RENZO FRANCABANDERA | Premessa: non amo molto gli spettacoli di clownerie e magia a teatro. Il motivo è che spesso in questi spettacoli la creazione viene piegata alla tecnica, al numero che il mago di turno sa fare. Dopo un po’, questi numeri iniziano a ripetersi. E l’artista esce dalla sua area di sfida a sé stesso per piegare su quello che piace al pubblico.
Con questa piccola diffidenza ho varcato la soglia del Laura Betti di Casalecchio, per L’omino della pioggia di Michele Cafaggi. L’artista è attivo nel panorama teatrale da quasi  vent’anni ormai, ed è stato il primo artista in Italia a creare uno spettacolo intero dedicato alle bolle di sapone.
Mi siedo in sala.
Neanche un posto libero.
Cafaggi ha studiato tra Milano e Parigi recitazione, arti circensi, mimo, clownerie e improvvisazione teatrale e ha esperienze di varia natura e spessore al servizio della prosa, ma dal 1993 si esibisce come artista di strada e di teatro.
La cosa senza dubbio avvincente è la sua capacità, girando il mondo, di passare dal festival internazionale di teatro di figura, di arti circensi o clownerie alle feste di paese, scuole, teatri, ospedali, case di riposo, carceri.
È Dottor Sogno presso i reparti pediatrici dove opera la Fondazione Theodora Onlus.
Insomma è una figura singolare di artista della scena, insignito anche tre anni fa del Premio Franco Enriquez proprio per questa sua capacità versatile di evocare il poetico con il suo strumento principe: le bolle di sapone appunto.

All’inizio del suo percorso creativo è Ouverture des Saponettes, un classico ormai, nato nel 2003, ma ancora in tournèe: ha superato le mille repliche in giro per il mondo!
Leggo questo dato e allora vado sul sito di Cafaggi a vedere, e scopro che ha una tournèe da rockstar: da Roma ad Haifa, e poi Giappone, Asia. Ma poi anche tanta Italia, ovviamente. In una vita senza un weekend libero.

Studio la sua produzione artistica e scopro che il suo periodo d’oro dal punto di vista creativo sono stati gli anni fra il 2012 e il 2016 quando è venuta fuori, tra l’altro, una sorta di piccola trilogia poetica, iniziata nel 2012 proprio con L’Omino della Pioggia a cui sto per assistere, unendo magia, clownerie e strani attrezzi per fare bolle di sapone. Nello stesso anno al Festival Mi-To debutta Concerto in Si be-bolle, spettacolo creato per grandi spazi scenici, cui segue Una Magnifica Tempesta nel 2015.
E insomma inizia lo spettacolo.
C’è questo buffo omino che, in una intelligente intro di teatro su nero, con un semplice led dentro un ombrello e uno spruzzo d’acqua sembra sfidare una tempesta di pioggia. Intro stupenda.

Lo spettacolo è la bizzarra storia di un uomo che, sorpreso da un violento temporale notturno, riesce a raggiungere la sua abitazione; inzuppato di pioggia inizia a starnutire. Ma gli starnuti ben presto diventano bolle di sapone.
E poi bolle, bolle. Ma non tirate lì a caso, fatte venir fuori con intelligenza, in una costruzione spettacolare non banale, in cui esiste una sorta di trama comica, frutto di una regia (affidata al misterioso Ted Luminarc, forse uno pseudonimo, chissà) che non piega lo spettacolo alla tecnica ma riesce nel non facile compito di mescolare in modo equilibrato il gesto di clownerie, la magia delle bolle e una vicenda, surreale certo, ma non esile.
Belle le musiche originali. Belli gli oggetti, per la maggior parte di recupero o realizzati artigianalmente, con cui crea i suoi numeri.
Ed esco contento.
Non come critico, ma proprio come spettatore frequente.
Contento di aver visto un animale da palcoscenico capace di maneggiare diversi strumenti, di conoscere i tempi della scena, di aver visto e frequentato davvero ogni tipo di pubblico.
E si capisce.
Perchè il suo è un linguaggio accessibile ma anche colto dove si può, e senza ostentare. Insomma Cafaggi è uno che conosce le vie della sua pratica artistica.
Le ha esplorate in forma molto ampia e soddisfacente in questi quindici anni, guadagnandosi (meritatamente, ci viene da dire), la sua fama mondiale.
Ovviamente lo attendiamo presto anche nella versione senza bolle.
Certo, in un paragone irriverente e non adatto ai bambini, sarebbe un po’ come volere un film di Tarantino senza sangue, eppure sarebbe divertente vedere come ne esce.
Potrebbe essere magari la storia di un uomo in astinenza da miscele a base di detersivo concentrato e senza oggetti tondi per fare bolle.
Certo, avendogli visto fare le bolle usando anche solo le mani, temiamo sia una sfida persa. Ma chissà. Vedremo:uscire dal conosciuto è il vero compito dell’artista.

L’OMINO DELLA PIOGGIA

di Michele Cafaggi
regia Ted Luminarc
musiche originali Davide Baldi
Compagnia Teatro delle Bolle di sapone di Milano

Teatro Laura Betti, Casalecchio
19 gennaio 2020