ROBERTA RESMINI | Con il patrocinio e il contributo del Municipio 8 – Comune di Milano, in una serata organizzata da Libera in vista della giornata nazionale per le vittime innocenti di tutte le mafie e degli ottant’anni dalla nascita di Giovanni Falcone, è andato in scena a Milano al Teatro Out Off,Bum ha i piedi bruciati.

Il monologo è scritto, diretto e interpretato dal bravissimo Dario Leone; prendendo spunto dal libro di Giuseppe GarlandoPer questo mi chiamo Giovanni, la scrittura teatrale innesca un racconto intimo ed emozionante, leggero, ma profondo e minuzioso sulla vita del giudice palermitano.

Per narrare la storia di Giovanni, Dario Leone, nei panni di un negoziante di giocattoli, in una passeggiata nello spazio e nel tempo per le vie di Palermo, ricostruisce, con minuzia di particolari, gli aspetti che hanno segnato la biografia del giudice: sia quelli più intimi e quotidiani  – la nascita in via Castrofilippo nel quartiere della Kalsa, lo stesso di Paolo Borsellino e di molti ragazzi futuri mafiosi come Tommaso Buscetta; gli studi intrapresi, le partite a calcio giocate in cortile; i suoi amori, le paure, la solitudine, il senso di giustizia e di impotenza –, sia i momenti salienti della sua carriera nella magistratura. Piano piano, quasi in un gioco di sovrapposizioni, emerge come la storia di quest’uomo comune innamorato di Palermo e di suo figlio sia fortemente intrecciata alle vicende storiche che hanno segnato la vita di Falcone. Emblema di questo intreccio è Bum, l’orango di peluche, il gioco preferito di suo figlio, che ha i piedi bruciati perché vittima lui stesso di una storia di mafia.

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Affiancano la narrazione le immagini e i video (a cura di Massimo Guerci) proiettati su pannelli bianchi al centro del palcoscenico, che vengono spostati  e ricomposti dallo stesso interprete, a seconda delle esigenze narrative. Ecco allora che l’attore è immerso tra palazzi e aule del tribunale, oppure si ritrova a passeggiare a Mondello, la spiaggia di Palermo, dove Giovanni amava passare il tempo quando sentiva il bisogno di riposare. Sulla scena anche alcuni pouf bianchi, che vengono anch’essi continuamente scomposti e ricomposti come a riprodurre l’innovativo metodo investigativo ideato dal giudice e basato sulla scomposizione dei fatti per ricomporre il grande quadro dell’organizzazione mafiosa.

La recitazione è vigorosa e ironica, mai monotona, intervallata da stacchi musicali e dai frammenti di telegiornale che riproducono i servizi andati in onda in occasione degli omicidi dei vari personaggi legati al pool antimafia a partire dagli anni ’80. Le luci accompagnano la narrazione e contribuiscono a creare movimento: sono bianche quando l’attore parla direttamente rivolto al pubblico, rosse quando riproducono gli agguati di mafia, blu nella lucida confessione di Buscetta, il primo pentito che descrive l’organizzazione della cupola.

Lo spettacolo, prodotto dal Teatro alle Vigne di Lodi, ha guadagnato il patrocinio della Fondazione Giovanni e Francesca Falcone di Palermo. La fedele riproduzione dei fatti storici lo rendono adatto a un pubblico di tutte le età, tuttavia il taglio didascalico impresso alla narrazione, che si è condensata in un linguaggio semplice e poco strutturato, non lascia molto spazio a una rielaborazione critica adulta delle tematiche affrontate.
Il lavoro ha il pregio di coinvolgere empaticamente lo spettatore, letteralmente bombardato da stimoli visivi e sonori, in una leggerezza però che riesce anche a farlo sorridere senza cedere alla superficialità. Racconta un pezzo della nostra storia, quella dell’Italia degli anni ’80 e con essa gli orrori della mafia; ci aiuta a tenerne vivo il ricordo perché ogni giorno si possa scegliere da che parte stare.

 

BUM HA I PIEDI BRUCIATI

di e con Dario Leone
scene e luci: Massimo Guerci
regia: Dario Leone

 

Teatro Out Off – Milano

14 marzo 2019