battiato-bigMARIA PIA MONTEDURO | Un concerto di Franco Battiato può essere letto da diverse angolazioni: i testi, le musiche, il suo interloquire con il pubblico. E ancora: la chiave mistica, quella filosofica, le canzoni di denuncia impegnate socialmente e politicamente, i brani di ricerca sperimentale. Nella tournée che il maestro catanese sta svolgendo in tutta Italia per presentare, anche, il suo ultimo lavoro “Apriti Sesamo” c’è tutto questo. All’Auditorium della Conciliazione di Roma quattro serate di “tutto esaurito” (come si diceva un tempo…) per un pubblico che va dagli 0 ai 99 anni, di appassionati, di fan, di estimatori di un autore che non finisce di aver voglia di ricercare nuove strade e nel contempo di parlare di temi, forse, obsoleti: la spiritualità, una fede aperta e non dogmatica, la ricerca dell’io interiore, la reincarnazione. E per parlare di tutto ciò l’orizzonte culturale di Battiato spazia dalla tradizione araba a Dante Alighieri, dall’autore seicentesco Stefano Landi e Santa Teresa d’Avila, da Gluck e Rimsky-Korsakov… Ma rivisitando tutto a proprio modo, con il contributo sempre presente del filosofo corregionale Manlio Sgalambro.
La prima parte del concerto (dopo quattro canzoni – tra cui la traduzione in siciliano di “Bocca di Rosa” – eseguite dal cantautore e attore siciliano Mario Incudine, molto valido) è affidata all’esecuzione dei brani dall’ultimo CD, che il pubblico ormai conosce a memoria (nonostante sia uscito pochi mesi fa) a ribadire l’affetto e quasi la “devozione” con cui il pubblico segue Battiato. Dopo un delicatissimo brano commentato da ologrammi proiettati sullo sfondo (come nella prima opera ad ologrammi tridimensionale “Telesio” composta dall’artista siciliano nel 2011), seguono molti brani classici del suo repertorio, evidenziando le canzoni che più di altre trattano del trascendente: tra le tante “Lode all’inviolato”, “Mesopotamia”. Sono quei brani che fecero sì che Battiato, nel lontano 1989, fosse il primo cantante rock a essere invitato ad esibirsi in Vaticano davanti al papa polacco! E poi l’attesissima e vivace carrellata dei grandi successi noti a tutti: tra le tante “La stagione dell’amore”, “Prospettiva Nevsky”, “Cuccuruccu Paloma”, “La cura” “Bandiera bianca”, “E ti vengo a cercare”, sempre punteggiati da dialoghi con il pubblico che canta, balla e partecipa a una grande gioia collettiva.
Invece dei tradizionali bis, Battiato regala al pubblico uno spaccato di alcuni suoi brani dell’inizio degli anni ’70, quando la sua ricerca sperimentale lo portava alla musica elettronica pura, partecipando anche a festival di ricerca in tutta Europa. E poi ancora le canzoni più note “Voglio vederti danzare” su tutte, dove ancora pubblico e artista ballano assieme, in un atteggiamento che unisce contentezza e intensa voglia di stare assieme.
Questo concerto ha indubbiamente una marcia in più, ed è data dalla forza mistica e coinvolgente dell’ultimo lavoro di Battiato. Egli non teme di parlare all’intimo del pubblico, di accostarsi a temi non comuni per le canzoni e riesce a farlo mantenendo il suo stile personalissimo, ma riconoscibilissimo. Pur se utilizza, come detto, anche motivi e richiami alla musica classica e “colta”, il risultato è comunque musica pop, quindi godibile e raggiungibile da un pubblico anche non necessariamente abituato alla musica classica. Battiato convince una volta di più perché non segue mode effimere e perché riesce a far passare il suo mondo, o una parte di esso, senza artifici e menzogne. Nei suoi dialoghi con il pubblico (meglio monologhi rivolti al pubblico), infarcisce i tanti aneddoti della sua lunghissima carriera con riflessioni sull’attualità sociale, politica, addirittura partitica. Mantenendo sempre presente la sua ironia e anche auto-ironia, che lo porta a trattare le piccolezze umane con un certo qual distacco, molto tipico nell’intellighenzia siciliana. Interessante anche la scelta di proiettare sullo sfondo immagini tratte dai video delle canzoni e antiche immagini di Battiato stesso a commento dei brani più noti. Sicuramente da sottolineare il silenzio rispettoso con cui il pubblico segue la prima parte del concerto, quella dedicata alle numerose tracce di “Apriti Sesamo”: dagli applausi spesso ritmati con cui sono sottolineati i ritornelli delle canzoni si evince come il pubblico abbia già fatto sue queste tracce, ma la canzone nel suo insieme è ascoltata, si passi il termine, con religioso silenzio. E lo stesso artista in numerose interviste sottolinea questo “miracolo” che si compie a ogni tappa del lungo tour. Insomma, un concerto che lascia un segno.

Una video intervista al cantautore sulla tournèe e il servizio della RAI sull’evento
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=LhH7KIPBlSI&w=560&h=315]
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