LAURA BEVIONE | Ma bisogna per forza avere qualcosa da dire? – Così s’interroga a un certo punto Francesco, sottintendendo quell’amara verità che informa lo spettacolo, ovvero, chi ascolta davvero quanto abbiamo da dire? Partendo da una canzone che, nel lontano 1983, fu un insistente tormentone estivo, e dalla desolata parabola della band – l’ormai ignoto Gruppo italiano – che lo portò al successo, i quattro trentenni di Frigoproduzioni riflettono con amara lucidità sul senso del fare teatro, in particolare in un contesto in cui l’imprescindibile relazione fra artisti e spettatori risulta inficiata da aspettative dissonanti e spensierata disattenzione.

Scivolando senza soluzione di continuità dalla finzione alla realtà, dichiarando obiettivi artistici e confessando dubbi e fragilità affatto personali, i quattro raccontano il contenuto reale della canzone – si evocava un disastro naturale ma la tragedia venne letteralmente addolcita dal ritornello, allegramente cantabile –, discutono sulla scarsa arguzia in fatto di marketing dimostrata dal Gruppo italiano e, soprattutto, riflettono senza autocompiacimento della necessità e del significato – e non tanto delle difficoltà pratiche, e questo non è un particolare secondario – di essere una compagnia teatrale, in Italia, oggi.

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I ruoli sono assegnati – l’autore, la cantante, il chitarrista, il corista – e interpretati con zelo e orgogliosa coscienza della propria professionalità – anche se frutto della fatica dell’autodidatta – eppure qualcosa non va, l’insoddisfazione non se ne vuole andare…

Le piccole controversie fra i quattro, le rivendicazioni di – effimero – potere, i balletti e i finti spot pubblicitari del succo da cui prende il titolo la canzone, così, non appaiono altro che i tentativi di riempire quello che si avverte come un vuoto, non tanto di vocazione ovvero di ispirazione, quanto di ascolto. E allora la domanda vera non è tanto, ma bisogna avere qualcosa da dire?; quanto, ma là fuori, c’è qualcuno cui interessi davvero quello che ho da dire?

E, sabato sera, il pubblico del Centro Dialma Ruggiero di La Spezia – lo spettacolo era inserito nella meritoria stagione Fuori Luogo – ha saputo ascoltare con concentrata attenzione e ha fatto proprie molte delle intelligenti provocazioni dei quattro appassionati artisti: ma accade sempre così?

TROPICANA

di e con Claudia Marsicano, Daniele Turconi, Salvatore Aronica, Francesco Alberici. Scenografia di Alessandro Ratti. Luci di Daniele Passeri.

Prod.: Frigoproduzioni, Gli Scarti, Teatro I; con il supporto di Pim Off – Residenza Idra e Settimo Cielo nell’ambito del progetto CURA 2016, Teatro San Teodoro Cantù.