RENZO FRANCABANDERA | C’è tempo fino al 30 maggio per candidarsi e sottoporre la propria drammaturgia originale. Fra i tanti premi riservati alla scrittura per il teatro, uno spicca in Italia per storia, tradizione e radicamento nella possibilità di creare opportunità per i vincitori. E siamo proprio alle ultime settimane per poter proporre la propria candidatura.
La 58ª edizione del Premio Riccione per il Teatro segna un passaggio simbolico e operativo di rilievo nella storia del concorso di drammaturgia più longevo d’Italia. La nomina di Dacia Maraini a presidente della giuria imprime un significato che va ben oltre il dato organizzativo: si tratta di un ritorno che vuole rinsaldare il legame fra la memoria storica del premio e la sua proiezione nel futuro.

Maraini, figura centrale della letteratura e del teatro italiano, torna a Riccione non solo in qualità di presidente, ma anche come autrice a cui viene conferito il Premio Riccione alla carriera. È un riconoscimento che celebra un percorso artistico durato oltre cinquant’anni, iniziato proprio a Riccione nel 1975 con il Premio “Paolo Bignami” per Don Juan e proseguito con una serie impressionante di vittorie che non trova paragoni nei 78 anni di storia del concorso. La sua nomina arriva dopo le dimissioni della drammaturga Lucia Calamaro, la cui presidenza (2021–2025) si è contraddistinta per una raffinata capacità di lettura del presente e per l’apertura a scritture laterali, ibride, talvolta spigolose, segnando una stagione densa e coerente, che ha fatto del Premio un presidio critico nel paesaggio teatrale italiano.

Ma le novità del premio non si esauriscono a questo. L’edizione 2025 introduce un’articolazione più complessa sia nella composizione della giuria sia nell’assetto del concorso. Oltre a Maraini, la giuria principale annovera voci provenienti dal giornalismo, dalla critica teatrale, dalla regia, dalla scena e dalla curatela: Concita De Gregorio, Graziano Graziani, Lino Guanciale, Claudio Longhi, Lorenzo Pavolini, Maura Teofili e Walter Zambaldi. La pluralità di sguardi che emerge da questa composizione indica una volontà di leggere la scrittura teatrale non solo come prodotto estetico, ma come atto inscritto in un sistema culturale complesso e stratificato.

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A conferma di questa apertura, viene istituito per la prima volta il Premio Riccione alla drammaturgia per le nuove generazioni, dedicato a opere rivolte a bambini e adolescenti (fasce 7–11 e 12–15 anni). La sezione è valutata da un comitato autonomo, guidato da Federica Iacobelli e composto da Renata Coluccini, Giuditta Mingucci, Cira Santoro Cengic e ancora una volta Graziano Graziani. Si tratta di una novità rilevante, che riconosce la dignità artistica e progettuale del teatro destinato all’età evolutiva, settore da tempo trascurato dalle grandi piattaforme drammaturgiche, eppure centrale per la formazione di una sensibilità teatrale futura.

Rimangono invariati gli altri elementi portanti del concorso e che hanno fatto la storia della drammaturgia contemporanea in Italia: il Premio Riccione per il Teatro (5.000 euro), il Premio “Pier Vittorio Tondelli” per gli under 30 (3.000 euro) e la menzione speciale “Franco Quadri” (1.000 euro) per testi che coniughino ricerca scenica e letteraria. I testi finalisti concorrono inoltre a due premi di produzione, rispettivamente da 15.000 e 10.000 euro, destinati a sostenere la realizzazione scenica delle opere. La novità di quest’anno prevede che anche i testi candidati nella sezione giovani possano concorrere per i premi principali: un segno di fluidità e intersezione fra le categorie che premia la qualità indipendentemente dalla destinazione anagrafica.

Il criterio centrale di selezione resta legato alla scrittura originale, che può però assumere anche la forma di traduzione, adattamento o riscrittura, purché se ne giustifichi l’autonomia e l’invenzione drammaturgica. L’obbligo di non rappresentazione pubblica prima della cerimonia finale garantisce la centralità del testo come oggetto da leggere prima ancora che da mettere in scena.

Il concorso si concluderà con un programma articolato dal 3 al 5 ottobre 2025 presso il Cocoricò di Riccione, luogo simbolicamente anomalo ma forse in grado di ribaltare l’idea di teatro come spazio esclusivo. Seguiranno tre vetrine nazionali: la maratona di letture sceniche al Romaeuropa Festival (12 ottobre 2025), una sezione specifica al Festival Segnali (maggio 2026) per i testi destinati ai giovani, e infine la presentazione dell’opera vincitrice del Premio Tondelli all’Hystrio Festival (settembre 2026), a cura del collettivo Situazione Drammatica.

Dacia Maraini

Il Premio Riccione, fondato nel 1947, continua così a rinegoziare la propria identità fra tradizione e sperimentazione. Se la sua lunga storia ha visto emergere nomi come Italo Calvino, Raffaello Baldini, Tullio Pinelli, Pier Vittorio Tondelli e Dacia Maraini stessa, le edizioni recenti segnalano una crescente attenzione ai linguaggi delle nuove generazioni, come dimostrato dalla vittoria di Benedetta Pigoni nel 2023 per il Tondelli o di Tolja Djokovic per il premio principale.

Sostenuto da Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna e Comune di Riccione, e organizzato da Riccione Teatro con ATER Fondazione, il Premio non è oggi solo una piattaforma di scouting e riflessione sulla scrittura teatrale, ma per volontà degli stessi enti locali che lo sostengono un dispositivo culturale in grado di porsi in ascolto delle trasformazioni sociali, estetiche e linguistiche del presente.

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