LAURA BEVIONE e RENZO FRANCABANDERA | La direttrice artistica Ambra Gatto Bergamasco ha scelto il sottotitolo Roseness/Candore per caratterizzare la sesta edizione del Moving Bodies Festival, in scena negli spazi del torinese Teatro Espace dal 2 al 6 luglio.

Il termine roseness corrisponde al rosa gardenia, uno dei colori proibiti nell’antico Giappone, e che Bergamasco utilizza quale suggestivo correlativo oggettivo per sottolineare il candore e la purezza della body art al momento della sua nascita, allorché si proponeva quale atto politico di liberazione del corpo.

Accano alla parola roseness, Bergamasco ha voluto indicare un intervallo temporale – 1959-2019 – a ricordare il sessantesimo anniversario dal debutto di Kinjiki (Colori proibiti), prima performance di danza Butoh diretta ed eseguita da Tatsumi Hijikata e Yoshito Ohno. Un lavoro che suscitò grande scalpore poiché ispirato all’opera omonima di Mishima che usava il termine kinjiki per alludere all’omosessualità: la parola, infatti, significa ‘proibito’ ma, in quel caso, veniva inteso anche sia come ‘amore erotico’, sia come ‘colore’.  Kinjiki, infatti, indicava tutti quei colori che a persone di rango della corte imperiale giapponese era proibito indossare.

Da quella suggestione, la direttrice artistica è partita nella costruzione del cartellone dell’edizione 2019 del festival, cui partecipano svariati artisti, molti internazionali: la stessa Bergamasco e, poi, Ken Mai, Minako Seki, Tashi Iwaoka, Adam Koan, Cillian Roche, Yumiko Yoshioka, Maruska Ronchi, Gruppo // Zaratan, Francesca Arri, Francesca Cola e Davide Turbertini. A tutti è stato chiesto di partire proprio dal termine kinjiki, inteso come colore proibito, diverso quindi dal classico colore bianco della ricerca Butoh.

Nel cartellone ci sono anche Moving Bodies On Screen – una sezione dedicata alla videoarte e al film sperimentale a cura di EFS–Experimental Film in collaborazione con Teatro Espace, Film Commission Torino Piemonte e Culture Irelan – e l’Intensive Summer Practice, ossia cinque laboratori di danza Butoh con i protagonisti in scena durante la rassegna.