LAURA BEVIONE | Il freddo e la pioggia non hanno spento l’entusiasmo dei trecentocinquanta adolescenti che sabato scorso hanno partecipato all’inaugurazione di un progetto che, senza di loro, non sarebbe potuto tramutarsi in realtà. Sono i rumorosi ed eccitati studenti di quindici scuole superiori di Parma – Bertolucci, Bertolucci musicale, Bocchialini, Bodoni, Gadda Fornovo, Giordani, ITIS, Maria Luigia, Melloni, Marconi, Rondani, Romagnosi, Sanvitale, Toschi, Ulivi – chiamati a raccolta da Paola Greci per realizzare il progetto da lei stessa ideato, ossia Talking Teens – Le statue parlano!

Correggio_Talking Teens (ph. P.Bertora)
Foto P. Bertora

Da sabato 18 maggio, dunque, potrà capitare, passeggiando per Parma, di ricevere una telefonata da parte di Giuseppe Verdi oppure da Giuseppe Garibaldi e certo non si può rifiutare una chiamata dal padre del Risorgimento! Basterà aver scaricato la app Talking Teens – gratuita – e, avvicinandosi a una delle sedici statue cui è stata data voce, si potranno ricevere notifiche e, poi, l’inedita telefonata.

Una chiamata – la durata media è di tre minuti – in cui la statua ci racconta la sua origine e le vicissitudini attraversate nel corso degli anni ma pure eventi significativi del personaggio, aneddoti ed episodi poco noti.

logo_TTI testi – tutti scritti dagli studenti a eccezione di quello della statua di Giuseppe Verdi seduto sulla panchina, redatto da Francesca Di Fazio, vincitrice del concorso di scrittura aperto a tutta la comunità cittadina – sono il frutto di ricerche approfondite, interviste e studio dal vero delle singole statue, che sono state fotografate, riprese, disegnate dagli studenti, che hanno pure realizzato modellini e video, fruibili sul sito dell’iniziativa ma anche sulla app dedicata.

I testi redatti dagli studenti sono stati, poi, letti da alcuni attori, variamente legati alla città di Parma, che hanno prestato ciascuno la propria voce a una delle statue – e certo per un professionista interpretare qualcosa di apparentemente immutabile e insensibile come una statua è stata una sfida non indifferente. Gli attori coinvolti sono stati: Elisabetta Pozzi (Arianna), Lino Guanciale (Monumento al Partigiano), Franco Nero (Arturo Toscanini), Marco Baliani (Giuseppe Garibaldi), Roberto Latini e Savino Paparella (Ercole e Anteo), Giancarlo Ilari (Enzo ‘Mat’ Sicuri), Gigi Dall’Aglio (Padre Lino), Laura Cleri (Vittoria), Bruno Stori (Giuseppe Verdi), Fabrizio Croci (Vittorio Bottego), Carlo Ferrari (Filippo Corridoni), Adriano Engelbrecht (Antonio Allegri detto il Correggio), Luca Nucera (Francesco Mazzola detto Il Parmigianino). Cinque studenti, invece, hanno fatto parlare il Gruppo del Sileno, mentre Brian Ayres, Dylan Ayres, Sharon Fryer, Mary Cipriani, Guido Grignaffini e gli studenti Daniele Napodano, Paolo Saviotti e Yasmine Guilo consentono di sentire i testi anche in lingua inglese. Giancarlo Ilari e Maurizio Trapelli, poi, hanno realizzato anche un paio di telefonate in lingua parmigiana.

Italiano, inglese e dialetto, ma anche il braille e videochiamate in lingua LIS: il progetto Talking Teens mira alla massima fruibilità, dichiarando la volontà di coinvolgere il numero più alto possibile di cittadini e turisti. Lo testimoniano pure le tre differenti modalità attraverso le quali è possibile ricevere le chiamate: oltre alla succitata app, si può scansionare il codice QR stampato sul totem Talking Teens posto accanto a ciascuna statua, sul quale è stampato anche un numero di telefono, digitando il quale sarà possibile chiamare la statua stessa.

Talking Teens_PARTIGIANO_GADDA 4B

Quello creato da Paola Greci e dall’associazione culturale ECHO, con il contributo di Comune di Parma e Fondazione Cariparma, OCME, KAORA e Uniontel (sponsor tecnico), con il Liceo Artistico Toschi e l’Istituto Tecnico ITIS Da Vinci e FAI delegazione di Parma, e la collaborazione della Consulta del dialetto parmigiano, Famija Pramzana, ENS Parma (Ente Nazionale Sordi), ANMIC Parma (Associazione  Nazionale Mutilati e Invalidi Civili), UIC Parma (Unione Italiana Ciechi), AIPH (Associazione Italiana di Public History), è evidentemente un progetto articolato e giustamente ambizioso, che mira a raggiungere diversi obiettivi.

C’è, ovviamente, il desiderio di rendere maggiormente visibile e fruibile un patrimonio storico-artistico sovente trascurato – quanti di noi, passeggiando in una città, si soffermano più di pochi secondi a osservare un monumento? – ma pure quello di spingere ad approfondire la storia cittadina e nazionale e a ricercarne riflessi nel presente. C’è la consapevolezza di quanto superficiale sia spesso la conoscenza della città in cui viviamo e dei suoi abitanti più o meno illustri: Verdi e Toscanini, certo, ma anche l’uomo libero Enzo Sicuri/Al Mat Sicuri, poeta-clochard che abitava una tenda fatta di giornali – copie della Gazzetta di Parma – ma frequentava il Teatro Regio e scriveva componimenti che erano di un’arguta conoscenza dell’animo umano.

Il Parmigianino_Talking Teens (ph. P.Bertora)
Foto P. Bertora

Talking Teens, insomma, non è soltanto un modo per flettere le moderne tecnologie a esigenze storico-culturali – e vale la pena ricordare che il progetto si avvale di un comitato scientifico di vaglia – ma anche un mezzo per testimoniare l’indispensabilità della conoscenza della storia, a partire da quella locale che, sovente, è specchio di quella nazionale.

Il sincero entusiasmo degli studenti coinvolti è la prova della non indifferenza dei giovani alla storia che, tutt’altro che polverosa e “morta”, è serbatoio di personaggi, episodi, progetti, strategie, pensieri, che illuminano il presente e donano la consapevolezza di chi si è e dei complessi motivi per cui si è così.

Talking Teens non è soltanto un piacevole strumento per meglio conoscere Parma – e speriamo che l’iniziativa, per ora a scadenza, diventi a tempo indeterminato – ma anche un progetto capace di modificare lo sguardo attraverso cui si osserva la città e di spingere a (ri)appropriarsi criticamente e consapevolmente del proprio passato, ovvero di quanto, spesso senza saperlo, giace silenzioso nel nostro DNA determinando ciò che siamo.