RITA CIRRINCIONE | Tratto dall’omonimo romanzo di Rosemarie Tasca d’Almerita nel quale la scrittrice palermitana racconta la vicenda intima e dolorosa dell’esordio e del deflagrare di una grave malattia mentale, Ma perché è sempre Natale? è andato in scena in prima nazionale dal 26 febbraio al 9 marzo alla Sala Strehler del Teatro Biondo di Palermo, nell’adattamento di Micaela De Grandi, Valentina Ferrante ed Emanuele Maria Russo.
Nel romanzo – un’opera dall’originale impianto narrativo che si potrebbe definire epistolare ma è qualcosa di più e di diverso – l’autrice ripercorre la storia di Lucia attraverso le lettere che la ragazza indirizza a Francesca, la sua migliore amica (il suo alter ego?), in un flusso unidirezionale in cui a sentirsi è solo la sua voce. Dai temi quasi frivoli delle prime lettere – l’andamento scolastico, le piccole occasioni mondane, i primi flirt – tipici di una fase della vita di una ragazza degli anni ’70 proiettata verso un futuro carico di promesse, in un crescendo di suspence, nella narrazione si arrivano a toccare toni sempre più drammatici man mano che emergono in lei comportamenti insoliti e preoccupanti e, in famiglia, le forti tensioni tra i genitori – una madre spesso impegnata e assente e un padre collerico e opprimente su cui pesa il terribile sospetto di molestie sessuali – sfociano nella separazione.

ph © rosellina garbo

Trascorso il periodo del liceo in una condizione di quasi normalità in cui certi atteggiamenti sembrano ancora rientrare nel quadro di un disagio adolescenziale, conseguita brillantemente la maturità, Lucia manifesta un grande desiderio di libertà e di ricerca di nuovi mondi. Con il consenso dei genitori, intraprende un viaggio a New York tanto desiderato e ricco di attese, ma ben presto cresce in lei un senso di insoddisfazione con cambi d’umore sempre più repentini. Neanche l’incontro con Oliviero, con cui sembra finalmente realizzare il sogno di una storia sentimentale, riesce a fermare una vera e propria fuga dalla felicità: interrompe bruscamente e inspiegabilmente la relazione, decide di rientrare in Italia e in modo altrettanto brusco si allontana dalla famiglia.
«E poi un’Asse si spezzò nella Ragione». Hanno inizio un inarrestabile cupio dissolvi e una serie di spostamenti da una città all’altra – Torino, Londra, Milano – alla continua ricerca di un altrove salvifico. In un progressivo distacco dalla realtà, in un ritiro sociale sempre più estremo, la malattia deflagra in tutta la sua gravità e drammaticità: Lucia precipita in un abisso nero in cui nulla sarà più come prima. Dopo avere toccato il fondo, aiutata dalla madre e supportata da cure in strutture adeguate, inizierà un lungo percorso che la porterà a convivere con la malattia mentale e ad approdare faticosamente a una condizione di “tranquilla dolorosa normalità”.

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Nell’adattamento teatrale di Micaela De Grandi, Valentina Ferrante ed Emanuele Maria Russo, Ma perché è sempre Natale? prende la forma di una sorta di teatro della mente in cui la narrazione e la successione delle azioni sceniche seguono la logica “interna” della protagonista, interpretata da Ginevra Di Marco e Gaia Bevilacqua. In un gioco di rispecchiamenti, di opposizioni o di complementarità, le due giovani attrici riescono a dare una rappresentazione plastica della mente divisa e frammentata di Lucia e a incarnare quella “dialettica del doppio” che domina già l’opera letteraria. Completano il cast tutto al femminile le stesse De Grandi, nel ruolo della madre e Ferrante, nel ruolo plurale degli altri personaggi, reali o immaginari, tra cui quello di Nyx, divinità primordiale della mitologia greca e introdotto nell’adattamento scenico per rappresentare lo stato intermedio tra le potenze oscure e quelle della luce, tra la notte e il giorno.

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Una scena gelida e spersonalizzata allestita con una serie di elementi cubici, bianchi e spigolosi e un letto anch’esso bianco che ricorda più certi luoghi di cura che il calore di un ambiente domestico; sul fondo e ai lati, pareti che dividono ma che lasciano filtrare voci, suoni, luci e intravedere ombre e figure immaginarie che vanno a confondersi con le presenze reali: la messinscena onirica – scene, costumi e video Banned Theatre – fornisce un ulteriore contributo per rappresentare visivamente le allucinazioni percettive della protagonista e il suo mondo interno popolato da presenze fantasmatiche, mentre le musiche originali di Luca Mauceri creano un ambiente sonoro sospeso e irreale che accompagna i vari momenti dello spettacolo.

Strumento di mediazione e di elaborazione della realtà, àncora per fissare pensieri ed emozioni, artificio per consegnare a un luogo “altro” contenuti non tollerabili, l’adattamento teatrale di Ma perché è sempre Natale? mantiene uno stretto rapporto con la matrice primaria della scrittura, attraverso le scritte che Lucia traccia freneticamente sulle superfici di arredi e oggetti scenici ma anche con la lettura di alcuni passaggi significativi dell’epistolario o di stralci del diario di bordo in cui la madre annota una serie di comportamenti dissonanti o bizzarri di Lucia bambina i quali, ex post, si riveleranno avvisaglie della malattia mentale ancora latente.

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Non era facile rendere il complesso impianto del romanzo, armonizzare i diversi livelli narrativi, rendere una realtà psichica scissa e un comportamento disorganizzato e raccontare con la giusta temperatura emotiva il tema della malattia mentale: l’adattamento per la scena, le soluzioni registiche e scenografiche e l’intensità della prova delle giovani interpreti di Lucia e delle altre attrici, sono riusciti nell’intento riuscendo anche a mandare un messaggio di speranza alle persone con problemi di salute mentale e alle loro famiglia.
La vicenda di Lucia raccontata nello spettacolo, con il focus posto sul labile confine tra normalità e malattia mentale, sui sintomi subdoli che spesso sono fuorvianti per una diagnosi precoce, mette in luce l’importanza della prevenzione. Ancora oggi, a quasi cinquant’anni dall’entrata in vigore della Legge Basaglia, lo stigma della malattia mentale è molto forte e spesso compromette questa fase fondamentale per la cura e il possibile recupero intellettivo e sociale di queste persone.

«La storia di Lucia – ha dichiarato Rosemarie Tasca d’Almerita – è una storia come tante. È una storia di bellezza e tristezza, come un mare che non conosce sé stesso, ignaro delle proprie maree, incapace di prevedere quando sarà in tempesta o in bonaccia. Eppure, nonostante tutto, quel mare non si arrende mai».

 

PERCHÉ È SEMPRE NATALE?

produzione Teatro Biondo Palermo
dall’omonimo romanzo di Rosemarie Tasca d’Almerita
adattamento di Micaela De Grandi, Valentina Ferrante, Emanuele Maria Russo
regia Ferrante/De Grandi
con Ginevra Di Marco, Gaia Bevilacqua, Micaela De Grandi, Valentina Ferrante
musiche originali Luca Mauceri
luci Antonio Sposito
scene, costumi e video Banned Theatre
aiuto regia Emanuele Maria Russo
coordinatore dei servizi tecnici Giuseppe Baiamonte

Sala Strehler del Teatro Biondo di Palermo
1 marzo 2025