downloadVINCENZO SARDELLI | C’è bellezza quando qualche decina di ragazzi si riunisce per progettare, ed esorcizza la routine attraverso l’arte e il pensiero. Tanto più se questo rito apotropaico avviene nel Sud periferico, e ne nasce una fucina creativa in mezzo alla caotica movida salentina.

È un’umanità aperta quella che frequenta l’ExFadda di San Vito dei Normanni, ventimila abitanti tra Valle d’Itria e Salento, patria del tarantismo e delle rezze, tende a doghe sottili che caratterizzano gli usci delle case.

L’ExFadda è uno stabilimento enologico d’inizio Novecento appartenuto alla famiglia Fadda-Dentice di Frasso. Per anni in disuso, l’area, 3mila metri di edifici di pregio architettonico e 15mila metri di spazio verde recintato, è stata riqualificata grazie a un programma della Regione Puglia per le Politiche Giovanili.

L’ExFadda accoglie varie attività: laboratori d’inglese e di teatro, convegni, seminari, spettacoli, mostre, feste, attività sportive e giochi, fiere, mercati a km zero, produzioni audiovisive. Eventi come la rassegna internazionale del cortometraggio Salento Finibus Terrae, luglio inoltrato, con l’esoterica proiezione antelucana di corti noir. Tanti ospiti negli ultimi mesi, da Fausto Mesolella, a Raiz, da Piero Pelù a Niccolò Fabi e Rosalia De Souza.

C’è bellezza nello sguardo dei frequentatori di questo luogo: sciami di bambini, volontari che provano a trasformare gli spazi in contenitori culturali al servizio del territorio. Provano, appunto: perché i ragazzi del posto tendono a scorrazzare altrove, coi rituali edonistici di corteggiamento e di passeggiate in piazza che sembrano sfilate di gala. Paradossalmente, l’ExFadda è frequentata e conosciuta più da gente che viene da lontano. Rimane luogo di nicchia ancora sganciato dalla città. Lo ammette Gionata Atzori Lu Pirata: attore, giocoliere, performer, look da bucaniere. Gionata vuole cambiare la mentalità: smuovere l’atteggiamento di chi non fa, e si limita a spiare di soppiatto “dietro la rezza”.

Gionata è tra i promotori della Festa delle Fate e delle Favole, due giorni tra avventura e fantasy, svolta il 24 e il 25 agosto. Teatranti, giocatori di ruolo medioevali come le Guerre del Caos; prestigiatori, come Mago Vago; note celtiche, con il gruppo di musica irlandese Elfolk; arcieri, cantastorie di fiabe africane come Adama Zoungrana, e tanto altro ancora. Come Rossella Raimondi e Francina  Biffi, che avevano preparato a Milano, in pochi giorni, uno spettacolo sulle donne di strada. Partite in treno venerdì sera, arrivate la mattina di sabato, cammin facendo hanno rivoluzionato il copione per destinarlo ai tanti bimbi presenti. Circe ha ceduto a  Morgana, le prostitute sono diventate fate. Sortilegio del teatro, che materializza in tempo reale la sinergia tra attori e pubblico. A deliziare  i fanatici di Circe ci hanno pensato  gli addomi di Lucienne Musa e Cristina di Venanzio, danzatrici del ventre del gruppo Shadì. Sofisticate odalische, Lucienne e Cristina armonizzano mente e corpo in un cerimoniale che parla allo spirito, prima ancora che ai sensi.

Tutto si trasforma in quella zona franca che è il teatro C’è qualcosa d’ascetico nella giocoleria con fuoco dei Luminal FirePlay: boolas, bastone, devil stick, corde e sputafuoco diventano estensione immateriale.

Fino al Gran Teatro del Click, con Silvio Gioia e Marzia Ghezzo in uno spettacolo d’ombre cinesi: mani-personaggi, dita-cantanti, sagome disegnate dalla luce che riproducono paesaggi, città, club musicali. Fauna e flora evanescenti tracciano il bisogno d’amore. Un viaggio visivo e sonoro. Un alternarsi di comicità e poesia, che affascina.

La festa delle favole e delle fate
[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=JNLdRcuRAJ0&w=560&h=315]
Gioia d’ombre
[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=yMS6grsio84&w=420&h=315]