SARA PERNIOLA | Lucy è un festival dalla natura multidisciplinare, un “atto poetico/fantascientifico”, come lo definiscono le direttrici artistiche Ivonne Capece e Micol Vighi della compagnia Sblocco 5, da cui nasce il progetto. Un lavoro che indirizza il teatro verso il mondo contemporaneo, provocando una raffinata contaminazione tra sapere scientifico e cultura umanistica, in cui il connubio tra narrazione, tecnologia e innovazione, offre larghe opportunità di sperimentazione e creatività, arricchendo l’esperienza teatrale.
Questa seconda edizione, durata sei giorni, si è divisa in due parti, muovendosi in diversi territori e abitando molti spazi: dal 24 al 26 novembre a Bologna e dal 1 al 3 dicembre a Forlì. Democrazia e abbandono, l’universo denso di ricordi di Elsa Morante e quello tormentato di Andrea Pazienza, l’atto creativo come forma di resistenza e il rapporto con il femminile: queste alcune delle tematiche, dalle evidenze più significative, rappresentate dalle proposte del festival; insieme a riflessioni, anche tragicomiche, sull’Uomo e sulla crudeltà, sulla Storia e sulla Natura.
Molteplici sono state anche le metodologie utilizzate con il fine di valorizzare i concetti indagati, in quella che è stata una festa di sperimentazione sonora per le performing art nell’era del digitale. È così che il pubblico ha potuto vivere l’esperienza
sonora dal vivo con un Binaural Dummy Head in cuffie wireless, assistere alle performance ascoltando podcast e vibrando con la musica elettronica, osservando video-installazioni e il robot dell’azienda KUKA. 

Pupilla – con la drammaturgia di Federico Bellini e gli allievi CROSS. Formazione autori/attori, e con la regia firmata da Ivonne Capece – ha aperto, il 24 novembre a Bologna, il festival: lo spettacolo è stato rappresentato nell’Oratorio San Filippo Neri, un luogo unico, assoluto, che si presta perfettamente alla messa in scena di una pièce così intensa. Casa di bambola di Henrik Ibsen è l’opera su cui si snoda Pupilla, rivelandosi fin da subito un riuscito “esperimento di scrittura creativa”, come affermerà in seguito, a fine spettacolo, lo stesso Federico Bellini durante un talk condotto da Renzo Francabandera.
Uno dei più grandi classici del dramma borghese è stato, infatti, analizzato e sviscerato, parola per parola, e poi riadattato, insieme agli allievi, focalizzandosi sugli elementi ritenuti più impattanti, proponendo in una forma rivisitata, sagace ed emozionante, i tradizionali concetti di spirito, identità, amore e atto morale. Una lettura performativa, costituita da cinque piccoli atti/incubi, in cui il vero protagonista è Torvald, secondo una precisa scelta degli studenti, che hanno voluto investigare nelle pieghe della sua psicologia e interiorità, non adagiandosi sul cliché di Nora: il personaggio è interpretato da uno straordinario
Massimo di Michele. Sul palco, infatti, ha mostrato tutti i turbamenti d’abbandono del maschio e la propria intima lacerazione, dopo la decisione personale della moglie di lasciare casa, figli e marito, opponendosi alla limitante visione del coniuge condizionata dal paradigma sociale.

Nel testo di Ibsen la protagonista è Nora, la quale impersona un ruolo e un valore simbolico che forse neanche lo stesso autore aveva provveduto a fornirle – la rivendicazione dell’emancipazione femminile -, essendo la storia narrata un grande dramma personale e umano. In questa riscrittura drammaturgica, invece, è Torvald colui che crolla sotto il peso dello scandalo, disperato nel riconoscere il disincanto che prova sua moglie nei suoi confronti e in quello del matrimonio. É sulla base di questo che i dialoghi di forte intensità e quelli più calmi, i momenti di violenza e di sentimentalismo, la sensualità dei corpi seminudi e la veemenza degli sguardi delle attrici e degli attori, costituiscono gli elementi di una pièce dall’interpretazione profondamente poetica, in una legame costante tra la recitazione e i movimenti espressivi.

Questa immersiva rappresentazione di un urto inevitabile – dopo un complesso intreccio narrativo fatto da inganni e utopie, rese dei conti e sentimenti – tra due sistemi di valori e mondi interiori diversi viene, poi, non soltanto rafforzata da una passionale e costante tensione dialettica tra Torvald e gli altri performer sul palco, gli allievi della CROSS. Formazione autori/attori, bravissimi, carismatici e sensuali – vestiti solamente con un lungo cappotto nero – ma anche da un potente adattamento sonoro, il quale è stato definito “una vera e propria contronarrazione”, un racconto alternativo. 

Il designer sonoro Simone Arganini, infatti, crea un suono ad ampio spettro, gestito in modo strategico e coerente, sia nell’accompagnare lo spettacolo, sia nel considerarsi medium autonomo, con una vita propria. Il tutto fruibile grazie a delle cuffie wireless che utilizzano un Binaural Dummy Head, testa artificiale dotata di microfoni posizionati nei padiglioni auricolari, progettata per registrare il suono di un determinato ambiente in modo simile a come le orecchie umane lo percepirebbero. É così che il fruscio del vento e il verso degli uccelli di eco hitchcockiana diventano parte della drammaturgia, completando un significato che non si trova solamente nelle parole e nelle interpretazioni, ma anche – come afferma la regista Ivonne Capece – nei frammenti, nei dettagli. Nell’osservazione minuziosa della mimica, delle posture, dei suoni, delle luci scure e avvolgenti, e di quelle che si illuminano a intermittenza nei momenti di maggiore climax.
Un significato che, a differenza del testo, pone in secondo piano la tematica dell’emancipazione femminile e quella di una libertà che, prima di essere dalla natura femminile, è prima di tutto umana; e che ricorda un altro significato altrettanto importante: quanto è necessario effettuare una continua ricerca della propria personalità, svelare le proprie fragilità e mettersi continuamente in discussione; avere, come afferma Torvald, «la forza di diventare un altro». 

 

PUPILLA 

testo Allievi CROSS Formazione autori/attori con il tutoraggio di Federico Bellini
regia Ivonne Capece                                                                                                interpreti Massimo di Michele e gli allievi della CROSS Formazione autori/attori

Lucy Festival  | 24 novembre, Bologna