, vediamo solitudini, conflitti e riconoscenza: uno trasporta l’altro come Gesù con la croce, l’altro arriva a baciarlo fino a farlo cadere svenuto a terra. Sono due corpi uguali, ma diversi per natura: uno dei due si offre con la sua disabilità in piedi davanti a noi e si lascia guardare e ci dà il tempo e la provocazione di osservarlo e pensarlo. La relazione tra i due corpi crea forme e pose a volte statuarie.
È un viaggio di conoscenza e sperimentazione in cui vediamo e sentiamo forme e versi animaleschi, come lombrichi nudi che vivono nella terra, talvolta come felini che lottano. Con la stessa volontà e capacità primitiva di vita e sopravvivenza. Oscillando tra gesti d’affetto, intimità, fiducia e tradimento. In una luce bianca che rende i corpi plastici, ma vivi.

Doppelgänger. Foto di Antonio Ficai

Lo stesso palco ospita, per l’ultima sera del suo festival, il ballerino e performer Daniele Albanese, coreografo, danzatore e performer, formatosi come ginnasta e ballerino classico, che lavora tra l’Italia e Berlino, qui presenta il suo solo Home Altrove.

L’idea di un’autobiografia coreografica è nata durante l’isolamento a causa della pandemia. All’inizio vediamo solo un’ombra che balla come fosse di pezza, poi si colora, i movimenti incerti come se non fosse lui a decidere cosa muovere: parla di sé e dell’idea di casa.
La voce del danzatore aspetta il corpo per finire la frase, tutto deve coincidere, deve muoversi per poi fermarsi “a casa”. «So now, this is home», ripete spesso. Allora, cos’è casa? Dov’è, casa? Tutto è in movimento, e la postura cambia incessantemente, ogni arto si muove e cambia posizione, in uno studio di conoscenza del corpo e di consapevolezza. Talvolta si ferma e dice: «Home».
Allora, casa è dove ci si ferma? La danza continua fino a sfociare in un delirio di ripetizione infinita di movimenti e frasi che non riescono a raggiungere mai la fine, come un CD rotto, e la musica comincia ad avere delle interferenze. Il climax lo porta persino a balbettare – neanche più parole intere – e in preda a una risata sentiamo la musica svanire e uccellini che cinguettano.
Albanese conclude con un video in cui lascia che sia la sua maestra a parlare, in cui ci si interroga sul futuro delle arti performative, dei piccoli spazi che prolifereranno e dei nuovi modi di connettersi.

Home Altrove. Foto di Laura Farneti

Un finale “col botto” è sicuramente stata l’ultima performance musicale Subassemblies di Ryoichi Kurokawa nell’Auditorium San Domenico. Artista multiforme, che lavora con installazioni, registrazioni, e strutture generate digitalmente e costruisce architetture con il fenomeno audiovisivo. Collabora con musei d’arte contemporanea come il Tate Modern di Londra e il Centre Pompidou di Parigi.

ll contrasto tra gli affreschi dell’edificio e la performance audiovisiva post moderna ha ampliato la forza dello spettacolo. Il progetto di Kurokawa esplora il rapporto tra la natura e l’uomo: in un turbine di suoni combinati alla rappresentazione 3D di una serie di paesaggi naturali, boschivi ed edifici abbandonati, di cui la natura si riappropria in tutta la sua potenza, in una combinazione perfetta di effetti sonori e luci che coinvolgevano tutta l’ampia sala e il pubblico.
Un’esperienza forte e prorompente, in tutti i sensi. Un vero e proprio viaggio in paesaggi digitali, attraverso la distruzione antropica e la rinascita e la rivalsa della Terra, che resiste con le dovute conseguenze. Il messaggio che arriva è molto forte, specialmente nel contesto storico di crisi climatica ed ecologica che stiamo vivendo, di cui siamo pienamente responsabili.

Una magia quella che ZUT! e tutte le sue organizzatrici e organizzatori sono  riusciti a portare all’interno delle mura della cittadina, un’onda di performance contemporanee dentro la cui forza lo spettatore è quasi costretto a porsi delle domande, talvolta scomode, e riflettere: su ciò che ci appare diverso e allo stesso tempo su ciò che, invece, è uguale, sulla nostra comfort zone e sull’urgenza di uscire dagli schemi.

ÉTOILE

con Stefano Vercelli
creazione Stefano Vercelli / Rita Frongia
drammaturgia Rita Frongia
produzione Artisti Drama APS
con la collaborazione di Fondazione Armunia

DOPPELGÄNGER

uno spettacolo di Michele Abbondanza, Antonella Bertoni, Maurizio Lupinelli
con Francesco Mastrocinque, Filippo Porro
disegno luci e direzione tecnica Andrea Gentili
tecnico di tournée Claudio Modugno
elaborazioni musicali Orlando Cainelli
organizzazione, strategia e sviluppo Dalia Macii
amministrazione e coordinamento Francesca Leonelli
ufficio stampa e comunicazione Susanna Caldonazzi
produzione Compagnia Abbondanza/Bertoni, Armunia/Festival Inequilibrio, Nerval Teatro

HOME ALTROVE

di e con Daniele Albanese
voce Eva Karczag
video e assistenza tecnica Salvatore Insana
suono Daniela Cattivelli
light design Alessio Guerra
promozione e cura Francesca Divano
produzione Associazione Gruppo Nanou
con il contributo di MIC – Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo/Direzione generale per lo spettacolo dal vivo, Regione Emilia Romagna, ResiDance XL – luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche, Teatro il Lavatoio Santarcangelo, Centro di Residenza della Toscana (Armunia Castiglioncello – CapoTrave/Kilowatt Sansepolcro), ACS Abruzzo

SUBASSEMBLIES

concept, direction, composition, programming Ryoichi Kurokawa
producer Nicolas Wierinck
co-production LOXOSconcept / Matera 2019, MUTEK, Scopitone/Stereolux, TodaysArt
produced by Studio RYOICHI KUROKAWA
performance supported by EU Japan Fest

Umbria Factory Festival 
16 ottobre 2022

Organizzato da ZUT! e Mama Umbria International 

Il Festival è realizzato grazie alla collaborazione con partner nazionali e internazionali:

Teatro Stabile Dell’umbria, C.U.R.A. Centro Umbro Residenze Artistiche, Ikaria e Moow, Dancity Festival, Young Jazz Festival, Circolo Arci Subasio, Ateatroragazzi e Cooperativa Fare, L’altra Mente Festival, Kilowatt Festival, La Casa d’Argilla, Fontemaggiore, La Mama New York; Cultural Hub New York, Seoul Institute of The Arts, Centro Italiano ITI International Theatre Institute-Unesco, Fondazione Trasformatorio NL, Fondazione Mahler&LeWitt Studios, Fondazione Monini, Cooperativa Il Cerchio, Cooperativa Immaginazione, Autopama, Cantine Cesarini Sartori e Cantina Scacciadiavoli.

Per maggiori informazioni uffestival.info@gmail.com

* PRIMAVERA PAC è il progetto ideato da PAC Paneacquaculture in collaborazione con docenti e università italiane per permettere la formazione di nuove generazioni attive nella critica dei linguaggi dell’arte dal vivo. Il gruppo di lavoro di Pac accoglie sul sito le recensioni di questi giovani scrittori seguendone la formazione e il percorso di crescita nella pratica della scrittura critica.