RENZO FRANCABANDERA | Avviene un po’ fra le piazze e il castello a ridosso del fiume, un po’ nei parchi, nel museo civico cittadino, o al teatro Remondini. Un po’ online. Bassano, fra reale e virtuale, si è animata anche quest’anno con gli eventi di B.MOTION, sezione di Operaestate dedicata ai linguaggi del contemporaneo e agli artisti emergenti, declinata nelle tre sezioni distinte di danza, teatro e musica, per un punto d’incontro a livello internazionale della scena emergente delle arti performative. Ed è davvero il caso di considerare il grandissimo lavoro di tessitura di legami come uno degli elementi fondanti di questa rassegna, una pratica progettuale densa, fatta di spettacoli, incontri, residenze, approfondimenti cui da anni non rinuncia Roberto Casarotto, che della sezione danza cura la direzione artistica e che ha sempre rivolto all’ambiente internazionale un focus di attenzione particolarissimo, proprio mentre invita i senior della comunità a riscoprire il valore del movimento con il bellissimo progetto DanceWell.

HOP di Sara Sguotti con Dance Well – Ph di Riccardo Panozzo

Bassano durante B Motion Danza è sempre stato un crocevia di incontri e convegni con ospiti internazionali, che vengono qui da ogni parte del mondo per discutere delle nuove tendenze e delle nuove progettualità del linguaggio coreutico. Un’emozione smorzata negli ultimi due anni dall’impossibilità della presenza fisica, ma caparbiamente tenuta in piedi attraverso sessioni di lavoro ampie ospitate online.

Quest’anno nello spazio digitale è stata data vita a una ampia rassegna di pratiche fisiche e conversazioni cui si poteva accedere ogni mattina su zoom, insieme a dialoghi e approfondimenti, e nel pomeriggio con un ricco palinsesto sui canali social del festival. Il tema di quest’anno era l’engagement e le pratiche hanno visto impegnate artiste come Chisato Ohno dall’Inghilterra, Bella Whawhai Waru dall’Australia e Sangeeta Isvaran dall’India, pensate per essere accessibili a chiunque voleva partecipare senza alcun tipo di vincol. Ma interessanti e vivi sono stati anche gli incontri con le dance dramaturg e artists Monica Gillette (GER/USA), Mia Habib (NOR), Merel Heering (NL) e Tyrone Isaac-Stuart (UK).

BMotion Danza invita gli artisti a investigare le esperienze personali e di comunità, in tempi di distanziamento. In programma lavori in dialogo con le nuove tecnologie o che propongono nuove forme di partecipazione: dalla realtà virtuale di Springback Ringside, alle partiture coreografiche di Masako Matsushita con Mugen Yahiro e Jesus De Vega. Tra digitale e spazio fisico si muove anche il meglio della danza internazionale e italiana: dai coreografi Aerowaves 2020/21 (Ingrid Berger Myhre & Lasse Passage, Lois Alexander, Joseph Simon, Adriano Bolognino), a Fabio Novembrini e James Viveiros, Sara Sguotti con i danzatori Dance Well, The Field di Zurigo, Stefania Tansini, Chiara Frigo e Marigia Maggipinto.

Nel programma 2021 la Danza ha ospitato grandi compagnie italiane, creazioni originali per gli scenari naturali e architettonici del territorio di cui siamo stati testimoni nelle date del 20 e 21, arrivando al teatro Remondini per il trittico composto da tre creazioni della durata di mezz’ora ciascuna: La grazia del terribile, Gli amanti e Chameleon.

Il primo, La grazia del terribile, nell’intenzione coreografica di Stefania Tansini che lo esegue è un solo che vuole raccontare un percorso di trasformazione di un corpo che traccia il proprio viaggio attraverso pulsioni uguali e contrarie, fra scultura e dinamica.
I gesti della fissità nascono da posizioni che ricordano la pratica yoga, rimandano ad una statuaria orientale per disciplina ed essenzialità. Vivo dunque risulta il contrasto con le contorsioni con cui questo corpo, nella seconda parte della costruzione, si agita in balìa delle metamorfosi distoniche di quei gesti eleganti. Il finale del lavoro, eseguito in modo felice dal punto di vista compositivo, dentro il percorso meditativo, torna alle posizioni della pratica ginnico meditativa, quasi a chiudere un cerchio coreografico ben eseguito e che porta in sala una grandissima attenzione sia al tema compositivo che a quello spirituale che gli è sotteso.

