ESTER FORMATO |  L’autunno milanese incomincia anche con la rassegna teatrale di MilanOff Fringe Festival, una serie di spettacoli distribuiti per la città, precisamente in nuovi spazi teatrali informali sulla falsariga dei vecchi teatri off. Nelle stazioni metropolitane come negli interni di palazzi vanno in scena lavori di piccole compagnie che si cimentano in una pluralità di generi.
È stato il caso di The Wasp di Margot Theatre Company, per la regia di Valentina Cognatti, interpretato da Perla Ambrosini e Silvia D’Anastasio, rappresentato presso l’Atelier teatrale, uno spazio ricreato all’interno della stazione di Porta Vittoria. Qui le due attrici  si calano nei panni delle protagoniste di un testo britannico di successo, scritto da Morgan Lloyd Malcom e rappresentato sia in italiano che in inglese.

Il ristretto spazio di azione raffigura in maniera minimalista l’arredo di un interno, caratterizzato da una porta che separa idealmente due vani di un appartamento: a sinistra un lavandino, a destra un pianoforte.
Erin e Kate non si vedono dai tempi del liceo, il loro rapporto ha subìto una profonda frattura che continua a incidere fortemente sulle loro esistenze, tanto che quando l’una rivede l’altra – per una proposta decisamente singolare – il controverso rapporto riprende senza filtri di sortaubito, a discapito dell’imbarazzo iniziale. In questo modo lo spettatore si addentra con estrema facilità nella tensione emotiva che avvolge questo thriller psicologico. Il loro abbigliamento, la gestualità e il tipo di eloquio sono segni lapalissiani della distanza sociale ed economica che le divide, distanza pronta a diventare baratro minuto dopo minuto.
Come possono due persone separate da una profonda frattura a trovarsi complici per un omicidio? Questa è l’idea paradossale attraverso la quale si snoda la narrazione del loro passato, centellinato in un dialogo senza pause che le interpreti devono necessariamente tenere con ritmo serratissimo.
All’interno della piccola area di azione, Kate ed Erin fanno man mano spazio al loro vissuto che diviene sempre più ingombrante, costellato di segreti che emergono via via, finché si profila l’inevitabile epilogo che, con ogni probabilità, lo spettatore può presagire dalla crescente tensione dei caratteri.
In circa un’ora di spettacolo, Erin e Kate affondano insieme nelle sabbie mobili del passato: chi è veramente il marito di Erin? Simon che è solo uno pseudonimo? E poi la gravidanza mancata di Erin, le storie delle due famiglie che sembrano apparentemente correre su binari opposti ma che poi impattano fra loro. Tutto viene a galla attraverso una scrittura misurata che cattura l’attenzione del pubblico. Riaffiora dunque una ferita mai risanata, nutrita di odio e disprezzo e che riporta a galla una relazione fra vittima e carnefice. È possibile capovolgere questo binomio? I ricordi di infanzia e poi di adolescenza non sono edulcorati dalla presa di consapevolezza dell’età adulta ma dall’idea inesorabile che soltanto una sia destinata a riemergere da questo combattimento.
Le due attrici, dunque, conferiscono ai personaggi tutte le caratteristiche emotive, psicologiche nonché fisiche che ci si aspetta leggendo il testo della Malcom. Al Fringe di Milano il merito di contribuire a far conoscere una scrittura made in Britain affilata e ben curata.

D’altra parte, anche il lavoro portato in scena dal Teatro delle Due, ovvero una riscrittura di The Tempest di William Shakespeare ha alcuni risvolti interessanti. Rappresentato presso Slow Mill, altro nuovissimo spazio teatrale all’interno del civico 32 di Via Volturno, zona Isola, ancora una volta due attrici propongono un originale adattamento dell’opera del Bardo.
Ci troviamo al cospetto di un modesto assito sul quale prende forma, secondo l’immaginazione della regia a cura di Alessandra Cortesi, un’isola cosparsa di plastica che il mare ha fatto recapitare. Se nel 1611 Shakespeare immaginava una colonia della regina Elisabetta, ora le forme del colonialismo sono più rarefatte e diremmo, più raffinate. È quindi ben visibile la longa manus delle potenze economiche occidentali e dell’inquinamento delle plastiche che circuiscono l’isola di Calibano e Ariel, abitanti autoctoni dell’isola ma assoggettati al grande Prospero, qui rappresentato da una maschera/totem gigante. Tutti gli altri sono incarnati da burattini fatti agire da Calibano e Ariel, come se fosse una meta-regia. L’intreccio originale resta invariato, ma in questo modo se ne ottimizza e snellisce la narrazione.

Partendo dal grande desiderio di libertà che caratterizza le due creature, lo spettacolo si concentra sull’invadenza della civiltà occidentale: l’affastellarsi delle plastiche, degli scatoli di cartone con il logo di Amazon, il vino in tetrapak sono lo scenario in cui agisce la vendetta di Prospero contro il fratello Antonio e il re di Napoli Alonso, il cui figlio Ferdinando, disperso sull’isola, promette amore eterno a Miranda.
La drammaturgia sposta la prospettiva della vicenda sul punto di vista di Calibano e Ariel, interpretati da Tiziana BottazziOllie Rasini, e  sono caratterizzati da abiti e gestualità prorompenti, elementi che rendono lo spettacolo icastico,  goliardico e farsesco (anche i personaggi di Trinculo e Miranda prendono tinte svampite, così come l’uso dei burattini per gli altri caratteri sottolinea l’avvalersi del codice comico e parodistico). A tal proposito, appare evidente quanto la riduzione in burattini degli altri personaggi offra la possibilità di celebrare la genuinità selvaggia dei due protagonisti, immaginati come abitanti di quella parte lontana e pura del mondo, di continuo contesa fra gli occidentali.
Se da un lato la riscrittura di un testo di così alta tradizione può limitare il veicolare idee e linguaggi nuovi e alternativi come ci si aspetterebbe dal Fringe, sia The Wasp che The Tempest in realtà ci danno contezza di due processi drammaturgici estremamente diversi ma che puntano ad un’accurata caratterizzazione dei personaggi e sui segni scenici tangibili sul palcoscenico, nonché alla forza icastica della recitazione modellata sulla natura stessa dei protagonisti.

THE WASP

di Morgan Lloyd Malcolm
Regia Valentina Cognatti
con  Perla Ambrosini, Silvia D’Anastasio
Luci e musiche  Andrea Canestri
Costumi  Fiorella Mezzetti
Produzione  Margot Theatre Company
THE TEMPEST
tratto da William Shakespeare
regia Alessandra Cortesi
Interpreti  Ollie Rasini Valeria Bottazzi
Luci  Vittorio Perelli
Musiche  Ollie Rasini
Costumi  Cristian Levrini Tiziana Socci
Produzione  Teatro delle Due in collaborazione con Artefragile
MilaOff fringe festival | Milano, 6 e 7 ottobre 2023