DANIELA FRANCO | Presentato alla 78° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, nella sezione Orizzonti fuori concorso, Preghiera della sera (diario di una passeggiata) è il cortometraggio ideato e diretto da Giuseppe Piccioni, che racconta il percorso di realizzazione di Promenade de santé, lo spettacolo che ha segnato il suo debutto al timone registico di una pièce teatrale.
La voce narrante di Piccioni conduce il pubblico nelle sequenze filmiche che ripercorrono i momenti più significativi delle prove, realizzate nel complicato periodo della pandemia, che, pur avendo costretto all’isolamento, non è riuscita ad arginare la necessità di continuare a fare arte.

«Il teatro, il cinema fanno parte di una normalità che ci è mancata come un diritto calpestato, come un’ingiustizia che siamo stati costretti a subire. Queste riflessioni, i pensieri più intimi, fanno parte di una specie di racconto fuori campo, come fossero interviste particolari in cui si risponde a domande che riguardano la nostra anima. Preghiera della sera non è una riflessione sociologica, tantomeno scientifica; è appunto una preghiera laica che non fa richieste e si interroga intorno a un impossibile senso di quello che è accaduto».

Il racconto si apre con la lettura del copione nel soggiorno del regista insieme agli attori,  Lucia Mascino e Filippo Timi, i quali  lasciano trapelare in ogni scambio un rapporto di intensa complicità, che trasposto sul palco sa di regalare performance di notevole maestria, come in Promenade de santé.
Dalle letture casalinghe si arriva alla prima tornata di prove, ad Ancona, finalmente in teatro, dove si respira un’aria diversa, intrisa di un’ insolita energia che assomiglia al sottile disagio di una prima volta. La narrazione prosegue regalando bellissimi scorci di normalità: le pause, i giri per la città, le cene, le risate, i tuffi al mare; tutto sembra voler rinascere, il teatro come la vita. Eppure l’entusiasmo resta permeato dall’alone di quell’ospite sgradito che incalza come una minaccia costante, il Covid, che è riuscito a spegnere i riflettori di tutti i teatri e adesso «ride dei nostri progetti e dei facili entusiasmi».
Quel desiderio impellente di tornare a vivere impregna anche il nodo concettuale dello spettacolo teatrale, che  tenta di esplicare un altro tipo di contagio, quello dell’amore, definito dal regista «una malattia necessaria, perché è vita».

Scritto da Nicolas Bedos, Promenade de Santé è una commedia romantica plasmata da un artificio drammaturgico che si palesa gradualmente disorientando lo spettatore, il quale  in alcuni momenti non riuscirà più a scindere il vero dal falso. I due protagonisti si incontrano nel parco della clinica psichiatrica in cui sono ricoverati, si piacciono dal primo momento e quell’attrazione divamperà in un vortice detonante che li condurrà verso un amore capace di mettere a nudo le loro fragilità, denunciate da un forbito tessuto dialogico in cui trovano spazio confessioni, paure, litigi e allucinazioni.

Filippo Timi è brillante nell’interpretazione del suo personaggio, un uomo complesso che tenta di combattere le sue molteplici dipendenze, facendole danzare con disinvoltura tra passaggi di potente drammaticità e momenti di spiccata ironia che solo un attore pronto a fare qualsiasi cosa – come lo ha definito il suo regista –, è capace di offrire. Anche Lucia Mascino si dona completamente, con una prova attoriale immensurabile, che raggiunge  una profondità tangibile, intensa e realistica.

La scena è semplice: due panchine, un lampione e un maxischermo, che all’inizio propone immagini di ambientazione, poi diventa mezzo esplicativo degli stati d’animo dei due protagonisti e infine fagocita un’intera azione scenica, che quindi non sarà agita dal vivo ma proiettata sullo schermo. C’è un abuso nell’utilizzo degli espedienti di retaggio cinematografico che, quando non sono necessari, rischiano di perdere importanti occasioni con la magia del teatro e la sua autenticità.

Piccioni ha invece colto molto bene l’occasione di raccontare l’amore e le fragilità che lo animano, restituendo una pièce coinvolgente, capace di empatizzare con il pubblico, il quale,  immerso in una commedia romantica ambientata in una clinica psichiatrica, ha la possibilità di scrutare quelle verità scomode che abitano nelle case delle nostre dinamiche relazionali, che spesso scegliamo di nascondere dietro porte chiuse a chiave. Così, quella condizione di precarietà sussurrata nella Preghiera laica del docufilm, diventa sul palco il rumore fragoroso di un grido necessario che, attraverso il bisogno d’amore, ci racconta di  quel  desiderio di vita, inevitabilmente nutrita dalla relazione con l’altro, che l’isolamento della pandemia ha minato considerevolmente.
La voce fuori campo di Piccioni, che accompagna le scene di Preghiera della sera, chiosa con toni intimistici un senso di attesa che non si abbandona alla rassegnazione, ma riflette su ciò che è accaduto fin qui, ponendosi interrogativi che fanno capolino sui perché e scelgono poi di incamminarsi  verso la strada delle possibilità offerte dal cambiamento. Questa riflessione sembra diramarsi nello spettacolo e trovare il suo compimento nell’epilogo, dove i due protagonisti si abbandonano in un lungo e intenso abbraccio che lascia il sapore di un momento liberatorio e catartico.

 

PREGHIERA DELLA SERA (DIARIO DI UNA PASSEGGIATA)

regia  Giuseppe Piccioni
produzione Akifilm (Esmeralda Calabria), Marche Teatro (Velia Papa), Rai Cinema      con Regione Marche, Comune di Ancona, Fondazione Marche Cultura
interpreti  Lucia Mascino, Filippo Timi
sceneggiatura Giuseppe Piccioni
fotografia Valentina Summa
montaggio Lorenzo Rosi
scenografia Lucio Diana
costumi Stefania Cempini
musica Valerio Camporini Faggioni
suono Raffaele Petrucci
voce narrante Giuseppe Piccioni

PROMENADE DE SANTÉ

di Nicolas Bedos
traduzione a cura di Monica Capuani
con Filippo Timi, Lucia Mascino
regia Giuseppe Piccioni
scene e luci Lucio Diana
costumi Stefania Cempini

produzione MARCHE TEATRO

Teatro Franco Parenti, Milano
24 ottobre 2021