OLINDO RAMPIN | Le Chroniques annunciate nel titolo dello spettacolo che la compagnia belga Peeping Tom ha presentato in prima italiana al Teatro Valli di Reggio Emilia, dando inizio al Festival Aperto, sono l’ironica esca di un tranello semantico. Affrancata dalle secche di ogni cronachismo, la coreografia di “trucchi” e trovate diretta da Gabriela Carrizo è in realtà il frutto di una immaginazione inarginabile. Un iperrealismo che abbatte le porte del tragico per condurci nel demonico-farsesco di una tenebrosa féerie.

L’incipit dello spettacolo è una cupa iperbole: penombra da sotterraneo massonico, Flauto Magico più Dr Jekyll più Orco Insabbia, con quelle nebbie affioranti da bolgia infernale e quei grandi massi da era preistorico-futuristica. Fatto sta che i massi sono di gommapiuma e ci introducono in una macabra “buffoneria” popolata di astrologi, di funamboli, di aitanti guerrieri assassinati e risorti più volte. Una “stregoneria” teatrale tutta al maschile, che deve non poco della sua potenza espressiva al quintetto di acrobatici performer-creatori: Simon Bus, Seungwoo Park, Balder Hansen, Boston Gallacher e Charlie Skuy. 

Foto di Virginia Rota

L’iniziale brontolio di tuoni, il temporale incombente in cui troneggia, ritto sopra un dolmen, un solo danzatore barbuto e muscoloso come un dio greco o un Calibano, potrebbe far pensare a una fantasia prometeica o shakespeariana. E’ solo un momento: gradualmente la penombra si schiarisce in una gelida luce; dalla graticcia cade uno scatolone, un danzatore asiatico lo apre e ne estrae un relitto tecnologico, mentre altri performer avviano una danza di tremori e convulsioni epilettiche. E’ il prologo dell’allucinato intreccio di sequenze a cui assisteremo: girandola di trucchi e trovate, danza smaniosa di efferatezze farsesche, con fiotti di salse policrome.

Foto di Camille Leprince

I copricapi orientali a falde larghissime e rigide, indossati dai paladini di una saga asiatica, sono ora dischi dorati da cui parte una musica d’archi, poi di fiati, forse un clarinetto, coperti in parte da un rumore di puntina di giradischi che gratta sul vinile. Siamo davanti a una cerimonia cultuale, governata al di qua di un grande bancone da alchimisti-astronomi, con ampolle e cannocchiali. Dal proteismo dei performer balena subito però un controcanto funereo; dall’eccitazione traspare già il non essere: un danzatore con un monacale saio nero, perso in una sua fantasia cinetica di reazioni ad ostacoli invisibili, cade e muore. La controscena barocca e farsesca dà l’avvio a una danza di lazzi macabri, di spiritistiche finzioni. I confratelli di questa massoneria sotterranea danzano giocando a calcio con la mano del cadavere, ma uno di loro sbatte contro uno dei grandi massi grigi da Paleolitico. Palesemente finto, di gomma, a ogni urto ne amplifica il suono. Solo il danzatore asiatico sopravvive e danza con la mano del cadavere, semovente di vita propria mentre lui cerca di fermarla.

Foto di Camille Leprince

Epoca dopo epoca, dalla preistoria siamo giunti a un medioevo di cartapesta, in cui due danzatori in cotta da crociati cercano di colpire con una pietra il forzuto Nettuno-Calibano, che si esibisce in una impressionante danza da cavalletta, con saltelli sulle braccia da supino. Uscito di scena, rientra con una frusta ma viene fatto rotolare appeso a uno dei massi. Finalmente, momento tanto atteso dal gioco di inferenze dello spettatore, ora soddisfatto come un bambino, arriva la peripezia suprema. Immersi in una spettrale luce monocroma, rosso vermiglione, tre monaci-fattucchieri offrono una pozione fumante a un frammassone, ora in giacca e cravatta, trafitto da un raggelante lampo di luce bianca a intervalli. E’ il segnale di inizio di un sabba di assassinii eseguiti da droni invisibili. Impossibile non pensare all’ignobile massacro compiuto dall’esercito israeliano sui civili palestinesi a Gaza.

Foto di Virginia Rota

Qui però la clownade ha il sopravvento. Sono danze macabre, anti-naturalistiche, dirette da manigoldi con immaginari superpoteri, che innescano funambolici e lunghi assoli dei morenti, tra versi di civette, soffi di vento, raffiche di spari, apparir di pistole, coltelli e insettoni-guerrieri robotizzati. Questo teatro della violenza fa il verso allo spettacolo dello sterminio in diretta tv e social, alla putrida somministrazione di immagini sovreccitanti che ipnotizza il nostro tempo. Ad essa fa da straniato contravveleno la flautata voce di Elvis Presley. I cant’s stop loving you, improbabile e suadente ballad, chiude lo spettacolo mentre qualcuno spazza la scena, disinnescando ogni impossibile, sperata catarsi.

Lo spettacolo, dopo una lunga tournée, tornerà in Italia la prossima primavera, il 28 e 29 marzo a Cesena nella stagione dell’ERT, il 14 e 15 aprile a Udine ospite del CSS.

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CHRONIQUES

ideazione e regia Gabriela Carrizo
in co-realizzazione con Raphaëlle Latini
creazione e interpretazione Simon Bus, Seungwoo Park, Charlie Skuy, Boston Gallacher e Balder Hansen
composizione sonora Raphaëlle Latini
scenografia Amber Vandenhoeck
disegno luci Bram Geldhof
ideazione costumi Jana Roos, Yi-Chun Liu
ingegnere del suono Jo Heijens
dipinto sullo sfondo Seungwoo Park

produzione Théâtre National de Nice -CDN Nice Côte d’Azur e Peeping Tom
coproduzione ExtraPôle Provence-Alpes-Côte d’Azur*, Festival d’Avignon, Festival de Marseille, Théâtre National de Marseille La Criée – CDN, Les Théâtres Aix-Marseille, anthéa- Antipolis Théâtre d’Antibes, Châteauvallon-Liberté – SN, la Friche la Belle de Mai – Théâtre Les Salins SN Martigues, KVS – Koninklijke Vlaamse Schouwburg Brussels, Tanz Köln Cologne and Festival Aperto/Fondazione I Teatri – Reggio Emilia, Triennale Milano, Teatre Nacional de Catalunya Barcelona, Torinodanza Festival/Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale Torino, Le Vilar Louvain-la-Neuve Centro Danza Matadero Madrid, FOG Triennale Milano Performing Arts festival, La Villette Paris, schrit_tmacher Nederland | PLT, Les Théâtres de la Ville de Luxembourg e Emilia-Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale.

Con il sostegno di EXTRAPOLE e il Belgian Federal Government’s Tax Shelter, Ministère de la Culture DRAC PACA, Région SUD PACA, Département des Alpes Maritimes.

*Piattaforma di produzione supportata dalla Regione SUD PACA che riunisce il Festival d’Avignon, il Festival di Marsiglia, il Théâtre National de Nice – CDN Nice Côte d’Azur, il Théâtre National de Marseille La Criée – CDN, Les Théâtres Aix-Marseille, anthéa-Antipolis Théâtre d’Antibes, Châteauvallon-Liberté – SN e la Friche la Belle de Mai Distribuzione: Frans Brood Productions

Foto di copertina di Virginia Rota

Reggio Emilia | 28 settembre 2025