CHIARA AMATO | La Fabbrica del Vapore ha aperto i propri spazi alla nuova edizione del festival Le Alleanze dei Corpi, che svoltasi dal 14 settembre al 18 ottobre.
La programmazione quest’anno si moltiplica in una pluralità di formati e di pari passo  le location scelte (Parco Trotter, Boscoincitta, Parco Lambro, Kinlab, Cascina Biblioteca).
Occupandosi della relazione tra corpi e spazio pubblico, due sono le principali linee di riflessione, l’Extrabodies e lo Spazio Comune: si parla di corpi che eccedono, che sono fuori dalla “norma”; e il loro rapporto nello spazio, sempre in costruzione, della comunità. 
Le Alleanze dei corpi come pretesto e contesto di ideazione e interrogazione sul presente, sull’importanza che il tema della corporeità ha nella nostra società, in modalità differenti.

La giornata del 16 si è aperta con l’installazione performativa di Enzo Cosimi intitolata OFF label, che trae spunto dallo spettacolo I love my sister, terzo capitolo della trilogia Ode alla bellezza, tre creazioni sulla diversità. Cosimi, nella sua carriera di coreografo ha firmato coreografie rappresentate nei maggiori Teatri italiani e stranieri e per questa performance l’artista scelto in scena è Egon Botteghi, accompagnato dai video di Stefano Galanti. Pochi oggetti (una parrucca, dei trucchi, un microfono e due monitor) in una scena piccola: sembra uno spazio in cui il corpo dell’artista è rilegato in solitudine. Si accenna, con una voce fuoricampo, che stiamo assistendo ad una storia di transizione di genere. Forte il senso di tristezza e di difficoltà di questo corpo che cerca una nuova vita: non esistono parole ma solo arie di opera che Botteghi canticchia, ballando/barcollando nel suo quadrato ristretto di movimento.

Segue la stessa sera, Jacopo Benassi e Lady Maru che presentano Brutal Casual Magazine, il progetto live del fotografo e della dj e producer post punk. Il duo, attivo dal 2020, si scatena in un’ora di live set con influenze ebm, industrial, synthpunk e noise, dove gli strumenti musicali vengono battuti, logorati, distrutti. Durante l’esibizione i suoni sono accompagnati da una forte presenza di maschere di cartone, angoscianti e cupe, e dalla fotografia: in tempo reale infatti, molti spettatori vengono forniti di macchine fotografiche per documentare in maniera casuale. Il pubblico è coinvolto in piedi intorno agli artisti creando uno spazio intimo di condivisione collettiva: si ha l’impressione di assistere ad un rito tribale, e la foga della creazione ammalia fino alla conclusione.

Il 17 settembre invece la Fabbrica ospita il nuovo lavoro di Jacopo Miliani, Flowerflexion, incentrato sugli stereotipi collegati alla figura del corpo umano dei BodyBuilder. Il fenomeno aveva attratto una forte attenzione negli anni ‘80 e ‘90, sia nel dibattito sociale sia in diversi autori.
In uno spazio scenico bianco, un atleta ci accoglie in fase di riscaldamento dei muscoli, mentre al centro troneggia un vaso di crisantemi, presagio di morte e di fine. L’artista durante la performance svolge in maniera rapida, impeccabile e maniacale un allenamento durissimo, quasi tutto dandoci le spalle. Ammira la sua ombra riflessa sul muro, grazie ad un gioco di luci del faretto posto in basso e quello centrale in alto: si specchia innamorato e disperato nella sua immagine. Questa corsa forsennata ha una prima battuta di sosta quando pone lo spettatore davanti a delle sagome geometriche specchiate, in cui il suo volto si incupisce, si fa denso di tensione. Successivamente il crollo definitivo, mentre la voce di Whitney Huston continua a cantare It’s Not Right But It’s Okay, e il corpo che rinuncia a continuare a tendersi per stare li, a riposo, a cantare, libero da quella ossessione della perfezione atletica.
Le tre creazioni, molto diverse per approccio al tema e per le intenzioni artistiche messe in campo, restano oltretutto accomunate dalla mancanza della parola in scena: si odono versi, rare voci fuori campo, ma davanti all’occhio attento dello spettatore parlano i movimenti, il sudore, la costruzione/distruzione degli spazi.

 

 

La Fabbrica del Vapore, 16 e 17 settembre, Milano