LAURA BEVIONE | Dici “lettura scenica” e pensi immediatamente a leggii, rumore di carta e fogli che svolazzano sul pavimento, mentre gli spettatori sonnecchiano un po’ annoiati in platea. Sei attori che, dopo essersi formati negli stessi anni e in alcuni casi nella medesima scuola, hanno maturato una certa esperienza in teatro, decidono di unirsi e immaginare insieme una nuova identità del “genere”, portando inventivamente sul palcoscenico testi nati con altre intenzioni, nello specifico un romanzo che mescola cronaca nera e fiction e un’autobiografia.

Loro sono Invisibile Kollettivo, nato nel 2017 dal “reincontro” fra Elena Russo Arman, Franca Penone, Alessandro Mor, Lorenzo Fontana, Nicola Bortolotti e, in seguito, Debora Zuin.  I testi diventati “messinscena” sono L’Avversario di Emmanuel Carrère e Open di André Agassi, accostati in quello che la compagnia definisce un “dittico sul tema dell’identità”: quella fittizia costruitasi da Jean-Claude Romand e quella impostagli dal padre prima, dai mass-media dopo, del tennista statunitense.

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Foto di Salvatore Pastore

Vestiti di nero, il volume – evidentemente letto e riletto, con post-it colorati come segnalibri – in mano ovvero in primo piano, i cinque attori (nelle repliche cui abbiamo assistito Debora Zuin anziché Franca Penone) occupano uno spazio non neutro bensì abitato da pochi ma significativi elementi scenici.

In Open uno schermo sul fondo rilancia le immagini dell’ultima partita giocata da Agassi, le copertine che lo ritraevano al culmine del suo successo, quando vinceva ogni partita e sposava la super modella Brooke Shields. Ma, nel mezzo, c’è la terribile scuola per sportivi in cui André fu spedito dal padre, gli allenamenti forsennati, i primi tornei, le sconfitte e le vittorie che lo fanno scivolare sempre più in alto nella classifica mondiale. E, poi, la chioma fluente che diventa moda mondiale e le interviste sui principali canali televisivi ma, anche, i capelli che tragicamente iniziano a cadere e la schiena che fa davvero male…

La parabola esistenziale raccontata con spietata sincerità dal tennista nella sua autobiografia è riassunta e reificata sul palcoscenico dai cinque interpreti che si scambiano i ruoli, leggono pagine dal libro oppure ne propongono dialoghi e monologhi, ricorrendo a espedienti scenici semplici eppure assai efficaci. Svariate sagome di cartone sulle quali sono incollate fotografie e disegni creano originali marionette senza fili, tableaux vivants che si susseguono rapidamente così da ricordare una sorta di rudimentale ma suggestiva lanterna magica. E, ancora, lunghi capelli posticci, un ingombrante trofeo dorato e, ovviamente, scarpe da tennis.

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Le parole di Agassi acquistano così tridimensionalità e una tinta ben definita: l’autoironia, la sofferenza non celata ma neppure tramutata in argomento auto assolutorio, il fascino irresistibile del successo e la necessità, a un certo punto, di diventare finalmente responsabili in prima persona della propria esistenza.
La compagnia sa costruire un vero e proprio spettacolo intorno a quell’oggetto allo stesso tempo evocativo eppure concretissimo che è l’autobiografia Open, articolando una drammaturgia che mira a contornare, sbalzare, illuminare, chiosarne le parole con la stessa ironia utilizzata da Agassi.

Una medesima impostazione, che rifugge la reinterpretazione del testo ma aspira a dare concretezza a quanto è descritto e raccontato necessariamente bidimensionalmente, è alla base dell’altra “lettura scenica” realizzata da Invisibile Kollettivo, ovvero L’avversario, romanzo che il francese Emmanuel Carrère scrisse partendo dalla reale tragedia innescata dall’incapacità del falso medico Jean-Claude Romand di sostenere quella bugia colossale che era la sua esistenza.

Sul fondale scuro gli interpreti appendono immagini, articoli di giornale, materiali vari che documentano la vicenda di Romand. Il romanzo nelle mani, i cinque attori assumono le varie parti, semplicemente indossando una giacca o un cappotto; ricostruiscono il passato del protagonista e ne ripercorrono le azioni compiute in quella terribile giornata in cui decise di farla finita.

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Foto Laila Pozzo

Non solo, la compagnia riesce a restituire il nulla disperante e alienante in cui si erano trasformate le giornate di Romand: per quasi cinque minuti sono in scena, seduti su due panche ovvero distesi sul palco, in totale silenzio. Nicola mangia un pacco di cracker, Elena consulta il tablet: ognuno dei cinque è apparentemente rinchiuso in un proprio solitario universo; persino la cagnolina Niki, ai piedi di Lorenzo. La necessità di far passare un tempo che pare eterno, lontani il più possibile da familiari e conoscenti che non devono sapere, costringe il protagonista a vivere in mezzo ad estranei. Una sensazione di angoscia e fastidio che dal palco contagia la platea che, così, concretamente intuisce la disperante trappola in cui il protagonista si era auto recluso.

Il mirabile romanzo di Carrère –  gli inserti registrati in francese suggeriscono la prosa fluida e ricca dell’originale – acquista chiara e vitale evidenza, qualità che forse un tradizionale adattamento drammaturgico non sarebbe stato in grado di raggiungere. Efficace, dunque, ci pare la scelta – di ronconiana ascendenza – di porgere al pubblico il testo così com’è, contando sulla forza immaginifica della tridimensionalità garantita dal palcoscenico così come sulla capacità di porsi in vergine ascolto del libro prescelto, per individuarne e portarne alla luce ritmi e sfumature, sentimenti e atteggiamenti, opinioni e visioni del mondo.
Una declinazione del genere “lettura scenica” indubbiamente e intimamente teatrale, arguta e avvincente, con il non secondario effetto di far venire voglia di (ri)leggere il libro portato sul palco…

 

OPEN – La mia storia

di Andre Agassi
traduzione Giuliana Lupi
lettura scenica di Invisibile Kollettivo
luci Matteo Crespi
interpreti Nicola BortolottiLorenzo FontanaAlessandro Mor, Franca Penone/Debora ZuinElena Russo Arman
produzione Teatro dell’Elfo

 

L’AVVERSARIO

di Emmanuel Carrère
traduzione Eliana Vicari Fabris
lettura scenica di Invisibile Kollettivo
luci Roberta Faiolo
suono Giuseppe Marzoli
interpreti Nicola BortolottiLorenzo FontanaAlessandro MorFranca Penone/Debora ZuinElena Russo Arman;  per la prima volta sulla scena Niki; contributi in francese Georges Epinette
produzione Teatro dell’Elfo; con il sostegno di ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione

 

Teatro dell’Elfo, Milano, 17 novembre 2019

Teatro Baretti, Torino, 22 novembre 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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