PAOLA ABENAVOLI | L’uso delle nuove tecnologie nel mondo teatrale, della virtual reality in particolare, sta sempre più divenendo – si passi il gioco di parole – una realtà; così come non è una novità assoluta quella dello spettacolo itinerante, in cui gli spettatori divengono parte attiva: ma se le due cose si uniscono e soprattutto se il loro utilizzo non è uno strumento a sè stante, accessorio, qualcosa che nulla aggiunge e che viene utilizzato soltanto come elemento di attrazione, ma diventa invece parte integrante della narrazione, allora si può dire che si sia creata una via nuova, interessante, partecipata, nella costruzione drammaturgica di uno spettacolo.

Il momento della virtual reality durante la performance (Foto Antonio Sollazzo)

È quanto accade con Real Heroes, la performance itinerante e immersiva creata da Mauro Lamanna e Juan Pablo Aguillera Justiniano, autori e registi di questa co-produzione internazionale che ha fatto il giro del mondo, prima di approdare in Calabria: quella terra che è parte del racconto e che lo diventa ancor di più, modulandosi la storia attraverso i territori che percorre di volta in volta, attraverso le vie, le piazze, i muri delle città che ospitano la performance. Le strade di Reggio Calabria (dove abbiamo “partecipato” allo spettacolo, nell’ambito del progetto Altri luoghi della Compagnia Scena Nuda e del programma Reggio Fest, promosso dal Comune e destinato alle periferie delle città metropolitane), e poi quelle Catanzaro e di Castrovillari, hanno così accolto questo racconto: nel caso delle ultime due città, Real Heroes è stato proposto all’interno di Calabria Showcase, una vetrina – sezione del Festival Primavera dei Teatri – delle produzioni realizzate da alcune tra le compagnie teatrali calabresi più importanti e che operano da tempo, non solo nella regione.

Un momento della performance (Foto Antonio Sollazzo)

Un racconto, dunque, che si modula e che si dipana tra la storia di due padri: vicende che appartengono alla storia contemporanea italiana e cilena, due lotte per la sopravvivenza che si incrociano e che sembrano, appunto, rivivere tra le strade che si percorrono. O meglio, ci si immerge in dimensioni che uniscono i luoghi che si attraversano e i racconti che si ascoltano per mezzo delle cuffie wireless di cui gli spettatori vengono dotati: ciò che viene narrato – dalle voci dello stesso Lamanna, di Martina Badiluzzi e di Gianmarco Saurino – sembra integrarsi alla perfezione, sia a livello temporale che narrativo, con ciò che i territori sembrano ricreare, suggerire. Il tutto in una nuova lettura che il pubblico può ricevere, guardando con occhi diversi luoghi che magari conosce da sempre, invitato a sollevare lo sguardo o a guardare davanti a sè con diverse consapevolezze: come a voler offrire, nell’ottica di una finalità del teatro, un altro punto di vista. Un invito che è quello che un padre rivolge al proprio figlio, affrontando il mondo che attorno a sè pare precipitare: vicende che si ripetono, in differenti società e Stati, ma i cui effetti sulle persone, sui rapporti familiari, non mutano.

La fase finale della performance (Foto Antonio Sollazzo)

Quei percorsi, soprattutto i percorsi interiori, si riflettono in quello che gli spettatori conducono per le strade, seguendo un uomo con una bandiera rossa: e, in quelle tappe, pur cambiando di volta in volta la città in cui il cammino si snoda, il racconto – attraverso la dimensione affabulatoria, ma reale, in cui trasporta – si modula, appunto, su ciò che il pubblico osserva. Una sintesi drammaturgica che prosegue, poi, negli ultimi minuti finali, quando gli spettatori arrivano nel luogo che ospiterà l’ultima parte della performance e indossano un visore virtual reality: la dimensione in cui si viene trasportati non è un gioco tecnologico di tendenza, ma, appunto, un elemento che si innesta nella narrazione, nel percorso del figlio e del padre, con l’immersione in una atmosfera in cui ritornare bambini, ritrovare l’essenza dei rapporti familiari, comprendere l’umanità di coloro che, comunque, restano eroi. “Siate errori, siate eroi”, incita la voce narrante, concludendo questo viaggio teatrale realmente immersivo, in cui la capacità attoriale, vocale, il ritmo recitativo – oltre, naturalmente, al testo – consente di non perdere mai il filo di una costruzione complessa, di tenere desta l’attenzione, pur se gli stimoli visivi e auditivi sono molteplici. Tutto si integra in un’esperienza realmente teatrale e dagli spunti innovativi, che mostra di saper utilizzare con intelligenza le nuove tecnologie come strumento in più, valore aggiunto nella costruzione del racconto teatrale. E non è poco.

 

REAL HEROES

di Mauro Lamanna e Juan Pablo Aguillera Justiniano
regia Mauro Lamanna e Juan Pablo Aguillera Justiniano
progetto sonoro Samuele Cestola
con Martina Badiluzzi, Mauro Lamanna, Gianmarco Saurino
produzione Oscenica, con il sostegno di Primavera dei Teatri, Scena Verticale, Sardegna Teatro, Beyondthesud, R-Evolution Project | Network, programma “Boarding Pass Plus” Mic, Greek Art Theatre Karolos Koun, Istituto Italiano di Cultura di Atene, Istituto Italiano di Cultura di Barcellona, Ministerio de Educación y Cultura: Inae – Istituto Nacional de Artes Escénicas (Uruguay).

Reggio Fest, Reggio Calabria | 7 settembre 2022
(in replica a Catanzaro, il 22 settembre, e a Castrovillari, l’1 ottobre, per Calabria Showcase)