FRANCESCA DI FAZIO | Possiamo crederci? Con questa domanda, da intendersi meglio come enunciazione in forma provocatoriamente interrogativa di una speranza, si presenta il manifesto di un’importante iniziativa lanciata da quattro teatri afferenti all’ambito del Teatro di Figura.

Notizia fresca di queste ore è quella, pubblicata sul sito del Festival “Arrivano Dal Mare!”, di una possibile futura creazione di una Scuola Nazionale di Teatro di Figura: S.T.A.F.F. – Scuola di Teatro sulle Arti delle Forme e delle Figure. Il progetto vede impegnati quattro teatri che, non solo nel loro storico ma anche nel presente, sono profondamente legati alle pratiche del Teatro di Figura e attivamente impegnati alla loro cura nel panorama italiano, sia per quanto riguarda un’importante opera di promozione tra il pubblico, sia per il prezioso spazio che donano alla ricerca artistica contemporanea. Si tratta di tre Centri di Produzione quali il Teatro del Buratto di Milano, Teatro Gioco Vita di Piacenza e Teatro delle Briciole di Parma, e di una Compagnia di Tradizione, il Teatro del Drago di Ravenna.

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La scuola si presenterebbe come un’importante e decisivo passo verso l’affermazione e lo sviluppo – anche in Italia – di quest’arte teatrale unica, a cui spesso si è negata una seria considerazione a fronte, invece, di una tradizione che ha, proprio in Italia, una storia non soltanto lunga ma estremamente ricca e varia. Sviluppo che si è verificato già da tempo in altri Paesi europei, tra cui spicca l’esempio della Francia che può vantare un teatro interamente dedicato alle figure, Il Théâtre Mouffetard di Parigi, e l’importantissimo Institut International de la Marionnette (IIM) – che funge sia da accademia teatrale (École Nationale Supérieure des Arts de la Marionnette – ESNAM) sia da Centro Studi dotato di un fornitissimo archivio (Centre de Documentation) – situato a Charleville-Mézières e promotore, dal 1972, dello storico Festival Mondial des Théâtres de Marionnettes.

La notizia del progetto S.T.A.F.F. sembra giungere in tempi finalmente maturi, dopo diverse tappe che nel tempo hanno marcato una sempre più viva attenzione dedicata al Teatro di Figura (anche detto, tra i diversi termini su cui critici e operatori non sembrano trovare un accordo definitivo, Teatro Ragazzi): la recente inaugurazione, a ottobre 2017, del nuovo Teatro del Buratto a Milano, nuovo polo di promozione teatrale e culturale per l’infanzia; la continuazione delle attività dell’Atelier delle Figure – Scuola per burattinai e cantastorie di Faenza; la pregevole programmazione curata dal Teatro del Drago per il più antico festival italiano di Teatro di Figura (Arrivano dal Mare!); l’unicissima e storica realtà della compagnia di teatro d’ombre di Piacenza, Teatro Gioco Vita; l’avvio, da parte del Teatro delle Briciole di Parma, del Festival Impertinente – Festival di Teatro di Figura, giunto ormai alla sua quinta edizione.

35777Proprio l’ultima edizione di questo festival – che quest’anno ha visto la sua programmazione sdoppiata in due diversi momenti della stagione, con una prima tranche a inizio dicembre e la seconda a fine marzo – ha ospitato la residenza artistica di Mimmo Cuticchio, erede diretto e attento interprete della tradizione palermitana dell’Opera dei pupi, nonché una delle voci più autorevoli del teatro italiano contemporaneo. L’importante iniziativa, resa possibile dalla concertazione dell’assessorato alla Cultura del Comune di Parma, del Teatro delle Briciole e del Castello dei Burattini – Museo Giordano Ferrari, rientra nel lungimirante progetto dell’assessore alla Cultura Michele Guerra: The Artist Is Present prevede, ogni anno, la permanenza a Parma di un artista invitato a lavorare in uno spazio pubblico. La residenza di Cuticchio ha dato luogo a una settimana densa di appuntamenti culturali di diversa natura, da una Lectio magistralis del puparo alla proiezione del documentario Prove per una tragedia siciliana di John Turturro e Roman Paska, dal laboratorio aperto al pubblico in cui la famiglia Cuticchio ha creato un pupo alla messa in scena dell’antica pratica del Cunto.

In attesa dell’effettiva nascita della S.T.A.F.F., le quattro realtà coinvolte hanno deciso di avviare nel 2018 una serie di laboratori coordinati come premessa alla fondazione della vera e propria Scuola, elencati nell’immagine qui di seguito. Chissà che anche in Italia non si vada verso la creazione di un nucleo centrifugo, che sappia promuovere una diffusione ragionata delle pratiche teatrali delle figure.

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