teleseALESSANDRO MASTANDREA | Una parabola davvero insolita, quella tracciata dalla carriera televisiva di Luca Telese. Tanto insolita da non poter essere inquadrata sotto la sola lente del giornalismo televisivo. E’ infatti grazie alle sue naturali doti istrioniche che, nel corso degli anni, ha potuto dar prova delle sue indubbie capacità di grande attore, spaziando con disinvoltura tra generi assai diversi: dalla commedia all’italiana, alla tragedia esistenziale, non disdegnando tuttavia le sponde più leggere tipiche della sit-com.
Così, in questa estate 2013, sulla scia di questa parabola –che in verità appare un poco calante- i toni si tingono dei colori del dramma esistenziale, con il Nostro a vestire i panni del sergente Giovanni Drogo, di vedetta su un televisivo “Deserto dei Tartari”. Solo lui rimasto a difendere l’ultimo avamposto informativo di la’ dal quale il nulla sterminato incombe minaccioso. Perché “l’informazione non va in vacanza” ci tiene a sottolineare profeticamente nel promo di “In Onda Estate”, suo personale fortino giornalistico.
E se in vacanza l’informazione non ci va, figurarsi la politica. Sicché spetta proprio all’ex direttore di Pubblico Giornale raccontarcene le gesta in un talk ormai bollito, mentre gli altri suoi colleghi hanno già raggiunto esotiche mete balneari. Eppure poco più di due anni fa la vita sembrava sorridergli. Firma di punta al Fatto Quotidiano e volto noto della TV, amato dal suo pubblico, ha la fortuna di trovare in Luisella Costamagna la propria anima gemella – televisivamente parlando- femme fatale che saprà stregarlo, tenendone a bada l’innata propensione all’autocompiacimento. E’ questa la fase che nella storiografia classica si suole definire della sit-com: due stagioni di In Onda dove l’alchimia tra i due, sebbene sempre sul punto di deflagrare, produce frutti insperati nei loro genuini battibecchi, capaci di coinvolgere anche gli ospiti in studio. Sicché di puntata in puntata, i Nostri somigliano sempre più a moglie e marito sull’orlo di una crisi di nervi.
La felicità dura però troppo poco, e la bella Luisella viene sacrificata sull’altare della par-condicio per far posto al Porro Nicola, faccia nota della politica parlata in TV e nemico giurato del mite Marco Travaglio.
Gli equilibri della narrazione inesorabilmente cambiano, e anche in questo caso è il promo della nuova versione a tradire i futuri esiti da commedia. “In Onda, l’unica trasmissione con l’opposizione dentro”. Chi dei due “soliti ignoti” dell’approfondimento serale sia, di preciso, l’incarnazione dello spirito di “opposizione” non è mai stato chiaro, al contrario, è risultato invece palese come “l’audace colpo” che avevano in animo si sia tramutato in un gioco delle parti che li ha imprigionati. Nessun nuovo modo di scrivere e intendere il dibattito politico in TV, dunque, ma solo un scambio di battute che ricorda tremendamente quelli dei grandi caratteristi della pellicola diretta Mario Monicelli: con il Telese-Capannelle – “che come aspetto si presenta malamente, ma dietro la quale fronte si annidia l’intelligenza della volpe – a rintuzzare il Porro-Ferribotte che, come noto, “quando che parla.. tac, ogni parola è una sentenza”.
Con un piede fuori dall’emittente di Urbano Cairo, nuovamente orfano di co-conduttore, lo ritroviamo oggi a dover presidiare stoicamente questo avamposto in dismissione. Preso in mezzo tra i falchi del PDL e le colombe del PD, a dover discettare di condanne, IMU e agibilità varie, è un Luca Telese assorto quello che vediamo, probabilmente intento a pensare “ma chi me l’ha fatto fare”, o per dirla con le parole di Vittorio Gassman, rivolto ai suoi ex compagni di viaggio: “m’hanno rimasto solo ‘sti quattro cornuti!”.

http://www.youtube.com/watch?v=kXj_xu3Uadk