SOFIA BORDIERI* | «Questo oggi è il nostro spazio condiviso, da questo momento potete esplorarlo». Con la voce di Marta Olivieri inizia Trespass_Tales of unexpected un’esperienza positivamente indefinibile, che tradisce e riafferma l’idea canonica di spettacolo di danza, messo alla ribalta producendo con energia un incontro speciale tra fruitori e artiste. Lo abbiamo vissuto, più che visto, a Scenario Pubblico di Catania, dove è giunto dopo essere stato performato allo Spazio Kor di Asti, con la direzione artistica di Chiara Bersani, anche accreditata come “occhio esterno” per questo lavoro, e Giulia Traversi.

Foto di Giuseppe Follacchio

Udiamo la voce di Olivieri che inizialmente non vediamo in scena, ci osserva dall’alto della struttura della Black Box e fornisce delle indicazioni ai presenti: ci si può spostare, uscire e rientrare dal teatro nell’arco dei novanta minuti, ma anche addormentarsi, incuriosirsi, annoiarsi. Siamo tutte e tutti su di uno spazio scenico organizzato in diverse zone, ognuna delle quali è provvista di sedute e di oggetti per il tipo di attività che, eventualmente, si può compiere. Ad esempio, nell’angolo lettura vi sono diversi libri (parte della bibliografia dello spettacolo, tra cui Corpus di Jean-Luc Nancy, Vicino di Clarice Lispector, Chéri di Colette); in quello del riposo vi sono due cuscini da sdraio adagiati sul linoleum, tappi per le orecchie, mascherine per dormire; un carrello pieno di succhi di frutta alla pera in brick e un sacchetto di popcorn definiscono l’angolo ristoro.
Le condizioni sono di totale accoglienza. Alcuni spettatori si vestono, altri parlano, altri ancora bevono il succo. Osservare questo momento iniziale è disorientante: non c’è confine tra chi vede e chi è visto, lo spettacolo è fatto dagli spettatori – se per spettacolo intendiamo una serie di azioni visive.

Olivieri, con un completo nero oversize, entra da un angolo trascinando uno stand appendiabiti a rotelle colmo di vesti colorati e, una volta lasciato, siede al centro con un microfono. «Tutto il peso è sul fianco sinistro» dice, descrivendo la posizione della performer (Loredana Canditone) apparsa come dal nulla tra noi. La voce di Olivieri informa sulla temperatura dello spazio, indica il peso, l’altezza di Canditone. Continua poi raccontando, con voce netta, incolore, quasi telegrafica, ma con timbro profondo, la storia dello spazio in cui ci troviamo (un ex magazzino del Teatro Bellini di Catania), ci informa dettagliatamente sulle sedute della platea, sul menù della caffetteria del foyer.
Il canovaccio di Trespass è saldo e si anima ancora prima dello spettacolo, con una raccolta di informazioni peculiari e contestuali che si alternano con la descrizione dei movimenti della performer. Una narrazione colorata talvolta da neologismi (come “avanzé”).
La voce si sovrappone presto a quella di Camilla Guarino, anche lei in scena con un microfono, che descrive i movimenti. Due punti di vista si fanno voce, si intrecciano, stimolando lo spostamento di sguardi, lo slittamento tra visibile e immaginabile.
Il racconto del circostante si stratifica con microstorie, pretesti per l’agire della performer, che scandisce quei momenti con cambi di costume in scena. Si inseriscono anche letture di testi di canzoni, articoli di giornale, poesie.
Il tutto è accompagnato da un tappeto sonoro minimale alternato con tracce commerciali (In my mind di Dynoro e Gigi D’Agostino o El Mismo Sol di Álvaro Soler), che sembrano come dei jingle di una bizzarra puntata di un programma contenitore a cui pare di star partecipando. A scandire il ritmo è una regia in ascolto, posta in fondo alle sedute vuote davanti a noi, gestita dal danzatore, qui dramaturg del suono, Giuseppe Comuniello.

Foto di Giuseppe Follacchio

Tutto è sapientemente rovesciato in un atto di dissenso nei confronti delle dicotomie canoniche pubblico-platea, performante-astante, frontale-circolare, che sanciscono solitamente una separazione, un’aspettativa reciproca. Incontriamo, invece, una partitura coreografica scritta da Canditone in modo estemporaneo, definita nei crediti “emergente”. «Per coreografia emergente – leggiamo nel foglio di sala – intendo l’organizzazione del corpo nel tempo e nello spazio, seguendo le regole dell’emersione estemporanea. La struttura di Trespass offre alle interpreti un appoggio saldo. Una punteggiatura sulla quale fare emergere la loro coreografia. Una coreografia che viene scritta facendo; un divenire che contempla il sentire più profondo e la trasformazione della camminata di una spettatrice o uno spettatore».
La sensazione è quella di essere stati lasciati liberi di creare una comfort zone nello spazio deputato all’esposizione personale – la scena – “pagando” come conseguenza il fatto di accettare quella stessa condizione. Trespass_Tales of unexpected nasce dall’incontro di Trespass_Processing an emerging choreography con la coppia Guarino-Comuniello impegnata in numerose realtà italiane nello sviluppo di audiodescrizioni non didascaliche di performance e spettacoli di danza, con il fine di rendere gli spettacoli fruibili anche a persone cieche o ipovedenti. Una pratica che si trasforma in metodo di creazione e ispirazione drammaturgica.
Così, momento dopo momento, la performance si arricchisce di nuovi segni, laterali e centrali, e all’improvviso tutto finisce, come lo scadere di un timer. Il fade out delle luci dà fine al bel tempo e a quel paesaggio comune che è stato offerto, vissuto, incorporato, e che non può essere dimenticato.

TRESPASS_TALE OF UNEXPECTED

concept Marta Olivieri
coreografie emergenti Loredana Canditone
suoni originali Marta Olivieri
progetto sonoro e spazializzazione Filippo Lilli
tecnico audio Federico Scettri
styling Adelina Giulia
racconto Marta Olivieri, Camilla Guarino
drammaturgia del suono Giuseppe Comuniello
tutor Dalila D’Amico
occhio esterno Chiara Bersani, Giuseppe Vincent Giampino
produzione Chiasma, Orbita|Spellbound Centro Nazionale di Produzione della Danza
con il contributo di MIC-Ministero della Cultura
con il sostegno di Ostudio e Residenza “Creazioni Accessibili”

Progetto vincitore del bando “Accessibilità nello spettacolo dal vivo” del Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo mediante la rete costituita da Orbita|Spellbound, Chiasma Compagnia Danza Estemporada Scenario Pubblico Spazio Kor Orlando Festival/Danza Estate Festival, Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza ATTRAVERSAMENTI MULTIPLI / Margine Operativo, ATCL – Circuito Multidisciplinare del Lazio

Scenario Pubblico, Catania | 14 aprile 2024

PAC LAB è il progetto ideato da PAC Paneacquaculture in collaborazione con docenti e università italiane per permettere la formazione di nuove generazioni attive nella critica dei linguaggi dell’arte dal vivo. Il gruppo di lavoro di Pac accoglie sul sito le recensioni di questi giovani scrittori seguendone la formazione e il percorso di crescita nella pratica della scrittura critica.