ELVIRA SESSA/ PAC LAB*| L’esercito dei matti – regia di Gioia Battista e Nicola Ciaffoni, produzione Caraboa teatro – torna a Roma, al Teatro Argot, dopo il debutto al Festival Inventaria nel 2023.
Il potente monologo a più voci, scritto da Battista e interpretato da Ciaffoni, frutto di una lunga ricerca tra cartelle cliniche, fonti inedite e censurate, immerge il pubblico in un viaggio allucinato dal ritmo serrato, scandito da metronomi, canti, effetti sonori e luci.
Un’ora nelle  trincee della Grande Guerra, labirinti di sangue, fango, dove corpi straziati di ragazzi poco più che adolescenti si dimenano tra bombe, granate, grida, smarrimento e incredulità per tanto orrore.

Protagonista è Riccardo, che invano si finge matto per non andare in guerra e, sul fronte, perde davvero la ragione. Diventa uno «scemo di guerra», internato in manicomio insieme ad altri soldati che scontano la pena di essere rimasti umani a dispetto di ogni bandiera.

Ph. Paolo Blocar

Al centro della scena un mixer audio e alcuni strumenti musicali; intorno alcuni fantocci che a mano a mano vengono animati dall’attore.
Immaginazione, ironia e poesia smontano ogni retorica. Anzi, la irridono. Come suggerisce la scelta di Alberto Rocca – autore delle sculture – e di Chiara Barichello – alla scena e ai costumi – di rappresentare i comandanti e un medico, boriosi personaggi che riempiono i ricordi e gli incubi del protagonista, come spaventapasseri in divisa e con teste fatte dalle povere suppellettili dei soldati: una vuota scodella di latta, uno scolapasta sormontato da uno sturalavandino, un pallone, una testa di scopa . Il generale Luigi Cadorna, che senza aver trascorso un solo giorno in trincea «accompagna allegramente le truppe italiane alla disfatta di Caporetto», ci appare così come un misero vessillo, senza corpo né anima.

ph_Paolo Blocar

Il ritmo è mantenuto incalzante, grazie anche al movimento continuo dell’attore che cammina sul posto e lungo tutto il palcoscenico, seguendo l’incedere tumultuoso dei pensieri di Riccardo.
Con disinvoltura e maestrìa, Ciaffoni dà vita, pur da solo, a un’opera polifonica: cambia all’occorrenza registro di voce; esegue dal vivo, con tromba e chitarra, canzoni recuperate dalla tradizione alpina e riadattate dagli arrangiamenti di Walter Giacopini, come Il Testamento del Capitano, Stelutis Alpinis, Monte Nero; dà voce ad angosce e speranze dei giovani militari facendoli parlare nei dialetti di varie parti d’Italia; gioca con gli effetti sonori del mixer audio che si fanno lamenti, mitragliate, sassolini pestati durante le marce estenuanti tra le doline del Carso.
Molto efficaci le luci di Veronica Penzo, ora tenui e soffuse come quelle delle lampadine appese adun filo che piovono dall’alto, ora rosse avvolgenti, ora blu e sinistre a enfatizzare l’ansimare dei soldati con le maschere antigas.

La folle vanità della guerra è condensata nella scena finale. Cala il silenzio e dei fantocci che inneggiano ad eroiche imprese, spogliati della testa e della divisa, resta solo uno scheletro a forma di croce, a ricordo dei tanti che, dal fronte, non sono tornati più.

L’ESERCITO DEI MATTI

di Gioia Battista
con Nicola Ciaffoni
regia Battista/Ciaffoni
arrangiamenti Walter Giacopini
consulenza disegno sonoro Giulio Ragno Favero
consulenza disegno luci Veronica Penzo
scene e costumi Chiara Barichello
sculture Alberto Rocca
con le voci di Riccardo Maranzana, Angelo Campolo e Mirko Soldano
e di Luigi CerpelloniWalter GiacopiniEnrico MorelloFrancesco Morello
con l’amichevole contributo al violoncello del M° Luca Franzetti
Scene realizzate da Delta Studios – Udine
Produzione Caraboa Teatro

Teatro Argot, Roma, 29 marzo 2025

*PAC LAB è il progetto ideato da PAC Paneacquaculture, anche in collaborazione con docenti e università italiane, per permettere il completamento e la tutorship formativa di nuovi sguardi critici per la scena contemporanea e i linguaggi dell’arte dal vivo. Il gruppo di lavoro di Pac ne accoglie sul sito gli articoli, seguendone nel tempo la pratica della scrittura critica