570-beccodirame.jpgRENZO FRANCABANDERA | Ad un certo punto sembra di stare al cinema, con effetti speciali, case che volano, volpi che sembrano Jeeg Robot, un’emozionante e complicato sistema di manipolazione di burattini che lascia con gli occhi di fuori. Invece alla fine arrivano a prendere gli applausi in tre, Nadia Milani, Matteo Moglianesi, Serena Crocco, sudati fradici dentro tute nere che li coprivano da testa a piedi e che nel buio del fondale li rendono invisibili mentre loro per tutto il tempo si muovono e si agitano peggio che in palestra per far muovere l’oca Becco di rame e i suoi compagni di viaggio. Sono loro, insieme a Jolanda Cappi e Giusy Colucci ad aver portato in scena, con la tecnica del teatro su nero appunto, la riscrittura firmata da Ira Rubini della vicenda raccontata nell’omonimo libro dal veterinario Alberto Briganti e che racconta appunto di come abbia salvato un’oca cui una volpe aveva mozzato il becco mentre la papera cercava di difendere il pollaio dall’arrivo del predatore.
IMG_20171011_185835.jpgE’ con questo evento che il Buratto, storica istituzione milanese attiva nello spettacolo dal vivo per ragazzi, ha finalmente preso casa in zona Maciachini a Milano nel bellissimo teatro intitolato a Bruno Munari, uno spazio veramente bellissimo in una zona della città che racconta anche le sue contraddizioni. In ogni stanza e spazio le scenografie degli spettacoli storici del Teatro del Buratto – come ‘l’Histoire du soldat‘, ‘Pierino e il lupo‘, ‘Quello Stolfo da Ferra‘ e altri ancora, testimoniano decenni di attività al servizio dell’arte per tutti, senza distinzione di anagrafe. All’inaugurazione di domenica 22 ottobre la bellissima sala era gremita di famiglie e bambini, come tutti gli altri spazi all’interno dei quali sono state favorite visite guidate.

 Tornando allo specifico dello spettacolo, si segnalano come magistrali gli interventi di movimento scenico e la creazione nel suo complesso, che guarda al mondo delle realizzazioni cinematografiche per avvicinare i giovani pubblico al codice che più sente probabilmente familiare. Persino i burattini di gommapiuma sono realizzati guardando all’immaginario cinematografico e sembrano usciti tutti dal grande schermo, per la abilità artigianale con cui sono realizzati.

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Forse in alcuni momenti ci sono delle dilatazioni delle parti senza parola che potrebbero essere asciugate a tutto vantaggio del ritmo che, tuttavia, nel complesso non manca, garantendo una visione a suo modo emozionante in cui tutti gli ingredienti della favola sono ben composti.

img_8971Il tema della diversità, dell’accoglienza, del consesso civile che si nutre del contributo di tutti, risulta affrontato con la giusta delicatezza. Inutile menzionare poi il delirio in sala quando, a fine spettacolo, sono arrivati a festeggiare inaugurazione di questo spazio proprio il veterinario che ha salvato l’oca e finanche lei, la grande protagonista: il pennuto con il suo becco di rame brillante. I bambini hanno potuto accarezzarla, toccarla, vederla e forse anche capire che in fondo la vita ci mette di fronte ad improbabili ed imponderabili difficoltà che solo il sistema dell’aiuto solidale può permetterci di superare.

 

 

 

BECCO DI RAME

dal libro di Alberto Briganti
adattamento drammaturgico Ira Rubini
ideazione e messa in scena Jolanda Cappi, Giusy Colucci, Nadia Milani, Matteo Moglianesi, Serena Crocco
musiche originali di Andrea Ferrario
in scena Nadia Milani, Matteo Moglianesi, Serena Crocco
pupazzi Chiara De Rota, Linda Vallone
Scenografie e oggetti Raffaella Montaldo, Nadia Milani, Matteo Moglianesi, Serena Crocco
disegno luci Marco Zennaro
direzione di produzione Franco Spadavecchia