CHIARA AMATO | Diceva Elias Canetti che ‘chi indaga su se stesso, finisce, lo voglia o no, con l’indagare su tutto il resto. Impara a vedere sé stesso, ma all’improvviso, solo che abbia guardato onestamente, gli appare tutto il resto, che non è meno ricco di quanto fosse lui stesso e anzi in quanto coronamento finale, ancora più ricco’.
È da un presupposto analogo che prende spunto lo spettacolo Cuòre. Sostantivo maschile, con la drammaturgia di Angela Di Maso e la regia di Alvia Reale.
L’idea è di raccontare la storia delle due attrici protagoniste, la Reale, per l’appunto, e Daniela Giovanetti, che si mettono in gioco, in prima persona, trattando vari argomenti e in particolare il teatro, senza veli né peli sulla lingua. Lo spettacolo della durata di un’ora è diviso in capitoli molto brevi (Teatro, Danza, Madre, Padre, Sesso, Animali, Post Scriptum), e si presentano i primi due in forma di monologo, seguiti da parti dialogiche.

La scena, di Francesco Calcagnini, è disseminata di oggetti, con i quali le performer interagiscono e che utilizzano, come se si stesse assistendo a una prova generale, come se il pubblico diventasse un addetto ai lavori. La parete, che dovrebbe dividere il palco dalla platea, cala e sparisce anche il filtro della finzione: osserviamo su questa scena, priva di fondale, delle sedie, una motosega, delle scarpe, un brucia incenso e uno specchio.
I costumi, di Sandra Cardini, presentano la Reale in un completo total black, quasi rigoroso, e la Giovanetti in un abito rosa etereo, leggero: ci vogliono dare delle informazioni in merito alle due personalità. Maggiori dettagli li abbiamo nelle due sequenze iniziali, in cui raccontano una passione per l’arte (l’una per il teatro, l’altra per la danza) che si è scontrata, durante il percorso professionale, con tanta cruda realtà: contratti non rinnovati, spettacoli non pagati, relazioni di interesse per avere una parte e il periodo della pandemia, che non ha migliorato le condizioni. Questo stesso tema viene riutilizzato nel finale per una cover di Parole, parole di Mina sul disagio degli addetti ai lavori nel mondo teatrale.

ph. Tommaso Le Pera

La Reale è un’attrice che nella sua carriera si è dedicata a ruoli per lo più drammatici, ed è stata in compagnia con Luca Ronconi al Teatro Stabile di Torino per oltre venti anni, ma qui mostra un suo lato ironico, dissacrante, anche comico: canta in scena, si prende poco sul serio, da donna intelligente e di esperienza quale è. Solo nel capitolo dedicato alla madre, torna su toni drammatici e addolorati, cospargendo il palco di merletti, presagendo un avvenimento luttuoso.

La Giovanetti, d’altro canto, descrive il suo debutto come ballerina, l’incidente terribile che le ha cambiato la vita, facendola ritornare in scena, ma come attrice.
Questa breve pièce è però l’incontro di tre donne: la Di Maso, infatti, fa sentire fortemente il legame che esiste, nella sua carriera artistica, tra le parole e le partiture musicali. La Reale e la Giovanetti canticchiano di continuo: da Spaccami il cuore di Mia Martini, Quelli che ben pensano di Frankie Hi NRG, a La bambola di Patty Pravo.

ph. Tommaso Le Pera

In scena non manca spazio all’elemento surreale e di impatto sul pubblico quando, ad esempio, il corpo umano diventa bestia e le due attrici si abbaiano e miagolano una contro l’altra: come animali che litigano, diventano metafora della rabbia, che abbrutisce gli uomini gli uni contro gli altri e non a caso sussegue il capitolo sul sesso/amore.

Nel complesso l’opera riesce a mediare spazi di realtà, metateatro e finzione pura, mostrando l’abilità e l’esperienza scenica delle sue attrici, ma resta senza sussulti, medio, senza spingersi in un luogo davvero intimo e profondo, né fortemente grottesco e comico.
Non arriva compiutamente la drammaturgia a calibrare del tutto di senso il messaggio inviato allo spettatore, e si sente la mancanza di un segno marcato.
Più giusta appare invece la misura di una sorta di testo in progress, che si sta cucendo addosso alle due attrici nel farsi dello spettacolo stesso.

CUÒRE. SOSTANTIVO MASCHILE

drammaturgia Angela Di Maso dalla storia di Alvia e Daniela
con Daniela GiovanettiAlvia Reale
regia Alvia Reale
costumi Sandra Cardini
spazio scenico Francesco Calcagnini
luci Matteo Ziglio
assistente alla regia Ilaria Iuozzo
foto Tommaso Le Pera
produzione Gruppo della Creta

26 febbraio, Teatro Franco Parenti, Milano