SARA PERNIOLA | Più di 100 artisti internazionali, due mesi di eventi – dal 24 settembre al 20 novembre – in teatri e piazze storiche del territorio padovano, grande coinvolgimento del pubblico: questi gli elementi che delineano il profilo della XIX edizione di La Sfera Danza, festival internazionale organizzato dall’omonima associazione con l’obiettivo di far conoscere progetti e lavori coreografici di pregevole qualità e potente espressione artistica.
La direttrice artistica Gabriella Furlan Malvezzi anche quest’anno presenta una programmazione dal carattere innovativo e nell’ottica di una proposta multiculturale, puntando al richiamo in territorio nazionale delle moltissime danzatrici e danzatori che agiscono oltre confine. «Nulla è tanto dolce quanto la propria patria e famiglia, per quanto uno abbia in terre strane e lontane la magione più opulenta»: alla base di questa citazione di Omero c’è il pensiero che muove gli intenti della rassegna.

Identità e concetti simbolici, culture e valore della musica, percezione del corpo e contemporaneità, sono le principali tematiche che il festival attraversa, portando in scena spettacoli che approfondiscono il vasto campo dei fenomeni estetici ed esistenziali a cui essi si rivolgono. Domenica 23 ottobre, dal Teatro ai Colli di Padova, torniamo a casa scossi dopo essere stati posti di fronte agli enigmi di certe verità e all’altare della violenza con Caligola’s party di Fattoria Vittadini, e calmi allo stesso tempo, dopo la performance Silence – Music of Life a opera di ArtgarageDanceCo, rispettivamente in prima nazionale e regionale. 

Da sempre manifesto esistenziale, Caligola di Albert Camus offre in dono lo scenario di una società imperdonabile per il suo essere una macchina capace di trascinare gli uomini alla disperazione. Descrive un personaggio animato da un sentimento veemente e inumano che lo proietta verso un orizzonte fatto di assoluto in cui desiderare l’impossibile, mentre tocca un fondale dai colori tetri, dopo aver perduto il senso della vita. Reso folle da un incesto che sa di tragedia e ottenebrato dal potere, l’imperatore sente la propria miseria e vive meglio, servendosi della crudeltà e del cinismo, il sentimento pietoso della propria sventura. Perché «il mondo, così com’è, non è sopportabile. Per questo ho bisogno della luna, o della felicità, o dell’immortalità, di qualcosa di dissennato, forse, ma che non sia di questo mondo».

Partendo dall’opera teatrale dello scrittore francese e terzo spettacolo sul tema della mostruosità e dell’inammissibile, Caligola’s party è un progetto coreografico che sviscera i concetti di nemico, antieroe e paura, invitando gli spettatori «a una festa smisurata, a un processo totale, al più bello spettacolo», trasponendo in scena le parole del testo. Il fisico sinuoso della coreografa e danzatrice Chiara Ameglio rappresenta una creatura che ha elevato il disincanto al rango della dignità, bisognoso di vittime e di colpevoli per sopportare meglio il peso del passato, ritrovando così «quel grande vuoto in cui l’anima si placa».
Vestita di sole nere trasparenze che avvolgono il suo corpo nudo, la performer entra, gattonando, dal lato destro del palcoscenico. Inizia, così, a tradurre magnificamente con la danza e la recitazione la disperazione e il nichilismo del personaggio, rappresentando i gesti ritrovati che lo rivelano a sé stesso.
I lanci violenti che frantumano oggetti, le urla e le risate selvagge, le riflessioni sulla solitudine e sul desiderio descritti nel testo si concretizzano sulla scena grazie all’incredibile intensità interpretativa di Ameglio, facendo vivere a noi spettatori lo struggimento che accompagna l’evocazione delle visioni e della follia di Caligola.