Segue il duetto Gli Amanti creato da Adriano Bolognino e affidato alle precise interpretazioni di Rosaria Di Maro e Giorgia Longo. La creazione prende spunto dal calco de Gli amanti – due corpi che si abbracciano –, ritrovati a Pompei e che diventa in questa creazione coreografica una indagine sul gesto d’amore interrotto improvvisamente dalla forza prepotente della natura, ma custodito in eterno, un po’ come quello letterario di Romeo e Giulietta. I due corpi eseguono una prima parte di partitura in simbiosi speculare, avvicinandosi ma senza toccarsi, cercandosi l’uno nell’altro. Nella seconda parte l’intreccio diventa ricerca di gioco e complicità ma anche relazione con un mondo esterno di cui non si riesce a governare l’impulso, la relazione, su un accompagnati da musica solenne e sobria.

Conclude il trittico Chamaleon un lavoro di ambientazione più cupa e urbana, costruito su un codice assai diverso dai precedenti, di e con Joseph Simon su composizione musicale di Magnetic Minds e Abusey Junction, dentro il disegno luci di Quintus. In questo lavoro il coreografo e danzatore porta in scena una ricerca sui differenti linguaggi del movimento che ha potuto attraversare in una vita evidentemente condotta in zone del mondo diverse e con rapporti con la danza che cercano di conciliare differenze anche lontanissime. Dalla danza urbana eseguita in grande lentezza, al codice latino, distanze di segni ma anche di spazi mentali. Il lavoro è tecnicamente ineccepibile, anche se forse drammaturgicamente risente di una intenzione che vuole rivelare la cupezza dell’ambiente urbano e che si riflette forse in modo eccessivo sullo stato emotivo che viene trasmesso. Ma certamente, con riguardo alla dinamica del movimento, la creazione è indubbiamente potente.

Si torna al duetto con Archipelago, performance nata dallo scambio coreografico tra gli artisti Fabio Novembrini, James Viveiros e la drammaturga Ginelle Chagnon, all’interno del progetto avviato dal CSC Centro per la Scena Contemporanea di Bassano del Grappa e Circuit-Est Centre Chorégraphique di Montreal, Québec intitolato “Duo à trois Voix”.
Due danzatori dalla fisicità molto diversa che dialogano con un medium elementare quanto inaspettatamente flessibile: le pietre.
Le sistemano già quando il pubblico si dispone intorno al quadrato dello spazio delimitato dal tappeto e disponendo i sassi in modo da delineare una sorta di filo di comunicazione che unisce le bocche dei due, sdraiati e immobili per terra.

Tutto il lavoro è un creare il confine fra i due, confine superato, costruito, tessuto e cancellato, in un faticoso rapportarsi che non è quello solo fra le loro diversità ma anche con le diversità di ciascuno degli spettatori. Non a caso quel piccolo fiume di pietre, nel finale, unisce gli spettatori, ramificando il ruscello di pietre fino ai piedi di alcuni di loro, in un frattale che crea un legame invisibile e fino a quel momento inesistente. La drammaturgia a volte più potente a volte più insistita, si costruisce intorno a queste due diversità in movimento che risultano comunque energiche nel creare spazi e delimitazioni dell’esistenza.

LA GRAZIA DEL TERRIBILE

di e con Stefania Tansini
progetto sonoro di Claudio Tortorici
costumi Stefania Tansini

GLI AMANTI

coreografia Adriano Bolognino
con Rosaria Di Maro e Giorgia Longo
musica Akira Rabelais
produzione Anghiari DanceHub
con il supporto di Cornelia company
Selezione Aerowaves 2021

CHAMALEON

di e con Joseph Simon
musica Magnetic Minds, Abusey Junction
light design Quintus
costumi Min Li
drammaturgia Merel Heering
coproduzione Dansateliers Rotterdam, Azkuna Zentroa Bilbao
sostenuto da Dutch Performing Arts/FOND

ARCHIPELAGO

di e con Fabio Novembrini, James Viveiros
drammaturgia Ginelle Chagnon
coproduzione CSC di Bassano del Grappa, Zebra
Prima nazionale
coproduzione Operaestate Festival Veneto