ENRICO PASTORE | Seconda serata di Interplay, Festival della nuova danza di Torino, diretto da Natalia Casorati, questa volta in scena alla Lavanderia a Vapore di Collegno. Il programma spazia tra Italia, Israele e Spagna, mostrando lavori che si posizionano sul confine tra innovazione e recupero della tradizione.
Si inizia con Jacopo Jenna Alcune coreografie, lavoro in cui spicca un grande disegno drammaturgico volto a unire il linguaggio coreografico al video e alla partitura musicale. Alcune coreografie ricorda da vicino l’opera di Christian Marclay The Clock (2010) vincitore del Leone d’oro alla Biennale di Venezia. Se nel lavoro dell’artista svizzero, della durata di ventiquattro ore, si assisteva a un montaggio accuratissimo di immagini cinematografiche in cui protagonista indiscusso era il tempo nel suo scorrere ritmato da frammenti in cui ogni minuto della giornata era evidenziato da un orologio indicante ore e minuti in successione – montaggio intessuto su una partitura costituita di campionamenti e remix – nella coreografia di Jacopo Jenna vediamo un incastonarsi di schegge e pillole di danze che perfettamente si incastrano e dialogano con ciò che la danzatrice esegue sulla scena.

La coreografia segue il montaggio video e traspone in un flusso innovativo ciò che le immagini, tratte da ogni genere di manifestazione danzata, colta o popolare, etnica o folclorica, spontanea o studiata, propongono alla visione dello spettatore continuamente portato a confrontare video e performance dal vivo. Così Pina Bausch, Trisha Brown o Merce Cunningham si alternano a Micheal Jackson, alla Haka degli All Blacks (i salti dei Maasai), il musical, le danze egizie di May Wigman, semplici video di YouTube in cui persone normali danzano prese dall’emozione.

Ramona Caia in Alcune coreografie di Jacopo Jenna

Se l’opera si limitasse a questa carrellata video e al suo corrispettivo coreografico dal vivo, non sarebbe niente di più che un grande lavoro di montaggio. Invece tutto questo materiale non si limita a mostrarsi ma racconta un’evoluzione di vita e morte e rinascita, di comparazione tra umano, animale e inanimato. Ogni cosa danza e manifesta il canto della vita a fronte della sua caducità. L’ultimo sguardo della danzatrice Ramona Caia, rivolto agli spettatori, lascia a noi la prossima mossa. Un invito a danzare la nostra coreografia.
Non solo: ci troviamo di fronte anche a un confronto tra tradizione e innovazione, dove appare evidente che gli stimoli alla composizione possono venire da qualsiasi genere e materiale possibile, e come il calco, genera sempre uno scarto dall’originale, un passaggio di testimone, una diffusione di stimoli che partorisce nuove forme a partire dalle vecchie. Un tema estremamente attuale in un periodo storico in cui sembra si sia formata una cesura tra le vecchie e le nuove generazioni di artisti interrompendo parzialmente quel passaggio di tecniche e idee compositive donato da una generazione all’altra con il compito di apprendere e poi variare il canone ricevuto.

A un altro tipo di confronto con la tradizione si assiste nel duo a firma Gil Kerer dal titolo Concerto per mandolino e orchestra in do maggiore di Vivaldi. Lo stesso Gil Kerer in coppia con Lotem Regev danza il famoso concerto del Prete Rosso innestando sulla partitura ritmica della musica una coreografia molto delicata seppur energica ed estremamente dinamica, fatta di sguardi e relazioni tra i due danzatori intervallati da momenti comici. Tra un movimento e l’altro infatti vi sono pause per riprendere fiato, sostenersi l’un l’altro nella fatica, bere acqua, momenti di autoironia in cui traspare tutta la fatica del danzare.

Gil Kerer e Lotem Regem in Concerto in do maggiore per mandolino e orchestr a di Antonio Vivaldi Ph. Andrea Macchia

I due danzatori ci raccontano a parole, a modo loro, l’idea di base del concerto di Vivaldi volta a esaltare la difficile presenza del mandolino nell’orchestra. Strumento estremamente dolce e morbido, per essere esaltato in un ensemble orchestrale deve essere accompagnato per lo più dagli archi, dove quest’ultimi sono al servizio, come in ascolto, per permettere al loro compagno colmo di poesia magica ma dalla voce flebile di poter apparire in tutta la sua forza espressiva.
Un lavoro breve ma denso la cui essenza è costituita da un confronto sano e ironico con la tradizione sia danzata sia musicale, proiettata non verso il passato ma verso il futuro. L’opera è esaltata quindi da una drammaturgia pronta a parlare della delicatezza e del rispetto con cui andrebbero intessuti i rapporti umani affinché ciascuno possa far sentire la propria voce per quanto sommessa.

Chiude la serata il duo spagnolo formato da Carla Cervantes Caro e Sandra Egido Ibanez con il loro pezzo breve dal titolo Cuando somos. I corpi delle due danzatrici si fondono in unico essere ibrido formato da due entità distinte ma cooperanti. Una continua generazione equivoca in cui esseri intrecciati diventano insetti, creature mitologiche e favolistiche degne di apparire nei migliori bestiari medievali. Una visione del corpo che spinge a immaginarne di non convenzionali per ammirarne la meraviglia inaspettata e sorprendente. Un gioco di incastri, non solo ben studiato, ma poetico e ipnotico insieme.

Questa seconda serata di Interplay ci conduce dunque verso una esplorazione ragionata ed emotiva allo stesso tempo attraversando non solo il binomio tradizione e innovazione, ma soprattutto vogendo le nostre riflessioni sulla natura fragile dei rapporti umani da costruirsi con poeticità, delicatezza, decisione e ascolto estremo. Un secondo appuntamento perfettamente dosato in cui le tematiche e le tecniche si confrontano senza mai appesantire l’occhio dello spettatore. Una soireé che ci fa guardare, una volta tanto, con ottimismo al futuro dell’arte coreutica.

Torino, Lavanderia a vapore, 24 maggio 2022

ALCUNE COREOGRAFIE
JACOPO JENNA (IT)
Ideazione, regia e videocoreografia Jacopo Jenna
Collaborazione e danza Ramona Caia
Collaborazione e video Roberto Fassone
Musica originale Francesco Casciaro
Disegno luci Mattia Bagnoli
Costume Eva di Franco
Organizzazione Luisa Zuffo
Produzione KLm – Kinkaleri
Coproduzione Centrale Fies
Con il supporto di: Azienda Speciale Palaexpo – Mattatoio | Progetto PrendersiCura

CONCERTO FOR MANDOLINO AND STRING IN C MAJOR BY VIVALDI > 15′
GIL KERER (IL)
Di Gil Kerer
Con Gil Kerer e Lotem Regev
Assistente artistico Anat Cederbaum
Direttore delle prove Alex Shmurak

CUANDO SOMOS > 12’
CARLA CERVANTES CARO & SANDRA EGIDO IBAÑEZ (ES)
Di e con Carla Cervantes Caro and Sandra Egido Ibañez
Luci Antonio Molina Navalón
Costumi Carla Cervantes, Sandra Egido
Fotografia Iris Vallés, German Antón
Musiche originali Nico Casal-Fog; Young Collective-Back and forth
Produzione Lookathingsdifferent