LAURA NOVELLI | La sala del teatro Argentina non è più la sala del teatro Argentina. O meglio, non è solo la sala del teatro Argentina. L’impatto visivo, appena vi si entra, provoca una reazione  dirompente. Siamo in una pubblica piazza, animata da manifesti e striscioni ben leggibili che si alternano, dagli affacci dei palchi, agli stucchi antichi. “Ognuno ha diritto a un alloggio dignitoso”. “Quando l’ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa un dovere”. “Un unico documento di viaggio per ogni essere umano”. “Solidarity instead of exclusion”. Dunque, un luogo di tutti, di tanti (come dovrebbe essere, d’altronde, la natura stessa di ogni spazio teatrale); un luogo “occupato”, capovolto, in rivolta. Allusione esplicita, tra l’altro, allo stabile Spintime di Via Santa Croce, occupato nel 2013 e oggi abitato da oltre 150 famiglie, dove da tempo sono stati attivati laboratori, iniziative culturali e centri assistenziali per i bisognosi.

Matera 2019: al teatro Argentina di Roma la 'Rivolta della dignità' con il Nuovo Vangelo di Milo Rau
Anche gli spettatori hanno volti e lingue nuove. Un popolo multietnico di esseri umani chiamati a essere testimoni e insieme attori di una tragedia ancestrale: lo strazio degli ultimi della Terra. Una tragedia che ripete da millenni la sua urgenza (urgenza umana prima che politica) e che da millenni si rinnova per meglio aderire ai tempi, ai dolori via via più attuali, più cocenti. Una tragedia sacra e santa. Intrisa di pietà, di misticismo, ma al contempo così concreta da non permettere a nessuno di potersene sentire escluso o assolto.

Come potremmo, infatti, smettere di essere cittadini consapevoli alle prese con un mondo così complesso e controverso? Come potremmo tirarci indietro di fronte a questa Rivolta della dignità alla quale il talentuoso regista svizzero Milo Rau ci invita, facendo appello alla parola/parabola di Gesù? Come potremmo chiudere occhi e orecchi dinnanzi alle denunce di sfruttamento dei tanti immigrati che ci parlano dal palcoscenico? Come potremmo rinnegare la radice cristiana della nostra vocazione all’accoglienza e all’integrazione? Come potremmo non ribellarci? Non aderire con slancio a questa richiesta di aiuto? Di partecipazione?

In termini molto semplici, potremmo dire di trovarci dentro un film itinerante, Nuovo Vangelo il titolo, che tuttavia non può essere semplicemente un film. Non può esserlo perché nasce come zona artistica di confine tra verità e finzione, teatro e video, set e contributi live, sacra rappresentazione e drammaturgia contemporanea, immedesimazione e continuo travaso nella vita vera, nella biografia, nella cronaca, nella fluida libertà dell’hinc et nunc. Performance. Rito sociale. Manifestazione politica. Anche se – ci piace ribadirlo – l’aderenza al testo evangelico innerva qui tutte le numerose declinazioni del progetto. Ne rappresenta il suo nocciolo più lirico, più definitivo, più compatto.

FOTO RIVOLTA DELLA DIGNITA' 03Rau – ospite qualche settimana fa del Romaeuropa Festival 2019 con lo spettacolo Orestes in Mosul programmato sempre all’Argentina – ha girato a Matera, tra la fine di settembre e i primi di ottobre, le sequenze iniziali e centrali di questa Passione del terzo millennio, documentate per PAC da Maria Francesca Germano.

Poi il cast di rifugiati, richiedenti asilo, contadini disoccupati, che rappresenta il cuore pulsante della sua potente operazione multidisciplinare, si è trasferito a Roma per girare l’ultima sequenza, Resurrezione, concepita come un’Assemblea Politica in cui i protagonisti dei precedenti episodi, a cominciare dall’intenso Gesù del camerunese Yvan Sagnet – leader del primo sciopero di braccianti stranieri in Italia, oggi sindacalista e attivista dell’associazione NO Cap impegnata nella lotta contro il caporalato e la nuova schiavitù – parlano dal palco come fossero gli animatori di un vero e proprio comizio. Ci raccontano le loro storie atroci, la loro dignità calpestata, le condizioni in cui lavorano e cercano di sopravvivere. E in questa sequela di testimonianze, a tratti forse troppo lunghe e ripetitive ma mai enfatiche o pietistiche, sta l’autentica resurrezione di Cristo. Una rinascita che è cambiamento. Vita nuova, rinnovata: la speranza in un futuro migliore attraversa tutti gli interventi in scaletta.

E non è un caso che questa lunga scena dell’assemblea, con l’epilogo della lettura e approvazione da parte del pubblico del relativo Manifesto (#thislandisyourland), sia stata preceduta dalla splendida sequenza della Deposizione. Laddove agli echi pasoliniani si sovrappongono quelli caravaggeschi, alla plasticità del teatro agito quella pittorica del Cristo morto di Masaccio: nel lento abbandono del corpo di Gesù leggiamo i tanti corpi annegati nelle acqua del Mediterraneo, i tanti corpi consunti dalla fatica e dallo sfruttamento, i tanti corpi martoriati nelle carceri libiche. Ma anche il corpo del nostro Cristo dei Vangeli. Proprio quel corpo. Simbolo millenario di un messaggio di pietà e amore che, credenti o no che si sia, resta il fuoco più vivo di ogni rivolta contro la dis-umanità.

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Il progetto si concluderà a Palermo il prossimo 10 novembre nell’ambito del Festival Transeuropa. Titolo dell’ultima tappa: Prima missione – Congresso. Dalla città siciliana inizierà dunque la missione divulgativa dell’apostolo Paolo, messaggero di Cristo. La sua voce arriverà con pari efficacia in Europa e in ogni angolo del globo e Rau ha previsto, per questo emblematico epilogo della sua Passione, il coinvolgimento di attivisti sudamericani, africani ed europei che si incontreranno per formulare e proclamare una politica della dignità. Luoghi prescelti: Santa Maria dello Spasimo, suggestiva chiesa nel cuore della Kalsa, e il porto. Sarebbe a dire una “finestra” su quel mare nostrum che è storia, civiltà millenaria, cimitero, miraggio, visione futura e acqua da cui risalire il mondo.

 

La rivolta della dignità – Resurrezione
Assemblea Politica

storia e regia Milo Rau
drammaturgia e ricerca Eva-Maria Bertschy
interpreti Yussif Bamba, Vito Castoro, Marie Antoniette Eyango, Papa Latyr Faye, Samuel Jacobs, Kadir Alhaji Nasir, Mbaye Ndiaye, Anthony Nwachukwu, Jeremiah Akhere Ogbeide, Yvan Sagnet, Mohammed Souleiman, Ali Soumaila
riprese Thomas Eirich-Schneider
- suono Marco Teufen – montaggio Katja Dringenberg
produttori Arne Birkenstock, Olivier Zobrist, Sebastian Lemke
scene e costumi Anton Lukas
luci Dennis Diels

Il Nuovo Vangelo è un progetto multidisciplinare prodotto da Consorzio Teatri Uniti di Basilicata – IIPM – International Institute of Political Murder, Fondazione Matera Basilicata 2019, Teatro di Roma e NTGent, Fruitmarket Arts & Media GmbH e Langfilm / Bernard Lang AG, inserito nel più ampio progetto “Topoi, teatro e Nuovi miti” di Matera Capitale Europea della Cultura 2019

Teatro Argentina, Roma
10 ottobre 2019