Caligola 2
ph. Mario Sguotti

Lo schermo, nel frattempo, riproduce sia alcuni estratti narrativi della tragedia sia parole che riguardano i problemi contemporanei – “fare un contratto con la mia solitudine”, “gli uomini muoiono attorno a noi e non sono felici”, “ho perso il senso”, “la scuola”, “l’Africa e il Medio Oriente”, “la finanza e le tasse”-, illuminando i palloncini neri che costituiscono una parte dell’apparato scenografico, i quali ora aleggiano accompagnati da una musica greve di sottofondo, ora vengono improvvisamente scoppiati dalla performer.
Lo scenario teatrale è, dunque, essenziale, ma denso di significati: il party viene costruito in itinere, costituendo il funzionamento connotativo di tutto lo spettacolo. La danzatrice prende una sedia e si siede, iniziando a tingersi la faccia di bianco e a mangiare un panino con sfavillanti anelli che le impreziosiscono le mani.
La trasformazione nel mostro è iniziata e prosegue, svelando l’equivoco insito nelle cose quotidiane: la candelina che viene accesa, il cocktail preparato e bevuto, il pene finto, le forbici, altro non sono che strumenti per destrutturare quelle logiche della società, del potere e del capitalismo, capaci di inglobare in una dialettica interiore distruttiva. 

Caligola 3
ph. Marcella Foccardi

Lo spettacolo termina con una climax di svelamento: «io sono Gaio Cesare Caligola», ma anche «io sono Cherea», uno dei due tribuni della guardia pretoriana che uccide il princeps e che gli rammenta come in lui non ci sia niente da amare, nonché una sorta di sua antitesi. E, infine,“io sono Chiara”. È così che la danzatrice rivendica la propria individualità, ricordandoci come certe idee non possono essere realizzate in alcun modo, altrimenti il nostro mondo sarebbe in costante pericolo e vittima della ripulsa per tutto ciò che sboccia. 

Delicata e sospesa è, invece, la seconda performance della serata, Silence – Music of Life, della coreografa e regista Emma Cianchi, portata in scena dai danzatori Maria Anzivino, Ginevra Cerere, Marcella Martusciello, Antonio Nicastro e Armando Rossi.

Silence 1
ph. Mario Sguotti

All’interno di uno spazio bianco, silenzioso e ampio, i performer si muovono con elegante precisione e con una gestualità che si raccorda con rotolamenti a terra e morbide tensioni, danze volate e fluidi tocchi, definendo sé stessi in relazione all’altro. I corpi carismatici che si intrecciano tra loro determinano un flusso di danza che dà vita al suono, il quale viene generato dal vivo dalla sound designer che opera dalla consolle posizionata alla destra del palco: ciò che osserviamo è un unico processo creativo in equilibrio tra live-performance e installazione, dove il paesaggio sonoro è costituito dai movimenti dei ballerini e dai rumori esterni, catturati nel momento dell’azione e alterati mediante una elaborazione algoritmica retroattiva del segnale.

Silence 2
ph. Mario Sguotti

Osserviamo e facciamo parte di un processo compositivo istantaneo agito qui e ora, dove la danza volteggia in una dinamica di dipendenza tra gesti pacati e altri vorticosi, tra un lento incedere e variazioni acrobatiche.
Tutti questi elementi contribuiscono alla creazione del significato globale dello spettacolo, seguendo uno schema che procede nel più completo silenzio, utilizzando solamente i suoni di oggetti reali e quotidiani amplificati da un microfono. Il fruscìo del cellophane, il rumore dell’acqua, l’accartorciarsi di una bottiglia, il tintinnio delle monete, risuonano in sala, servendosi delle combinazioni di armonie danzate tra i performer.

La Sfera Danza si rivela essere, così, un festival prezioso, ricco di sensazioni soavi e di tematiche su cui interrogarsi, capace di donare una certa dose di ossigeno e di consapevolezza. Di certo, un appuntamento da non perdere.

CALIGOLA’S PARTY 

Creazione e performance Chiara Ameglio
Drammaturgia Aureliano Delisi
Collaborazione alla creazione Marco Bonadei
Musiche e progetto sonoro Gianfranco Turco
Disegno luci Fabio Bozzetta
Costumi Elena Rossi
Produzione Fattoria Vittadini
Coproduzione Padova Festival Internazionale La Sfera Danza
Con il supporto Festival L’altra fedora
Liberamente ispirato a Caligola di Albert Camus

SILENCE – MUSIC OF LIFE

Compagnia ArtGarageDanceCo
Coreografia Emma Cianchi
Regia Emma Cianchi
Live Sound Concept Design Dario Casillo
Live technical design Eugenio Fabiani
Costumi Emma Cianchi
Danzatori Maria Anzivino, Ginevra Cecere, Marcella Martusciello, Antonio Nicastro, Armando Rossi

Teatro ai Colli, Padova                                                                                                             23 ottobre 2022