ILENA AMBROSIO | Storia straordinaria di Peter Schlemihl è un racconto scritto nel 1814 dallo scrittore tedesco Adelbert von Chamisso. Si tratta di un classico della letteratura romantica che, attraverso una trama fantastica, affronta temi quali l’identità, il valore della propria interiorità, le conseguenze delle scelte umane.
Peter Schlemihl è un giovane sfortunato che, in cerca di una vita migliore, si imbatte in uno strano e misterioso personaggio, una sorta di demone magico che gli offre una borsa contenente ricchezze inesauribili in cambio della sua ombra. Peter accetta ma presto si accorge che vivere senza ombra lo rende un reietto agli occhi della società. Le persone lo evitano, lo temono o lo deridono. Disperato, cerca di riottenere la sua ombra, ma l’uomo misterioso gli propone un nuovo patto ancora più inquietante: restituirgliela ma in cambio dell’anima. Stavolta Peter rifiuta e, in fuga da tutti, trova conforto nella scienza e nella natura. Si ritira, così, in solitudine, dedicando il resto della sua vita allo studio e al sapere e rassegnandosi al suo destino senza ombra.
A questo racconto si è ispirato Giuseppe Semeraro di Principio Attivo Teatro curando la drammaturgia e la regia di La favola di Peter, spettacolo tout public (dai 6 anni) di teatro d’attore e ombre, realizzato in collaborazione con Silvio Gioia, in arte silviOmbre.
L’abbiamo visto al Teatro dei Piccoli di Napoli, diretto da Morena Pauro: un’oasi amena per il teatro ragazzi.
Peter è un ragazzino che cresce con la sua ombra come se questa fosse gemella della sua anima: sono «venuti alla luce» insieme, crescendo, giocando e proteggendosi a vicenda. Ma Peter diventa adulto, pensa a cose da grandi, non ha più tempo per la propria ombra: di fronte alla possibilità di una borsa inesauribilmente colma di denaro, la offre in pegno. Inizia così una vita fatta di lussi, sperpero di denaro, automobili e feste. Ma le voci di uno strano uomo senza ombra si spargono, così come il sospetto che sia un essere demoniaco; la solitudine bussa alla porta di Peter spalancando un vuoto che solo la riconquista della propria amica ombra potrà colmare.
La riscrittura di Semeraro è limpida e lineare, efficace nel restituire tanto la leggerezza di una favola per ragazzi quanto la pregnanza di una storia che ha l’obiettivo di stimolarne il pensiero attorno a ciò che ha davvero valore nella loro giovane vita.
Una tessitura drammaturgica elegante che si adatta come un guanto alla pratica artistica di Gioia. Due piccole torce e un telo: nient’altro. Per un’ora abbondante di spettacolo l’interprete riesce a plasmare la vicenda alternando la narrazione a voce alla realizzazione di immagini davvero stupefacenti. L’aspirazione e l’ispirazione analogiche delle ombre dell’artista non escludono, infatti, esiti complessi, quasi cinematografici: ombre che si moltiplicano o che si sovrappongono; scene al ralenti; figure caleidoscopiche nei colori e nelle dimensioni. Il nucleo centrale della trama, la relazione tra Peter e la sua ombra, è già di per sé fecondo nella realizzazione di immagini composite: bellissime quelle a specchio che raccontano della commovente intimità tra il protagonista e la sua “gemella”.
Ma non solo: la tela di Gioia si popola di altre figure e personaggi: le due piccole anime di Peter, quella più irruente e quella pacifica, che lo consigliano nei momenti di dubbio ponendosi ai lati della sua testa; la maestosa sagoma del mago che gli ruba l’ombra; la gente che, in dialetto barese, fa circolare la notizia inquietante del misterioso uomo senza ombra; la folla di falsi amici che circonda Peter durante le feste e le baldorie. E poi gli oggetti: la valigia, il cappello del mago, le automobili… Insomma, sembra una tela pop-up quella di silviOmbre.
Quasi incredibile ma profondamente confortante che nel 2025, nel mondo alla deriva della tecnologia e dell’intelligenza artificiale, si riesca ancora a fare teatro così: con belle parole e con maestria artigianale.
LA FAVOLA DI PETER
regia e drammaturgia Giuseppe Semeraro
con Silvio Gioia
ombre Anusc Castiglioni e Silvio Gioia
musiche originali Alessandro Pipino
sonorizzazioni e montaggio audio Vincenzo Dipierro
produzione Principio Attivo Teatro e silviOmbre
Teatro dei Piccoli, Napoli