RITA CIRRINCIONE | Con un programma di incontri, laboratori, spettacoli di danza, musica, arte contemporanea e performance site specific, dal 25 aprile al 1 maggio è tornato a Palermo ConFormazioniFestival di danza e linguaggi contemporanei, sotto la direzione artistica di Giuseppe Muscarello. Giunto ormai alla sesta edizione, ConFormazioni consolida il suo status di importante appuntamento annuale dedicato alla danza contemporanea con particolare attenzione alle estetiche plurali e alle ibridazioni di differenti generi artistici.

La rassegna, ancora permeata dai segni della pandemia, con uno sguardo rivolto al panorama nazionale e internazionale senza perdere di vista le proprie radici culturali, ha tenuto insieme nuovi allestimenti di spettacoli già ampiamente riconosciuti e proposte ancora sotto forma di studio, con un progetto speciale ispirato alla figura e all’opera di Pier Paolo Pasolini nel centenario della sua nascita.

Cristina Donà e Daniele Ninarello in Perpendicolare

In linea con lo spirito fluido e multidisciplinare della rassegna, tra musica e parole, corpo e movimento, Perpendicolare, il primo spettacolo in programma al Teatro Biondo, nasce dall’incontro artistico in tempo di pandemia tra l’universo musicale di Cristina Donà, con il fondamentale apporto compositivo e strumentale di Saverio Lanza, e la danza di Daniele Ninarello.

Concepito in un periodo in cui sembra che “i sensi abbiano perso il contatto con il mondo”, lo spettacolo è il risultato di una ricerca di nuovi modi per dare consistenza all’impalpabilità della musica, e di nuove forme per restituire corpo ai gesti disincarnati. Usando ciascuno il proprio codice specifico ma con frequenti sconfinamenti in quello degli altri, nascono “canzoni che risuonano nei corpi e movimenti che fioriscono da parole e suoni”.

Oltre a una necessità di scambio e di contatto tra gli artisti in scena, Perpendicolare esprime una vibrante tensione verso qualcosa di più alto, di sconfinato e inafferrabile, come nella sequenza di gesti ripetuti nella scena finale che sembra un messaggio lanciato al di là del tempo, quasi una preghiera.

Foto Manfredi Perego

TotemicaLiturgia della dispersione del coreografo Manfredi Perego, con la danza di Chiara Montalbani e le musiche originali di Paolo Codognola, come dichiarato dallo stesso coreografo, scaturisce “dalle ceneri del lockdown e dal senso di dispersione e di incertezza che ne è derivato”. Lo spettacolo andato in scena allo Spazio Franco, sembra partire da momenti di spiritualità ancestrale che evocano un senso di sacro e di natura intatta per poi sviluppare – come nel tentativo di ridare senso e ordine alle cose – una nuova cosmogonia e alla fine riflettere sulla condizione dell’uomo contemporaneo, in una esperienza intima e toccante che raggiunge il pubblico.

Il linguaggio coreografico rispecchia i vari passaggi con momenti di solida compostezza in cui il disegno drammaturgico si sviluppa lucidamente, per arrivare a una fase di crollo – un cedimento verso la terra che ricorda gli stilemi della danza butoh – che coinvolge il corpo ma anche l’espressione del viso che si storce e si deforma in una smorfia.

Giovanna Velardi in Pubblico in Site Specific

Pubblico in site specific di Giovanna Velardi, da un’idea di Giovanna Velardi e Paolo Roberto D’Alia, è una performance danzata inedita che vede il coinvolgimento diretto del pubblico. Lo spettacolo, non sappiamo quanto volutamente, sembra ironicamente riprendere certi eventi di arte contemporanea tra performing art e happening e ricorda la scena del film La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino in cui l’artista, nuda, con la testa coperta da un velo, si lancia contro un arco di un antico acquedotto romano al grido “Io non mi amo” mentre il pubblico applaude. Qui la performer, seduta su una sedia in uno spazio aperto dei Cantieri, quasi accerchiata dagli spettatori, viene raggiunta da un lancio di pomodori scagliati da un uomo in piedi di fronte a lei che la colpiscono dappertutto imbrattandola di liquido rosso sangue. Lei si dimena, sussulta, si contrae, cerca di schivarli, se colpita si pulisce, ma non cede e continua a mantenere un atteggiamento di dignitosa resistenza, anzi, di sfida: “Preferisco i vostri pomodori alla vostra indifferenza”. Alla fine invita provocatoriamente gli spettatori a prendere il suo posto e a ricevere la propria dose di pomodori. “Sotto a chi tocca”.

Al di là del messaggio manifesto, la particolare dimensione polisemantica di questo genere di performance lascia aperte altre possibili interpretazioni, forse tante quanti gli spettatori che vi hanno assistito.

Michael Incarbone in Il Furioso di Giuseppe Muscarello

Tratto dal più ampio progetto coreografico sulla trasmissione del gesto del pupo, Il furioso del danzatore e coreografo Giuseppe Muscarello, liberamente ispirato al poema cavalleresco di Ludovico Ariosto, si pone in continuità con “la volontà di coltivare il legame profondo col patrimonio culturale della città di Palermo” dichiarata dallo stesso Muscarello in qualità di direttore artistico di ConFormazioni.

