14991027_652138108311000_71237673031547135_oSILVIA FERRARI | È una liturgia sonora “Tenue radiodramma tattile”. Una litania per l’udito che resta incollata ai sensi.
Prodotta dall’Associazione Culturale Fosca di Firenze, “Tenue radiodramma tattile” è una performance nata nel 2015 con la regia di Caterina Poggesi e Cesare Torricelli come risultante di un periodo di indagine in forma di laboratorio. È andata in scena al Lazzaretto di Cagliari all’interno del festival “Approdi. Festa di arte e comunità”, organizzato dall’associazione culturale Carovana Smi. “Approdi” è un prezioso contenitore nato a Sant’Elia, uno dei quartieri cagliaritani più difficili, come luogo di incontro, confronto e scambio di sguardi.

“Tenue radiodramma tattile” è un gioco di sinestesie messo in scena con poesia e potenza espressiva. Sul palco tre ragazze non vedenti vestite di nero (Vanessa Cascio, Jessica Doccioli e Filippa Tolaro) e la loro percezione del suono e del mondo raccontata attraverso la lingua. Sedute su tre sedie, scorrono con le dita dei quaderni in braille da cui emergono voci e percezioni. I testi di Elisa Biagini sono stralci poetici densi e penetranti, mai fini a stessi.
La parola, protagonista, si fa veicolo di luce oltre gli sguardi ciechi, portatrice di spazialità fisica, di dimensione tangibile e visibile perché unico strumento attraverso cui delineare la realtà. Il verbo qui è davvero, quasi biblicamente, creatore di universi.
Non solo permette alle performers, attraverso il detto non visto, di creare un proprio mondo percettivo visibile, ma ugualmente lascia che lo spettatore lo immagini, lo disegni mentalmente.
Nei suoni si definiscono le misure dello spazio: echi, rimbombi, ripetizioni creano i confini, le sillabe diventano suoni su cui esitare perché piccoli particolari di mondi che cominciano a crearsi. «Le parole sono porte», ripetono le performers. Non ci sono colori, ma partiture sonore. Nessuna materia, solo paesaggi uditivi. «Guardati nello specchio con l’orecchio ».
Come percepisce il suono un non vedente? Fosca riesce a raccontarlo con intensità, dolcezza ed efficacia.

Un appunto però va fatto: “Tenue radiodramma tattile” vuole raccontare il non visibile, ma sceglie di farlo senza togliere il conforto della luce allo spettatore. L’effetto finale risulta forse indebolito dalla presenza costante della vista, il senso più totalizzante e rassicurante del nostro corpo fisico, il dittatore della percezione. L’accecamento è creato artificialmente da spade di luce bianca che, a tratti, violentano gli occhi degli spettatori. Ma, appunto, si resta spettatori quando forse essere solo ascoltatori avrebbe un effetto ben più dirompente e coinvolgente.
E in effetti lo spettacolo nasce anche come radiodramma, da seguire senza vista, ma solo come tappeto sonoro. Il buio in questo caso sarebbe grande alleato anche dello spettacolo riproposto dal vivo.

Ideazione Fosca
Regia Caterina Poggesi e Cesare Torricelli
Cura Cristina Abati
Testo Elisa Biagini
con Vanessa Cascio, Jessica Doccioli e Filippa Tolaro
e con la partecipazione di Francesca Marruso
Soundscape Spartaco Cortesi
Progettazione luci Marco Santambrogio
Tecnica e allestimento Eva Sgrò
Assistente al progetto Claudia Campolmi
Voci off Luca Angelina, Gabriele Battaglia, Francesca D’Alò e Massimiliano Matteoni
Produzione Fosca 2015 con il contributo di MIBACT_Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Regione Toscana, residenza presso Kinkaleri/Spazio K_spazio di residenza regionale
In collaborazione con Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (FI), Stamperia Braille Firenze, Tempo Reale, Controradio, Il Vivaio del Malcantone_centro di ricerca e pratica culturale.

Visto il 5 novembre 2016 al Lazzaretto di Cagliari all’interno di “Approdi. Festa di arte e comunità”