RENZO FRANCABANDERA | E’ una coppia artistica e di vita ancora affiatatissima, quella di Cesc e Livia, lui ancora elegantissimo nelle movenze in scena, lei intimamente diva e identicamente popolare.
E questo mix di divismo e tradizione è proprio il codice che ancora oggi, a distanza di quasi 25 anni, rende ancora lo spettacolo dedicato dal duo alla storia e al personaggio del torero Belmonte, un must see dell’arte coreutica europea.
Lo spettacolo si compone di due assoli e una grande scena corale, quasi come una vera e propria opera lirica. Nell’ideale Overture, Cesc, sulle note delle bellissime musiche originali scritte da Carles Santos, ispirate alla tradizione musicale spagnola ed eseguite da una banda di paese di 170 elementi (Banda La Lira Ampostina – direttore banda Octavi Ruiz), dà corpo ad un assolo di perfezione ed eleganza, in cui quelli che saranno i movimenti della corrida, diventano plastica rappresentazione dell’assoluto del corpo. Tensioni, avanzate, colpi si tramutano in un elegantissimo composto scenico.
Pare non avere età Cesc Gelabert, mentre dai due lati del palco viene illuminato da grandi fari che fendono il buio del palcoscenico, in un disegno luci realizzato dal ballerino/coreografo e Jordi Llongueras.
Pian piano dal fondo, al termine di questo pregevolissimo assolo,  compare la scena, quello che appare come un enorme cuscino di velluto con bottoncini, di cui durante lo spettacolo si fruirà un lato rosso e poi uno nero. Capiremo nella bella conferenza seguita allo spettacolo come i due colori non siano casuali ma proprio ricordo del drappo che i toreri usano durante la corrida.
Benchè la tauromachia sia un’arte oramai in dismissione rispetto al patrimonio di riti antropologici dell’umanità degli ultimi millenni, l’interesse della compagnia era proprio nella figura del torero e del suo folle approccio ad un’arte in cui a differenza di quanto possa apparire a prima vista, il movimento geometrico, la corporeità, il sistema di segni del corpo nella sua assoluta esaltazione si fondono in un rituale che ha molto a che vedere con la danza e i suoi codici.
Come tutte le vicende artistiche, anche quella di questo spettacolo si tinge di eventi e aneddoti, come quello che vuole il debutto dello spettacolo a Barcellona proprio durante i giorni in cui si votava per la definitiva cessazione delle tauromachie in Catalogna.
Torniamo allo spettacolo: dopo il primo assolo, agito in un rettangolo color sabbia che deve ricordare la terra sabbiosa dell’arena, una donna esegue il suo assolo. Non è più Lidia Azzopardi, che l’ha eseguito per anni con la sua leggerezza carnale. E’ ora Virginia Gimeno a dare corpo appassionato a un assolo dai ritmi incalzantissimi e di gesti complessi, di cui la stessa Azzopardi ci lascia amorevole testimonianza.
Terzo tempo di questo lavoro è il corpus vero e proprio, interpretato dal grande ballerino e dai giovani della compagnia Dani Corrales, Samuel Delvaux, Jonatan de Luis Mazagatos, Salvador Masclans, Oscar Pérez, Alberto Pineda. La sequenza più emozionante, dopo una parte potremmo dire quasi epica, fisica, che racconta lo scontro fra l’uomo e l’animale, è quella che i ballerini, per un minuto circa, agiscono in contemporanea per terra, con movimenti a rimbalzo coordinati e sincronici. Se ne deriva un sentimento di potenza, passione unici, che preludono al finale dello spettacolo in cui una serie di piccole video sequenze riportano, su grande cuscino che fa da scenografia, alcune immagini dell’eroe popolare, morto poi suicida. E’ proprio il suo vissuto così atipico, attento alle arti e alla filosofia, le sue origini modeste, la gloria nazionale a rendere la sua vicenda e questa rilettura danzata così peculiari.
Il festival MilanOltre, all’interno della cui programmazione lo spettacolo è stato ospitato, prosegue presso il teatro Elfo Puccini con gli ultimi appuntamenti: in sala Bausch l’1/2 dicembre il giovane Giulio d’Anna è in scena con in Parkin’son (1 e 2 dicembre), un toccante confronto tra generazioni, mentre sempre la compagnia catalana Gelabert/Azzopardi è in scena con un doppio programma Sense Fi e Conquassabit su musiche rispettivamente di Pascal Comelade e di G. F. Haendel (30 novembre, 1 e 2 dicembre).
Il 2 dicembre alla DanceHaus, Compagnia Susanna Beltrami un temporary show intitolato La psicoanalisi dell’acqua dove il pubblico potrà entrare in contatto con alcuni frammenti della drammaturgia in divenire per il nuovo spettacolo di Susanna Beltrami Estrad’eau, ultimo della trilogia che la coreografa dedica al filosofo Gaston Bachelard, che debutterà in prima nazionale a febbraio 2013.