A partire dalla postura e dalla gestualità del pupo, il danzatore – un bravo Michael Incarbone in scena ancora allo Spazio Francodispiega le sue potenzialità espressive alla ricerca delle molteplici variazioni di movimento di un corpo mosso dall’esterno, con un viaggio travagliato tra cadute e ascese, accelerazioni e improvvisi arresti in cui non mancano risvolti farseschi. A caratterizzare il personaggio di Orlando è solo un pennacchio di piume rosse in testa su un costume di scena “neutro” di cui nella fase della pazzia si libera per vagare, come scatenato nella sua nudità, in una ricerca incerta e a volte cieca che esprime tutto il suo smarrimento.

Per la prima volta a Palermo, alla Sala Strehler del Teatro Biondo, il pluripremiato Bermudas di Michele Di Stefano – Leone d’Argento alla Biennale Danza 2014 – presentata dalla Compagnia Mk.

Foto Andrea Macchia

Bermudas è il risultato di un lavoro di sperimentazione che affonda le proprie radici concettuali nella teoria del caos, una branca della fisica matematica che studia i sistemi dinamici governati da leggi deterministiche che evolvendosi sviluppano variabili di movimento apparentemente casuali. L’idea coreografica che ne deriva è un sistema complesso e paradossale di dinamiche apparentemente disordinate dotate di coerenza e prevedibilità interna o di forme collettive ordinate e ripetitive, in realtà mai perfettamente uguali. L’astrazione geometrica della coreografia e la qualità quasi meccanica dei movimenti, richiama per contrasto masse organiche di esseri in continuo mutamento, come stormi di uccelli o branchi di pesci, flussi vitali che si fanno e si disfanno.

Attraverso uno scarno alfabeto di gesti e un dispositivo dinamico di base, i performer di Bermudas il numero degli interpreti intercambiabili tra loro è variabile, sette in questo caso – sostenuti da ipnotiche sonorità elettroniche, si avvicendano in scena con naturale fluidità senza che venga mai interrotto l’effetto ritmico globale di “moto perpetuo” creando un senso di apertura e di rigenerazione continua e quel vortice energetico a cui fa ironico riferimento il titolo.

Foto Marco Caselli

Bastard Sunday di Enzo Cosimi – riallestimento di una sua creazione che risale al 2003 nella nuova versione pensata per Alice Raffaelli e riproposta in occasione del centenario della nascita di Pier Paolo Paolini – chiude allo Spazio Franco la sezione spettacoli del festival.

La domenica bastarda è quel 2 novembre 1975 in cui il cadavere straziato di Pasolini fu ritrovano sulla spiaggia dell’Idroscalo di Ostia, ed è da una vecchia registrazione della voce di Pino Pelosi, il ragazzo accusato dell’omicidio, che ha inizio lo spettacolo e che introduce la scelta drammaturgica del coreografo romano. Bastard Sunday, infatti, è segnato da una serie di elementi disturbanti – a partire da quella registrazione iniziale fastidiosamente gracidante, allo spazio scenico astratto e disorientante, alle luci livide, alle musiche sospese e rarefatte del compositore berlinese Robert Lippok – come a richiamare la figura controversa del poeta corsaro, le sue prese di posizione scomode, le sue scelte di vita scandalose e il mood angoscioso di un’epoca in declino.

Bastard Sunday non sceglie la via diretta e letterale per rievocare Pasolini ma quella libera e obliqua, una via nel segno della dualità tra maschile e femminile, tra corpo e anima che ricorda la sua visione poetica nella disperata supplica alla madre – “Ho un’infinita fame d’amore, dell’amore di corpi senza anima. Perché l’anima è in te” – e che sceglie per incarnarlo un’interprete femminile affidando un ruolo ausiliario a una figura maschile (Luca Della Corte), un essere oscuro, muto e spesso immobile, un po’ boia, un po’complice.

Nel tormentato attraversamento esistenziale, tra crolli, rotolate, scatti e implosioni, il corpo di Alice Raffaelli – un corpo de-erotizzato nella sua nudità assoluta – è un corpo massacrato a cui non è risparmiata alcuna caduta. Solo alla fine, sullo sfondo di un canto africano, si fa strada una promessa di rinascita che arriva da una terra primordiale: cosparsa di colore, come una statua di ebano, si erge su un piedistallo e forse ride.

CONFORMAZIONI – FESTIVAL DI DANZA E DI LINGUAGGI CONTEMPORANEI
Sezione Spettacoli
Palermo, 25 aprile – 1 maggio 2022
 

ConFormazioni è un progetto di Muxarte
direzione artistica Giuseppe Muscarello
con il sostegno del MiC – Ministero della Cultura, Comune di Palermo -Assessorato alle CulturE
in collaborazione con Teatro Massimo, Teatro Biondo, Spazio Franco, Tavola Tonda, Sala Perriera, Cre.zi.Plus e Rizzuto Gallery