DOMENICO COLOSI | Tra i vicoli di Martim Moniz – manifesto urbanistico del meticciato lisbonese a pochi passi dalla swinging Intendente -, lungo un continuo saliscendi tra ostelli low cost, sagre improvvisate e onnipresenti azulejos, si snoda l’anonima Escadas do Monte, scalinata irregolare che limita al solo nome le somiglianze con l’omonimo monumento romano. A metà del percorso un vecchio deposito di ferraglia (latoaria) adibito a sala teatrale, spazio tipically underground che ospita l’attesa performance Black Narcissus di Filipe Viegas, noto artista portoghese animatore delle produzioni di Bomba Suicida.
Per due settimane, in sessioni di quattro ore al giorno, sotto la luce fioca di un pigro riflettore, la scena si ripete con poche variazioni per dar vita ad una performance che può decollare solo in un rapporto empatico con un pubblico libero da pose borghesi: discorsi simili a quelli fatti intorno ai lavori della Abramovic, con la medesima schiera di annoiati detrattori. Ma non vi è traccia di ruffiana furbizia nella performance di Viegas, artista romano di adozione tornato recentemente in Portogallo per presentare questo Black Narcissus (reinterpretazione di un lavoro del 2008) e Male Madonna, che vedrà la luce solo nel corso del 2019. Con un richiamo ad una estetica queer (Derek Jarman su tutti) ad illuminare la via che dal buon selvaggio conduce alla perdizione.
Black Narcissus
da un’idea originale di Filipe Viegas
drammaturgia di Filipe Viegas e Jaime Conde-Salazar Pérez
montaggio Luis Gomes
produzione Bomba Suicida con la collaborazione di Divas Iludidas e Principe Felipe
4-14 settembre, Latoaria, Lisbona